Civita di Bagnoregio, il fascino del silenzio

Ha un aspetto surreale, sembra un’isola sospesa. È chiamata “città che muore” perché poggia su un’altura di tufo soggetta a lenti movimenti franosi che ne segnano il destino. Per raggiungere Civita di Bagnoregio, nell’entroterra viterbese, a metà strada tra Orvieto e il lago di Bolsena, bisogna attraversare a piedi un lungo e stretto ponte in cemento. Il paese, oggi quasi completamente disabitato, ha origini etrusche e medievali e domina la grande valle dei Calanchi, un complesso di colline anch’esse di roccia argillosa soggette ad erosione a causa del vento, della pioggia e dell’acqua dei torrenti che percorrono la vallata.
Il fascino di questi luoghi è unico come i colori che irradiano: il rosso tufaceo e dei muretti di pietra naturale che cingono il borgo (i cosiddetti “ponticelli”) e il bianco dei calanchi. Intorno alla piazza principale, la bella chiesa romanica di San Donato che custodisce un crocifisso ligneo del ‘400 e un affresco della scuola del Perugino. Il centro storico è costituito da una torre di pietra, edifici trecenteschi e palazzi rinascimentali dai quali si dipana un reticolo di vie e vicoli sui quali si affacciano case medievali con scalette esterne e balconcini fioriti. Da vedere anche il mulino del ‘500 e la casa natale di San Bonaventura, il cardinale filosofo citato da Dante nel canto XII del Paradiso: «Io son la vita di Bonaventura da Bagnoregio, che ne’ grandi offici sempre pospuosi la sinistra cura».Incantevole scenario scelto da brand famosi come Brunello Cucinelli (cachemire) e da Santa Rosa, (confetture), come location straordinaria per rappresentare le proprie campagne pubblicitarie a livello mondiale.www.civitadibagnoregio.it; www.comune.bagnoregio.vt.it
Da Bagnoregio, dirigendosi verso sud, in direzione di Viterbo, superato il borgo di Montefiascone (patria del celebre vino bianco chiamato Est! Est! Est!) si raggiunge Vitorchiano, ai piedi dei Monti Cimini e in mezzo a fitti boschi. Pure esso un borgo medievale aggrappato su un alto e piatto colle formato però da enormi – e stabili – massi di pietra. Ai margini del paese esiste un monastero benedettino (info: www.trappistevitorchiano.it) abitato oggi da monache trappiste: sarebbe stato fondato poco dopo l’anno Mille da alcuni monaci dell’abbazia benedettina di Molesme. Qui, negli orari previsti dalla Regola, è possibile ascoltare, all’interno della chiesa, i canti gregoriani recitati dalle religiose durante le preghiere e le messe della giornata.Dove mangiare:
Trattoria Antico Forno (piazza del Duomo Vecchio, tel. 0761/760016 begin_of_the_skype_highlighting 0761/760016 end_of_the_skype_highlighting). Tra le specialità, bruschette al tartufo, tagliatelle in salsa medievale. Un pasto: da 20 euro.
Il Ristorante Hostaria del Ponte (www.hostariadelponte.it), in località Mercatello di Bagnoregio, è ricavato in un’antica casa di tufo, con terrazza panoramica. Propone piatti della tradizione viterbese a base di piciarelli, carne di cinghiale, funghi porcini, tartufi neri. Un pasto: da 30 euro.

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