L’appuntamento con cadenza quindicinale, il primo e il terzo giovedì del mese in cui la scrittrice Maria Teresa Muratore ci fa entrare nel suo mondo, “un mondo tutto mio, un po’ fantastico”.
Le vacanze
La nonna diceva ma perché non andate in vacanza a Tarquinia? Perché non comprate lì una casa?
E i miei rispondevano “per ritrovare anche lì i viterbesi?”, non sarebbe stata una vacanza se non si fosse potuto andare in giro, conoscere posti nuovi, vedere altre realtà.
Nel ’60 andammo in Spagna con la 600, poi Courmayeur, la Svizzera, Bordighera, Rimini, Viareggio… Finalmente nel ’68 papà comprò la roulotte e iniziammo a girare, sistematicamente, l’Europa.
Per gli altri bambini c’erano gli amici dell’estate, perché la maggior parte delle famiglie andava in vacanza sempre negli stessi posti, e quindi si ritrovavano o a luglio o a agosto con gli stessi compagni lasciati l’anno precedente, fosse il paese di origine dei nonni o dei genitori, o la vicina spiaggia di Tarquinia o Montalto o Santa Marinella o la casa in campagna o in città, noi no, ogni anno i nostri genitori sceglievano un posto diverso e noi così non abbiamo mai provato il piacere di ritrovare gli amici dell’estate precedente ma la curiosità invece di incontrare persone diverse, e il desiderio di stabilire comunque un rapporto dato che in ogni caso volevamo giocare, anche con quei bambini che parlavano un’altra lingua ma con i quali riuscivamo lo stesso ad intenderci.
Un anno, a Rimini, in albergo c’era una famiglia di scozzesi con due figlie dell’età nostra; Brenda e Dorothy, facemmo subito amicizia, e una volta sentendole parlare tra loro in inglese- lingua per noi incomprensibile- non so se per darci un tono o solo se per scherzo io e mia sorella iniziammo a parlare in una lingua inventata e senza senso, tanto non avrebbero capito neanche l’italiano!
Dover ripetutamente stringere amicizia con bambini che non conoscevamo penso sia il motivo per cui oggi quando vado in giro ai convegni di lavoro mi piace incontrare persone nuove ed avviare nuovi rapporti mentre molti colleghi tendono a stare con il proprio gruppo con il quale sono partiti dai propri posti di lavoro, devono essere quelli che andavano in vacanza sempre nello stesso posto.
Andare in vacanza in posti diversi, conoscere posti nuovi con altri costumi di vita, incontrare persone le più disparate, sentire lingue differenti, è stato il regalo più grande che i nostri genitori potessero farci, perché ci ha aperto la mente e ci ha fatto amare il mondo così com’è, le persone pur nelle loro diversità ci sono apparse tutte uguali, dove l’appartenere ad una razza o ad un’etnia differente poteva essere una ricchezza in più piuttosto che un fattore discriminante.
Inoltre i nostri genitori ci facevano vivere tutto ciò con una grande semplicità e naturalezza, per esempio, quando andavamo in albergo erano sempre ottimi alberghi– di quelli che ti devi cambiare più volte al giorno per intenderci- ma non c’erano sprechi, mi ricordo che una volta, a Riva del Garda, volevamo il gelato ma ne prendemmo due in quattro! Non credo che non ce ne potessimo permettere uno a testa ma…
Questa possibilità di poter uscire dalla nostra casa e sentirci a casa anche a migliaia di chilometri lontano e scoprire che ci sono tante persone come te che vivono in posti spesso così diversi ma anche così simili ci ha dato l’idea che fosse una cosa normale e la percezione che tutto sia possibile e realizzabile.
Ecco questo è stato il regalo: avere la curiosità del viaggio ma senza l’accanimento di realizzarlo perché già l’hai fatto e sai che quando vuoi puoi rifarlo, semplicemente; è l’idea, nella vita, della possibilità possibile, non so come dire, è il potersi non chiedere “ce fa farò?”o meglio il chiederselo ma come domanda retorica che non aspetta una risposta perché la risposta è si che ce la farai se solo hai deciso di farlo.
L’autrice*
Maria Teresa Muratore è nata e vive a Viterbo. Una laurea in Scienze Biologiche all’Università di Pisa, con una specializzazione in Patologia Generale. Come scrittrice ha ottenuto diversi riconoscimenti. Ha pubblicato per Alter Ego “Scartini d’Amore, la silloge “In terza persona“(2017) che ha vinto la XXXI edizione del Premio Internazionale Internazionale “Letteratura, poesia, narrativa, saggistica, sezione inediti, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli e dalla rivista “Nuove Lettere“. In ambito narrativo, ha pubblicato “Pensieri Vaganti” nel 2020 per Alter Ego, e “Un lungo racconto delle cose perse e ritrovate” nel 2021 per Nolica Edizioni. Ha recentemente aperto una pagina Facebook “Le parole di Maria Teresa” dove legge passi dei suoi libri. Dal 2019 collabora con la nostra testata.
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Prossimo appuntamento il 18 maggio 2023
Nella foto: roulotte sul mare, archivio Touring