Per l’anagrafe è la ex chiesa dei santi Giuseppe e Teresa, annessa al convento dei Carmelitani Scalzi. Per i viterbesi semplicemente l’ex tribunale di piazza Fontana Grande, scenario di importanti processi di Assise come quello Cuocolo e della banda Giuliano. In futuro dovrebbe essere completamente trasformata per diventare un mercato coperto. Così almeno è previsto nel programma elettorale a suo tempo redatto e varato dalla Giunta Frontini. Ma c’è chi giura che il progetto non diventerà mai realtà, almeno per due motivi: il primo di tipo politico in quanto avversato categoricamente dalle opposizioni (e non solo) a palazzo dei Priori; il secondo perché una recente ricognizione effettuata da funzionari comunali e da tecnici della Soprintendenza, ha accertato che i sotterranei della ex chiesa sono in parte ancora da esplorare e studiare. E, dunque, meritano tempo e assunzione di responsabilità da parte delle autorità che tutelano il patrimonio storico e artistico, dunque culturale, del Paese intero e naturalmente di Viterbo. Da qui il possibile, praticamente certo, stop, almeno temporaneo, della firma sul protocollo di intesa Regione/Comune che dovrebbe essere firmato il prossimo 22 luglio e che è necessario per dare il via libera ai lavori di ristrutturazione. In sostanza, servono accertamenti approfonditi sul manufatto, prima di autorizzarne la trasformazione in mercato coperto.
La ricognizione ha confermato che esiste una cappella che ospiterebbe la tomba – non ci sono certezze – del famoso pittore viterbese Giovanni Francesco Romanelli (1610-1662). Altre cappelle, nel corso dei decenni, sono state murate e comunque modificate per allestire celle, sale di attesa per i detenuti e la grande “gabbia” a sinistra del tavolo dei giudici. Accertata anche l’ubicazione della tomba della famiglia Brugiotti che come altre casate viterbesi, Casini, Pettirossi, Signorini contribuirono alla manutenzione del tempio. A sinistra in fondo, una grata che protegge una botola sotto la quale si apre una cripta di una ventina di metri quadrati che custodiva verosimilmente le spoglie di importanti personaggi e che risultano parzialmente violate. Ma, mistero dei misteri, sul pavimento opposto sono emerse, dalla polvere e dai calcinacci, le lastre sepolcrali di almeno due botole ermeticamente chiuse e su una delle quali figura l’effige di un teschio. Come dire che lì sotto vi sono altre tombe, almeno una. Se non addirittura un corridoio che magari conduca alla cripta. Un mistero tutto da svelare o, più semplicemente, un percorso sotterraneo da esplorare. Che va accertato prima che partano i lavori di trasformazione del sito.
“Un progetto, quello del mercato coperto – attacca l’ex sindaco, Giulio Marini – che non ha alcun senso e sotto nessun punto di vista, se non quello di mantenere un impegno assunto dalla sindaca in campagna elettorale quando affermava che la ex chiesa era una cerniera tra il centro storico e il resto della città. Francamente non si capisce bene in che senso. Certo faremo del tutto per impedire questo scempio che immagina pesci, mele e ortaggi dove c’erano capolavori artistici. Per l’ex tribunale meglio sarebbe, invece, pensare ad una destinazione culturale. In particolare, un museo. Nel 2009 ci fu anche questa opportunità attraverso un finanziamento di 4 milioni dei Beni Culturali. Poi i soldi non arrivarono e il progetto saltò. Questa volta mi auguro che salti, non per mancanza di fondi, ma per un atto di saggezza”.