Potremo conoscere come cucinavano, come mangiavano, come bevevano, come vestivano, come danzavano, come si divertivano etruschi e romani. Lo scriba spiegherà la scrittura latina e come fare di calcolo, il sutor come si lavora il cuoio, l’argentario insegnerà la storia del denaro e il mestiere del cambiavalute. Insomma, come i nostri avi trascorrevano le loro giornate. In otto ore – dalle 10,30 alle 18,30 – di sabato prossimo 3 giugno Ferento tornerà ai fasti, ma anche alla vita semplice, di tutti i giorni attraverso una fiction – ci si passi una volta tanto il termine anglofono che suona un po’ come offesa alla storia – interpretata da diciotto volontari che accompagneranno i visitatori in un viaggio lungo gli affascinanti meandri della civiltà etrusca e di quella romana, di epoca prima repubblicana e poi imperiale. Un excursus affascinante lungo l’esistenza quotidiana dei nostri lontani progenitori e per questo anche un percorso assolutamente didattico. “Una storia etrusco/romana come non l’hai mai vista prima”, sintetizza Simonetta Pacini, direttrice artistica e organizzatrice nel presentare l’evento nell’Auditorium Unindustria di valle Faul. Patrocinio di Archeotuscia, sponsor Ance, Ecologia Viterbo, Confimprese Viterbo, Fondazione Carivit, Eurospin.
Cinque le associazioni di rievocazione storica che daranno vita alla giornata: Auxilia Legionis, Mos Maiorum, Svodales, Cultus Deorum Ostia Antica e A. C. Nereides Danze Antiche. Ingresso con contributo volontario, prenotazioni Info e WhatsApp 3287750233 mail archeotuscia@gmail.com.
Presenti, tra gli altri, alla presentazione dell’evento il questore di Viterbo, Fausto Vinci, il vice sindaco e assessore alla Cultura di palazzo dei Priori, Alfonso Antoniozzi. “Tutti gli argomenti – sottolinea Luciano Proietti, presidente di Archeotuscia – saranno trattati con un linguaggio semplice, attraverso un percorso diacronico, la storia del territorio e di Ferento. Con una novità assoluta: quest’anno partiremo dalla Ferento etrusca, come non era mai accaduto in passato, per ricordare che la città ebbe origini etrusche prima di diventare centro di grande importanza nel periodo romano”.
“Il Comune di Viterbo – garantisce Antoniozzi – era e resterà sempre con voi anche se ho due spine nel cuore: Ferento e Castel d’Asso, che erano e restano anch’essi dei privati mentre potrebbero essere utilizzati per la crescita artistica e turistica del territorio. Ma questa è un’altra storia”.
