Gabriele Papalino: l’ imprenditoria giovanile profondamente radicata nella Tuscia

Nato nella bellissima città di Orvieto, ma con il cuore rivolto alla splendida Tuscia. Gabriele Papalino è un giovanissimo imprenditore di appena 22 anni, proprietario – assieme al padre Erminio – dell’omonima Azienda agricola Papalino, situata tra i terreni di origine vulcanica di Castiglione in Teverina e produttrice di quattro particolari tipologie di vino.
“L’azienda nacque nel 1960”, ci spiega Gabriele, “quando mio nonno Ercole acquistò i terreni dove oggi sorgono i nostri vitigni e anche i nostri ulivi. Parliamo di circa sette ettari, dei quali tre già impiantati con dei vitigni e altri due in fase di impiantamento, tutti esposti in maniera tale da accogliere il Sole fin dalle prime luci dell’alba”. Raccontandoci la nascita dell’attività di famiglia, il giovane imprenditore non nasconde la sua emozione, dimostrandoci come la passione sia passata di padre in figlio da ormai tre generazioni.
A oggi, l’Azienda Agricola Papalino è nota in particolare per la produzione di quattro vini destinati a un mercato medio/alto. Parliamo di due rossi e due bianchi dai nomi che richiamano alla Storia e alla mitologia, come il grechetto “Ametis”. “Abbiamo scelto questo nome per più motivi”, spiega il più giovane della famiglia di imprenditori, “innanzitutto, perché greci e romani credevano che le ametiste fossero in grado di mitigare gli effetti alcolici del vino, e poi perché Ametista è anche il nome di una ninfa che attirò le attenzioni del dio del vino Bacco. Disperata, la fanciulla chiese aiuto alla dea Diana, che la tramutò in una pietra preziosa per nasconderla. Adiratosi per l’inganno, Bacco la identificò, rovesciandole addosso una coppa di vino, conferendole per sempre il colore violetto che la caratterizza”. Oltre che nelle origini del suo nome, il particolare vino è però riuscito anche a distinguersi dalla massa, tanto da ottenere il premio “Vini buoni d’Italia” nel 2014. Questo traguardo, come anche il successo che l’azienda raccoglie da ormai quattro anni alla fiera Vinitaly di Verona, giunge grazie a un controllo qualità ferreo e una doppia selezione dei grappoli. “Ametis”, accanto all’altro bianco “Lazulum” e i rossi “Solidago” e “Senauro”, sono ora vini che trovano spazio principalmente presso enoteche, locali della movida (anche viterbese), hotel e ristoranti di classe. Ora, la distribuzione, forte di 30-35 mila bottiglie selezionatissime, guarda non solo al Nord Italia, ma anche con estremo interesse all’estero, chiaro segno della voglia di crescere dell’azienda.
Il grande impegno, però, non ha impedito a Gabriele Papalino di completare i suoi studi alla facoltà di Scienze della Comunicazione della Tuscia, dove si è da poco laureato con il massimo dei voti con una tesi dal titolo “Social media: rivoluzione comunicativa nelle organizzazioni”. Mentre attende l’inizio del percorso magistrale, il giovane continua a impegnarsi in quello di imprenditore partecipando al corso di abilitazione “IAP” (Imprenditore Agricolo Professionale). Con questa specializzazione, Gabriele porterà avanti il nome dell’azienda, proiettandola in un futuro innovativo e lungimirante. Tuttavia, tra i mille doveri, resta sempre accesa la fiamma del suo amore per l’atletica e la corsa, attività sportiva che il ventitreenne porta avanti da ormai 12 anni con passione e dedizione.
Con tutta la sua voglia di fare, Gabriele Papalino ci dimostra che lo spirito imprenditoriale sia tutt’altro che morto nelle nuove generazioni. L’importante, come lui stesso ha voluto sottolinearci, è non darsi mai per vinti, continuare a impegnarsi e dare sempre il massimo in ogni cosa. La sua azienda, infatti, è nata grazie a molti sforzi e sacrifici economici: un vero e proprio investimento e un modello da seguire per il territorio della Tuscia.

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