Sul palco dell’antico teatro romano di Ferento giovedì 25 luglio (ore 21.15) sarà la volta di “ Fra’ San Francesco la Superstar del Medioevo”, uno spettacolo di e con Giovanni Scifoni, accompagnato da musiche eseguite con antichi strumenti. Come si fa a parlare di San Francesco d’Assisi senza essere mostruosamente banali? Come farò a mettere in scena questo spettacolo senza che sembri una canzone di Jovanotti? Sono queste alcune delle domande che si è posto Giovanni Scifoni, poliedrico artista da sempre attento alla vita dei religiosi, nell’approcciare alla stesura della sua opera teatrale dedicata a San Francesco, definito non impropriamente come “la superstar del medioevo”.
Se si chiede a un ateo anticlericale: “dimmi un santo che ti piace”, lui dirà Francesco. Perché tutti conoscono San Francesco? Perché sono state scritte decine di migliaia di testi su di lui? Perché è così irresistibile? E perché proprio lui, continua nelle sue note descrivendo lo spettacolo che sta portando con grande successo in tutte le sale italiane. Una sorta di teatro narrazione che affonda le radici proprio nell’essere stesso di San Francesco, definito spesso il “giullare di Dio”.
E la risposta alle domande è presto trovata, perché Francesco aveva di speciale che era un artista. Forse il più grande della storia. Le sue prediche erano capolavori folli e visionari. Erano performance di teatro contemporaneo. Giocava con gli elementi della natura, improvvisava in francese, citando a memoria brani dalle chanson de geste, stravolgendone il senso, utilizzava il corpo, il nudo, perfino la propria malattia, il dolore fisico e il mutismo.
Il monologo, orchestrato con le laudi medievali e gli strumenti antichi di Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, si interroga sull’enorme potere persuasivo che genera su noi contemporanei la figura pop di Francesco, e percorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico che lo porterà alla morte, dalla predica ai porci fino alla composizione del cantico delle creature, il primo componimento lirico in volgare italiano della storia. Francesco canta la bellezza di frate sole dal buio della sua cella, cieco e devastato dalla malattia. Nessuno nella storia ha raccontato Dio con tanta geniale creatività. Francesco sapeva incantare il pubblico, folle sterminate, sapeva far ridere, piangere, sapeva cantare, ballare. Il vero problema con cui Scifoni si è dovuto scontrare preparando lo spettacolo riguarda il fatto che “Francesco era un attore molto più bravo di me”. Ma sarà così? Al pubblico del Ferento Teatro Festival il piacere di scoprirlo.
Nelle note di regia di Francesco Ferdinando Brandi si legge: “Lavorare con Giovanni è entusiasmante perché è un attore vulcanico che sa fare tutto bene, recitare, ballare, cantare, suonare e persino disegnare. Abbiamo lavorato durante le prove in modo quasi laboratoriale. Una volta condivisa la direzione del racconto, ognuno proponeva digressioni, suggestioni, invenzioni nuove. Nessuno imponeva mai nulla, niente era mai definitivo, ma tutto in divenire. È il modo più bello per costruire uno spettacolo, le idee nascono da un’intuizione ancora sfocata, poi rielaborata, metabolizzata e rielaborata ancora fino a che non prende la sua forma definitiva. Lo stesso è stato con i musicisti. Loro proponevano un arrangiamento, noi cercavamo di raccontare l’effetto che cercavamo, e loro lo riadattavano, spesso restituendo un effetto ancor più efficace. Il teatro è un’arte che si fa insieme, dove ognuno apporta la sua competenza, sensibilità, esperienza e quando uno spettacolo si costruisce così è la migliore garanzia di ottenere un buon risultato. Una narrazione perfetta – conclude – per Giovanni che ha da sempre la grande abilità di riuscire a trattare temi elevati con semplicità e divertimento, unendo l’alto e il basso in una seducente affabulazione”.
Musiche originali: Luciano Di Giandomenico, strumenti antichi: Luciano Di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, regia: Francesco Ferdinando Brandi.
Ferento Teatro Festival 2024 è organizzato, come avviene da oltre venti anni, da Consorzio Teatro Tuscia con la direzione artistica di Patrizia Natale ed è sostenuto dal contributo del Ministero della Cultura, che dal 2022 lo ha riconosciuto Festival a livello nazionale, dal Comune di Viterbo, dalla Regione Lazio, da Fondazione Carivit e da Ance Viterbo.
Per ulteriori informazioni sui biglietti e sulla stagione teatrale, consultare la pagina fb Ferento Teatro Romano o il sito www.teatroferento.it/ .
Foto di scena – Chiara Lucarelli