RACCONTI BREVI/ Non è colpa mia

La piazza è costituita di quattro palazzi disposti a cerchio uno di fronte all’altro; ci si può accedere dalle rispettive quattro entrate, ovvero i lati del cerchio non coperti dagli edifici. Il suolo è coperto da un marciapiede di mattoni grigi ed è possibile accedervi solo a piedi. A vederla da sopra, l’area pedonale, ha la forma di una X. In mezzo a ogni lato scoperto, vicino al bordo del marciapiede, a fianco due panchine, c’è piantato un grande olivo. A piano terra, distribuiti tra le varie palazzine, ci sono: un alimentari, una frutteria, un veterinario, un bar e un parrucchiere.
“Non è colpa mia, che avete da guardare!”.
La donna dalle chiappe sode è sdraiata, un uomo e una donna sono chini su di lei per assisterla. Respira affannosamente, ha gli occhi spalancati e guarda un punto fisso che vede solo lei. Non risponde a nessuna delle domande che le fanno, a parte un leggero tremore incostante. Un gruppo di persone si sono fermate lì intorno e hanno assunto il ruolo di spettatori, come in un’esibizione di teatro di strada. Uno ha detto: “È ubriaco!”, indicando l’uomo ubriaco, e lui ha cominciato a scusarsi, a dire che la colpa non è sua. Dopo che ha vomitato si è ripreso, si sente meglio. Una signora pesta il suo vomito per sbaglio, dice: “È ubriaco” poi vomita anche lei. Allora lui comincia a urlare, racconta che lui era dall’altra parte della piazza che è sceso dal marciapiede e si è sentito strizzato e poi è allungato e si è ritrovato lì e si è schiantato addosso a quella donna, che è caduta a terra e si è sentita male. La donna che ha pestato il vomito dice: “È ubriaco”. Allora lui inizia a imprecare e si avvia svelto verso l’uscita della piazza. Scende il marciapiede, si sente strizzato e allungato, e si ritrova nell’entrata opposta.

Il ragazzo dell’incubo e il ragazzo in lutto sono scesi in tabaccheria, hanno chiesto se potevano fare una telefonata “urgente”. “Non c’è segnale” ha detto la tabaccaia. Sono usciti fuori e hanno guardato il piccolo mucchio di persone dall’altra parte. Poi un tonfo alle loro spalle: l’uomo ubriaco è a cinque passi da loro, sdraiato in avanti sul bordo del marciapiede. Loro guardano lui, lui guarda loro, impreca e si alza. Dice: “A… avete visto?”. Poi si volta, scende dal marciapiede e scompare. Si sentono delle urla dall’altra parte della piazza, i ragazzi si voltano per vedere che succede, poi l’uomo ubriaco riappare lì. Si spaventano, il ragazzo in lutto fa un salto indietro. L’uomo ubriaco prende i ragazzi per le braccia e li tira con sé fino a farli scendere dal marciapiede. Si sentono strizzati poi allungati e quando riaprono gli occhi sono davanti una decina di persone. Tutti sono immobili e c’è un silenzio impossibile. Il ragazzo dell’incubo vomita. La donna dalle chiappe sode è ancora sdraiata a terra, fa un respiro profondo mentre guarda il cielo; dice: “Tranquilli, sto meglio, tutto bene”. Non la ascolta nessuno.

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