Barbara Ghiloni musica e canto un’emozione pura, l’arte “la Maschera”

di Nicoletta Di Luigi

  1. “Non chiudete le porte alle vostre idee, loro le scavalcheranno”– Mamojada 2018.

E infatti Barbara Ghiloni non ha chiuso la porta al suo sogno ma ha lasciato entrare nella sua anima già ricca di passione per la musica e il canto, la terra sarda in un mix di mistica e bellezza. Da questo incontro con le terre della Barbagia, l’ispirazione per il nome del piccolo centro d’arte “ La maschera” che vede l’open day a novembre 2018  in una parte dei locali dello storico pub viterbese, ormai chiuso, Van Dick alla Trinità. Il centro è una scuola di canto moderno, il sogno realizzato in un luogo tutto dedicato alla musica e non solo di Barbara Ghiloni, insegnante di canto e cantante da 30 anni, con due dischi prodotti alle spalle, grande passione per il canto e l’insegnamento del canto, anima blues, a lei si legano i nomi di Marco Mengoni, Alessio Bernabei e Alina.

 

Come è nata la passione per l’insegnamento del canto?

La passione per l’insegnamento mi è stata trasmessa dalla mia insegnante di canto Antonella Ricci, in arte Nina, con la quale ho intrapreso un bellissimo percorso che parte dallo studio iniziale di molti anni di lirica che fornisce un’impostazione che non è quella del canto moderno, ma permette di proiettare la voce in maniera più forte insieme alla tecnica di supporto. Il metodo era quello degli anni ’50 the passionate voice, che aiuterà anche i cantanti per il metal, una tecnica poi trasformata al passo dell’evoluzione della musica negli anni in the progressive voice. Questa si rifà a tutto quello che è naturale nel nostro corpo, a partire dall’importanza della postura, della respirazione, sia a livello di diaframma sia della zona pelvica. La voce è uno strumento e se non si lavora bene, si possono fare dei danni; è per questo che negli ultimi tempi c’è stata anche una trasformazione a livello medico: la figura dell’otorino e del logopedista diventano fondamentali per il canto.

Dietro il canto c’è un mondo: dall’importanza dell’uso della lingua per la timbrica, alla buona dizione, alla buona dinamicità e articolazione della maschera facciale. Strutturare il canto con il piano-forte-mezzo forte-fortissimo e poi capire l’importanza dell’interpretazione. Nel mio centro lavoro molto con logopedisti, otorini e il foniatra, il medico specializzato per cantanti. Collabora con me Rosanna De Vita, audiologa e foniatra, con cui ho organizzato la Giornata mondiale della voce. Purtroppo in Italia non c’è la concezione che il professionista debba avere intorno a sé varie figure specializzate, oltre all’insegnante di canto e al vocal coach per esempio dovrebbero esistere anche quello della psicologa, coreografa…un’entourage che in America esiste.

Barbara continua a raccontarsi ripercorrendo la sua carriera, dalla passione per il blues, Mina Battisti, De Andrè, e cantante anche per otto anni di liscio; molta gavetta, molti gruppi, tanti palchi e anche molte critiche che le sono servite per affrontare il lato professionale, nella sua carriera di insegnante i nomi di Mengoni, Bernabei e Alina. “ Ben vengano i talent, ma ci deve essere una grande preparazione per reggere il successo una volta usciti o non deve essere fatto il grande errore discografico  e produttivo di far fuori l’insegnante. In Italia secondo me ci potrebbero essere tanti talenti, ma non hanno una preparazione valida né molte idee. La carriera di Mengoni è eccezionale perché lui non si è soffermato a quello che poteva dargli una casa discografica, ma ha avuto una crescita incredibile, ora infatti si auto produce. L’artista non può essere un professionista se si sofferma solo a quello che gli dà le canzoni e le interpreta, perché non cresce, non ha più niente da raccontare o racconta solo quello che dicono gli altri”

 

Come nasce questo centro? Quali sono i suoi corsi?

Il centro è il mio sogno realizzato e nasce perché con il mio compagno di origine sarda della Barbagia spesso andiamo a rigenerarci in Sardegna e dalla tranquillità e splendore dei paesaggi respirati, è venuta l’ispirazione e la determinazione per aprire il centro, il cui nome nasce da una visita al museo delle maschere di Mamojada…da qui il nome delle due sale dedicato alle maschere Thurpos e Mamuthones, poi la maschera è collegata all’arte, il metterti e toglierti la maschera…

I corsi che si tengono sono corsi di musica d’insieme, canto moderno, chitarra, chitarra per bambini, batteria per bambini e a settembre partiranno vari corsi, come pilates e quello di coro multifunzionale. Abbiamo già un corso di musicoterapia con bambini autistici e con disturbo dell’attenzione, un corso non messo in progetto ma che è venuto da solo e sostenuto molto dalla Asl, con gli insegnanti Rocker Ritz e Riccardo Di Pietrogiacomo; un corso di scrittura per apprendere le tecniche di base per la stesura di testi d’autore e in estate partirà anche il corso di yoga per bambini.

Prossimo progetto è quello di aprire un altro piccolo centro d’arte “la Maschera”  nel centro della Sardegna, dove non c’è niente per il canto oltre ai grandi centri; stiamo cercando appoggi e spero lo si possa realizzare.

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