E’ il nono racconto sui dieci programmati il primo e il terzo giovedì del mese dalla scrittrice Maria Teresa Muratore per entrare nel suo mondo, “un mondo tutto mio, un po’ fantastico”.
Il sesso non esisteva
Poi avendo tutte sorelle non avevo mai visto un maschio nudo e non sapevo quindi come era fatto né mi ero posta il problema.
Mi ricordo che una volta a Rimini avevo fatto amicizia con un ragazzino e con questo giocavamo a fare dei castelli di sabbia tra le cabine, un giorno vidi che aveva come un gonfiore, una palla, nel costume da bagno, davanti, l’unica spiegazione che mi venne in mente era che si era messo dentro una di quelle palluccole pelose che si trovano, abbondanti, sulla spiaggia anche se non capivo perché.
Un giorno mentre a casa si stavano facendo le valigie perché stavamo per partire in vacanza vidi un assorbente, una striscia di ovatta bianca su uno strato rosa tutto dentro una retina con due code libere, allora lo presi in mano e chiesi a papà che stava passando in quel momento “che cos?è ?” e papà, svelto, “una cosa per il mal di piedi”, !!!, restai un po’ perplessa, mi sembrava anatomicamente poco funzionale e poi, come mai non l’avevo mai vista? E a chi è che facevano male i piedi? Ma non insistetti.
Certo, avendo visto crescere la pancia di mia madre, non pensavo che i bambini li portasse la cicogna ma non sapevo come funzionasse la cosa.
Devo dire che mia madre, dopo avermi detto che non esistevano Babbo Natale e la Befana, fu poi oltremodo moderna e nel ’68, dopo aver visto il film di Helga e Michael, cercò di spiegarmi come venivano concepiti e nascevamo i bambini, anche se non capii proprio bene.
Dopo di che, quando vedevo una coppia che magari aveva un figlio di quattro anni o due anni pensavo ecco loro hanno fatto l’amore quattro anni fa o due anni fa, e pensavo solo in quell’occasione.
Mia madre fu anche una delle poche mamme di allora che mi disse che cos’erano le mestruazioni, anche se non avevo capito proprio bene, infatti pensavo che a un certo punto una faceva la pipì “rossa” (che sarebbe stato sangue l’avevo capito) e poi finiva lì.
Diventai signorina una domenica a pranzo al ristorante ad Amelia, essendo stata preparata la presi come una cosa naturale solo un po’ imbarazzante dato che eravamo fuori.
In “quei giorni” non si poteva neanche aiutare a fare la maionese e la crema perché “sarebbero impazzite” e non si poteva fare il bagno perché si poteva morire.
E a questo punto lasciatemi dire, dato che ora si può parlare di queste cose che sono state sdoganate sia dalla pubblicità televisiva che da una celebre frase del Principe Carlo a Camilla, che la vera unica parità che la donna ha raggiunto con l’uomo è grazie al “tampax”; purtroppo l’ho potuta provare solo intorno ai cinquanta anni quando mia figlia mi ha spiegato bene come fare- a diciotto anni avevo provato un paio di volte senza successo poi avevo desistito- e finalmente ho potuto fare il bagno al mare e in piscina senza limitazioni, come un uomo!.
L’autrice*
Maria Teresa Muratore è nata e vive a Viterbo. Una laurea in Scienze Biologiche all’Università di Pisa, con una specializzazione in Patologia Generale. Come scrittrice ha ottenuto diversi riconoscimenti. Ha pubblicato per Alter Ego “Scartini d’Amore, la silloge “In terza persona“(2017) che ha vinto la XXXI edizione del Premio Internazionale Internazionale “Letteratura, poesia, narrativa, saggistica, sezione inediti, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli e dalla rivista “Nuove Lettere“. In ambito narrativo, ha pubblicato “Pensieri Vaganti” nel 2020 per Alter Ego, e “Un lungo racconto delle cose perse e ritrovate” nel 2021 per Nolica Edizioni. Ha recentemente aperto una pagina Facebook “Le parole di Maria Teresa” dove legge passi dei suoi libri. Dal 2019 collabora con la nostra testata.
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Ultimo appuntamento il 22 Giugno 2023