Ville Palazzi Castelli nella Tuscia Viterbese brillano nella giornata di studi a Soriano

Francesca Pontani*

Ville, palazzi e castelli nella Tuscia Viterbese tra XV e XVII secolo: natura, mitologia e alchimia”, questo il titolo del Convegno svolto a Soriano nel Cimino sabato 22 settembre nella prestigiosa sede della Sala Consiliare del Palazzo del Municipio, ex Convento degli Agostiniani, di Soriano nel Cimino.

La Tuscia è un territorio culturale che racchiude luoghi dalle storie e dalle simbologie alchemiche ed esoteriche insospettate, alla maggior parte dei suoi viaggiatori.

Giochi d’acqua, fontane, statue a tuttotondo, affreschi e grottesche che attraverso dettagli e colori conferivano al luogo che li accoglieva un senso spirituale ed esistenziale ben preciso.

I RELATORI

Villa Lante a Bagnaia fu la villa dei quattro elementi e dei cinque sensi. Era un luogo che emanava sapori, odori e artifici scenici in un’epoca (il XVII secolo) che iniziava a sperimentare ardite scenografie non solo da guardare ma anche da sentire, ascoltare e udire come per esempio le bocche dei draghi pronti a sputare acqua, fuoco e colpi da sparo al passaggio di illustri visitatori!

Andrea Alessi, Eros e Controriforma. Il caso di Villa Lante a Bagnaia.

Attraverso il mito si cerca la mediazione tra Uomo e Natura. Questo il messaggio dei resti della “misteriosa” villa a Ponte dell’Elce a Viterbo. Un luogo del quale ancora non si conosce il nome del committente, forse essa stessa una fabbrica residenziale rimasta incompiuta, ma che ad oggi, seppur in totale e completo abbandono, è di un fascino incredibile. Nella natura sono inserite le sculture, in un ambente “selvatico” dove l’intervento dell’uomo fu minimo, questo per lasciare la natura “libera” da condizionamenti artificiali. Ercole è il personaggi mitologico di spicco; i dettagli anatomici molto curati; i temi decisamente licenziosi: per questo motivo si ipotizza che questa villa venisse frequentata solo da un ristretto numero di persone che ne aveva un uso esclusivo e limitato.

Marilisa Biscione, Federica Gaspari, Giuseppe Romagnoli, Un inedito giardino cinquecentesco alle porte di Viterbo. Notizie preliminari sul complesso di Pietrare-Ponte dell’Elce.

Satiri, un gufo, una tartaruga, una satiresca e Pan-Natura come forza generatrice. L’impianto iconografico di Papacqua è articolato su questi personaggi e su molti altri. Elementi, animali, figure, dettagli che raccontano significati e trovano esatti e puntuali rimandi alla classicità antica. E’ un universo armonico di immagini e rimandi a statue antiche, come è il caso della satiresca in primo piano distesa con il putto sul suo seno che ripropone la postura e lo stesso significato della statua del dio Nilo ai Musei Vaticani. Elementi statuari che quindi non sono un semplice e “vuoto” elemento decorativo della lussuosa residenza Chigi-Albani ma un vero e proprio manifesto di conoscenze antiquarie e colte. Anche qui accanto a elementi che rimandano a conoscenze esoteriche (nel senso di conosciute da pochi) quali lo gnosticismo alessandrino di IV secolo, compaiono figure più ”licenziose”: donne completamente nude che è stato ipotizzato dalla relatrice (sulla base di determinati elementi sulla statua) venissero ricoperte nelle parti intime in occasione di visite di persone che non avrebbero gradito vedere queste immagini.

Francesca Ceci, Tra mito e natura: la Fonte Papacqua nel palazzo del cardinal Cristoforo Madruzzo a Soriano.

Montecalvello: un luogo esoterico nei minimi dettagli, una “dimora filosofale” (cit.) dove ogni dettaglio ha un significato profondo. Attraverso le stanze del castello indizi, frasi, parole e immagini sono i frammenti di testi e formule alchemiche. Dafne che fugge, satiri che abbeverano creature esili e sinuose, la Giustizia rappresentata con il colore giallo sotto forma di donna e poi, soprattutto, la pietra filosofale: la Donna nuda dove il colore rosso e bianco sono elementi specifici di un cammino da percorrere.

Stanislas Klossowski de Rola, Gli affreschi del castello di Montecalvello: analisi storico-artistica e loro simbologia alchemico-esoterica.

Questi gli interventi degli illustri relatori della mattina cui nel pomeriggio hanno seguito altrettanto illustri ricercatori e studiosi.

Le forme non sono solo forme ma in se stesse hanno la forza di energie. Linee, prospettive e piani architettonici gli elementi che compongono un linguaggio.

Sigfrido E.F. Höbel, Il Pentacolo Farnese. Note sulla simbologia ermetica nel Palazzo Farnese di Caprarola.

Il Bosco sacro di Bomarzo, il boschetto di Vicino Orsini, emblematico testimone di una cultura rinascimentale, ad oggi ancora in gran parte da comprendere che non cessa di riservare profonde emozioni attraverso lo svelamento delle sue narrazioni.

Marco Maria Melardi, Bomarzo, spazio dell’immaginario. Il Sacro Bosco generatore di narrazioni.

E poi per concludere la giornata le relazioni di:

Salvatore Enrico Anselmi, Astrologia ed ermetismo nelle committenze Giustiniani a Roma e nel Lazio tra XVI e XVII secolo. Nuove riflessioni.

Francesca Pandimiglio, Il Castello Ruspoli di Vignanello e il suo giardino segreto.

Fulvio Ricci, La chiesa di Santa Maria della Cavarella e la tela con l’Immacolata delle Clarisse a Farnese.

Luca Salvatelli, Annio da Viterbo e l’alchimia

UN EVENTO ECCELLENTE ed IMPORTANTE

Un evento eccellente ed importante nel panorama della Tuscia viterbese per presentare e dibattere su argomenti riguardanti la divulgazione e la valorizzazione della ricerca storico artistica, paesaggistica e archeologica dei più importanti complessi architettonici della provincia di Viterbo.

UN VIAGGIO

Un viaggio attraverso i segreti, le bellezze e i misteri delle dimore e residenze storiche che hanno scritto la storia del territorio della Tuscia attraverso i suoi magnifichi siti monumentali che hanno attirato l’attenzione di numerosi architetti e artisti nelle varie epoche, edifici immersi nel verde, che raccontano anche le vicende di importanti famiglie quali i Farnese, i Madruzzo, gli Orsini, i Marescotti, gli Sforza, i Ruspoli, i Maidalchini, i Pamphili, i Lante, gli Altieri, i Della Rovere e i Colonna, i Barberini Colonna di Sciarra, i Misciattelli, i Del Drago, i Carafa, succedutesi nei secoli.

 

L’IDEA del CONVEGNO

L’evento nasce dall’idea del conte Stash Klossowski de Rola, del castello di Montecalvello, da Francesca Ceci e Sigfrido Höbel; è patrocinato dall’Unesco, dal Comune di Soriano nel Cimino, dalla Regione Lazio, dalla Provincia di Viterbo ed è organizzato dall’assessore alla cultura del Comune Ing. Rachele Chiani in collaborazione con la Dott.ssa Francesca Ceci e la Prof.ssa Francesca Pandimiglio, e le Associazioni Arte e Benessere di Bomarzo e Soriano Terzo Millennio onlus.

Foto della conferenza. credit Francesca Pandimiglio

**Francesca Pontani – www.francescapontani.it – Archeologa del comitato scientifico del Museo Archeologico delle Necropoli Rupestri di Barbarano Romano. Egittologa, conoscitrice di lingue antiche come i geroglifici, la lingua sumerica e accadica, la lingua etrusca, lavora nel mondo del web. Nel blog e sul canale YouTube ArcheoTime sono visibili le sue camminate archeologiche on the road. Innamorata della comunicazione e della scrittura, guiderà i lettori di TusciaUP nella conoscenza del nostro territorio attraverso Tour di Archeologia in Tuscia.

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