Giovanni Fiorentino direttore del Disucom: la crescita del Dipartimento è la nostra scommessa

Diego Galli

Da Sorrento alla Tuscia, passando per la città di Lecce. Ci siamo recati presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo per conoscere più da vicino il professor Giovanni Fiorentino, Direttore del DISUCOM e docente dell’Università degli Studi della Tuscia.
Il suo impegno nel nostro territorio comincia a fine 2003: “All’epoca ero ricercatore per l’Università di Lecce e ottenni un incarico di docenza a contratto per due anni presso l’Università della Tuscia, prima di trasferirmi completamente. In quegli anni tenevo un corso di Sociologia della Comunicazione presso la facoltà di Scienze Politiche, al San Carlo”. Erano quelli gli anni di una forte espansione dei corsi di Scienze della Comunicazione in Italia, una novità anche per Viterbo, dove si assisteva a un vero e proprio boom di iscrizioni e che si prefiggeva il compito di introdurre nella Tuscia competenze nuove e inedite.
“In quel periodo c’erano ancora investimenti a livello nazionale sulla ricerca e sull’università”, spiega il professor  Fiorentino, raccontandoci di come si sostenesse la ricerca. “Negli ultimi dieci anni abbiamo invece assistito a un vero ribaltamento, con tagli strutturali che hanno coinvolto tutti gli atenei italiani. Una controtendenza, rispetto al resto d’Europa, che ha tagliato le gambe ai sogni di giovani ricercatori e, di conseguenza, alle possibilità di crescita di un Paese”. Quello che emerge dalla riflessione è un quadro dai tratti complessi, un insieme di speranze e di accrescimento culturale che è lentamente sfumato in tutta la penisola.
Tuttavia, l’Università degli Studi della Tuscia ha proseguito un percorso di crescita e sostegno nei confronti del territorio che la circonda, rafforzando i rapporti con le istituzioni, con il mondo della formazione scolastica, con le iniziative di promozione culturale, dal Tuscia Film Fest a Medioera, da Caffeina all’Est Film Festival.
“Il dialogo circolare con il territorio è indispensabile per l’Università, il nostro Rettore ha lavorato fondamentalmente per incrementare le relazioni strutturali con la Tuscia, tanto con le realtà istituzionali che con quelle aziendali di eccellenza”. Un impegno a tutto tondo, portato avanti dal Rettore Alessandro Ruggieri e da tutti i Dipartimenti che danno vita a una vera e propria rete di connessioni e opportunità per imprenditori, studenti e cittadini.
Nel particolare, gli interessi del DISUCOM sono da sempre legati alle vocazioni turistico culturali della Tuscia, alla formazione scolastica e a qualificare i processi di comunicazione del nostro territorio. Negli ultimi tre anni il laboratorio fotografico del Disucom si è impegnato in un progetto di comunicazione visiva dedicato alla patrona di Viterbo, Santa Rosa: “Ho assistito per la prima volta al trasporto della Macchina di S.Rosa nel 2013. Vederla dal vivo è qualcosa di unico: lascia con il fiato sospeso. Osservare una macchina architettonica più alta dei palazzi che si muove tra le strette vie del centro storico della città è qualcosa di indescrivibile. Senza parlare delle emozioni che trasmettono i viterbesi in attesa sul percorso, prima, durante e dopo il passaggio”. Da questo mix di emozioni è nato il primo dei libri dedicati all’evento, “Dentro Santa Rosa. Oltre Santa Rosa” (edito da Settecittà), un progetto editoriale che il DISUCOM ha portato avanti coinvolgendo gli studenti del Laboratorio e alcuni studenti del Liceo Ruffini coinvolti nel progetto d’alternanza scuola-lavoro.
“Si è trattato di una vera scommessa con la quale abbiamo deciso di raccontare l’esperienza del trasporto con la molteplicità degli occhi di giovani studenti. Una narrazione differente, partita da un progetto nato su Instagram e poi evoluto nella concreta e materiale pubblicazione di un volume dal formato che richiama quello delle polaroid e che può essere letto secondo due racconti: Santa Rosa attraverso l’esperienza straordinaria dei facchini, Santa Rosa attraverso la bellezza della sua città e dei suoi cittadini”.
L’arrivo di un secondo libro, pubblicato quest’anno, sottolinea ancora il concreto impegno del Dipartimento nell’impegno di promozione della Tuscia, “Un’occasione importante per portare Viterbo fuori di sé”, come spiega Fiorentino. Di pari passo, continua il percorso evolutivo del Dipartimento attraverso la recente apertura del Corso Magistrale in Informazione Digitale (LM-91) che si aggiunge alla filiera di Lettere e al corso triennale di Beni Culturali. “Era fondamentale chiudere il ciclo formativo intrapreso con il Corso triennale di Comunicazione, Tecnologie e Culture Digitali. Il nuovo corso magistrale si differenzia dalle altre LM-91 presenti in Italia, generalmente concentrate sull’informatica. La nostra sfida è complessa e cerca di mettere insieme le competenze umanistiche – narrative e comunicative – con quelle tecnologiche e informatiche. Ovviamente sarà il tempo a giudicarci, ma la speranza è di avere un buon riscontro da parte del territorio e dai nostri studenti”.

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI