Suor Clara Herrera, la sfida dell’accoglienza ci porta verso l’altro, anche con gli eventi

di Sara Grassotti

Arrivati a Montefiascone dalla Porta del Borgo, verso la chiesa di Sant’Andrea, si giunge alla chiesa del Divino Amore, la facciata deve la sua attuale forma al vescovo Saverio Giustiniani che nel ‘700 si rifece al gusto dell’epoca, mentre adiacente vi è l’annesso monastero divenuto di clausura nel 1772, ma poi sciolto è diventato centro di formazione religiosa per le future suore. Un disegno ricco di fecondità, qui molte giovani del paese hanno imparato l’arte del ricamo, l’armonia del canto.

Degno di nota è  l’antico organo ad aria, conservato nella cantoria che sovrasta l’ingresso della chiesa: datato 1859, si tratta di una delle prime opere di Camillo del Chiaro, organaro marchigiano tra i più apprezzati nella Tuscia del XIX secolo. La produzione dell’aria, necessaria al funzionamento, è ancora oggi ottenuta nella maniera tradizionale, quella manuale, e per questo motivo durante il concerto l’organista deve essere affiancato da un aiutante “tiramantici”. Uno spettacolo nello spettacolo.

L’annesso Monastero ha una vita operosa rappresentata da un mondo femminile attivo, quello delle suore agostiniane.

Una storia, quella della congregazione, che ha compiuto più di 300 anni ed è ricca di fecondità spirituale, le sorelle  sono impegnate nella scuola, nella catechesi parrocchiale e familiare, nell’animazione liturgica, nell’accoglienza amorosa di chi vive disagi nelle case-famiglia. Un’opera pastorale che lascia la porta del convento sempre aperta. Ma ultimamente si è aggiunto dell’ altro che ci ha positivamente colpito, una serie di eventi sono stati messi a punto dalle suore Suore agostiniane del Divino Amore aprendo la porta a una nuova platea.

Suor Clara Herrera, peruviana, è qui da 7 anni e del convento è la madre superiora.

In Italia è arrivata 32 anni fa, facendo tappa alla casa madre a Roma e girando poi in varie parti d’Italia. Sessantenne con la vivacità di un’adolescente è stato per noi difficile rincorrerla, oggi che la missione della comunità religiosa è volta all’accoglienza la sua giornata è molto impegnata.

Montefiascone ben si presta  ad accogliere essendo tappa importante del cammino dei pellegrini sulla Via Francigena. Mentre cerchiamo di parlarle sta salutando un gruppo di pellegrini toscani.

Dimentica i passi che hai fatto, ricorda le impronte che hai lasciato

Prendendo come spunto l’epigrafe sul Monumento del Pellegrino che inizia la quarantesima  tappa  della Via Francigena, quella che collega Montefiascone a Viterbo concordiamo che per chi fa sosta nel monastero del Divino Amore non è una forzatura conservare quelle impronte.

Sono soltanto 4 le suore all’interno del monastero: suor Clara,suor Andreina,suor Lea, Suor Lucia,due peruviane e due italiane, le due più anziane non mancano di quel brio, alimentato dagli ospiti che arrivano, in monastero hanno recentemente soggiornato 45 ragazzi in ritiro spirituale provenienti da tutta Italia.

Ma in quest’estate di ripartenza, seppur con cautela, la vivacissima suor Clara ha pensato che dal silenzio del monastero e  segnati dalla pandemia si poteva ripartire in modo costruttivo. Come? Addirittura con Dante. “Incontro con l’uomo e il poeta”, evento per ricordarne i 750 anni dalla nascita, organizzato dalla stessa superiora, suor Clara Herrera con l’ausilio di Loredana Smafora, funzionario dell’Ufficio Turismo del Comune di Montefiascone. L’Amore assoluto celebrato in maniera sublime nel XXXIII canto del Paradiso (Preghiera alla Vergine e visione di Dio). La spiritualità composta  affidato al  racconto del narratore Giuseppe Rescifina con musiche curate da Giancarlo Necciari e movimenti scenici di Alessandra Ragonesi.. “Tutti hanno collaborato in maniera spontanea,afferma Suor Clara, v’è stato un grande gesto di generosità in coincidenza  con la nostra festa per celebrare Maria SS. Assunta  il 15 agosto. Gli eventi “Al convento con Dante. Incontro con l’uomo e il poetasono stati organizzati da suor Clara Herrera, in collaborazione con un gruppo di volontari.Elia Santini e Albina Rossi sono stati protagonisti di “Letture al tramonto”. Maria Morena Lepri e Renato Trapè hanno interpretato “Sotto sì bel cielo” (versetto 82 del 29esimo canto del Purgatorio), un itinerario con Dante sulla via Francigena, strada che il poeta percorse in occasione del viaggio a Roma compiuto in occasione del Giubileo indetto nel 1300 da papa Bonifacio VIII.

“A tutti  va la mia gratitudine.E’ stato un successo inaspettato – afferma soddisfatta la superiora – e se l’evoluzione migliorativa del Covid ce lo permetterà potremo ripetere altri eventi, che possano aprirsi a  uno scambio culturale, con presentazione di libri, coinvolgendo in modo particolare i giovani, le eccellenze del nostro territorio. E’ giusto che la chiesa, l’apparato clericale  vada di nuovo a mettere a disposizione i propri spazi, come predica papa Francesco. Il maggiore dramma di questi tempi è che si sono persi i luoghi di aggregazione, di condivisione, e i giovani disorientati ricercano la massificazione, come è avvenuto in questi giorni al rave di Valentano, un conseguente processo di annullamento dei caratteri e comportamenti individuali, in quanto si sono persi i punti di riferimento e da qui ne consegue la mancanza di un orientamento. Ognuno di noi deve fare il proprio per cercare di recuperarli”.

Nella conversazione fluida una domanda è d’obbligo

Voi tenete a precisare che il vostro cammino spirituale vi debba vedere donne libere sotto la grazia. Come si traduce nella vita esterna?

All’inizio di questo nuovo secolo, vogliamo essere più attente alle sfide del momento, nella chiesa e nella società dobbiamo essere stimolate a dare risposte coerenti e adeguate, senza perdere la nostra specificità.

Ci spieghi meglio..

Vogliamo lavorare attivamente per continuare a spargere nel mondo il buon profumo del Signore, per l’appunto come donne libere sotto la grazia.

Il nostro Ordine nasce come Casa di formazione, ma oggi il nostro futuro è indirizzato all’accoglienza, lo riteniamo il miglior orientamento verso l’altro. L’ospitalità infatti è sempre occasione di apertura al nostro prossimo, scambio di amicizia e umanità. Il luogo in cui viviamo, un luogo di vita comunitaria per laici o religiosi, non deve mai essere un luogo chiuso ma un ambiente dove accogliere volentieri chi, a vario titolo, bussa alla nostra porta.

Abbiamo anche un nutrito numero di volontari e una comunità, quella montefiasconese, molto generosa, affettuosissima, con ognuno di loro si è costituito un clima bellissimo, che accorda la realizzazione dei nostri desideri.

Personalmente a Montefiascone ci vivo bene, il clima è ideale, ho trovato il mio habitat, anche se nulla per una monaca è definitivo.

Qual è l’angolo che ama di più di questo luogo?

La bellissima cattedrale con la sua  cupola è un simbolo caratteristico del paesaggio e per me un luogo di silenzio e meditazione. Sicuramente significativa è  La rocca, le mie passeggiate sono lì, fa da cornice quel panorama immenso che si apre di fronte sul lago di Bolsena così da ammirare l’ampiezza con le due isole, Bisentina e Martana. Un paradiso. Esattamente il luogo dove si ritrovano i pellegrini che s’incamminano verso Roma, che magari fanno sosta nel nostro monastero, prima di affrontare la tratta della Francigena. Le coincidenze non sono mai casuali.

Per chi volesse visitare il Monastero, la bellissima cappella, la sede è in Corso Camillo Benso Conte di Cavour, 64A, a Montefiascone.

Gallery:

Nella foto a sx le suore con la sig.ra Loredana Smafora

       

Chiesa Divino Amore

Chiesa del Divino Amore

 

Immagine eventi su Dante in Monastero

foto cover TramontoMontefiascone di Angelo Campanari

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI