Guidoni e De Minicis, il dono del Museo di Vetralla piccolo e bello

di Arnaldo Sassi

Se è vero che le tradizioni popolari rappresentano la cultura dei popoli e la loro storia, a Vetralla esiste un piccolo ma preziosissimo gioiello che non può essere assolutamente trascurato: il museo della città e del territorio. Incastonato nella torre che si trova proprio all’inizio dell’Aurelia bis, nella viuzza che costeggia l’antico fontanile (via di Porta Marchetta), è nato grazie alla passione, e anche alla “tigna” (detto in viterbese), di due docenti universitari: Enrico Guidoni (purtroppo deceduto nel 2007) e sua moglie Elisabetta De Minicis, che ancora oggi ne porta avanti l’attività, non senza molte difficoltà.

“L’idea – racconta la prof – nacque nel 1990, ma in un altro posto. Poi un giorno, passando per Vetralla, io e mio marito vedemmo questo stabile, caratterizzato da una torre antica e inserito proprio all’inizio del centro storico del paese. C’era il cartello ‘vendesi’. Ce ne innamorammo e decidemmo di comperarlo per trasferirci la nostra iniziativa”.

E da quel giorno è partito tutto?

“Assolutamente no. Avevamo già le nostre collezioni, soprattutto per quel che riguardava il legno e la ceramica. L’acquisto avvenne nel 2003, ma da tempo stavamo elaborando un progetto per realizzare un nuovo museo che si basasse sulla cultura materiale, sugli oggetti legati ai mestieri che collaborano alla realizzazione della città, ovviamente legato all’università. Io e mio marito infatti, insegnavamo entrambi alla Sapienza di Roma. Soprattutto lui era uno storico di urbanistica e dell’arte ed era docente anche alla scuola di restauro”.

Spieghi meglio questo progetto…

“Un progetto basato sulla cultura dei materiali, visti come elemento di base dell’archeologia. Gli oggetti infatti rappresentano un elemento di collegamento verso la cultura popolare. Che è, da un lato artigianato vero e proprio, e dall’altro indica il rapporto tra artigianato e arte. Moltissimi manufatti riportano proprio a questo. Non a caso molti oggetti furono realizzati in occasione di matrimoni. Insomma, in un certo senso abbiamo voluto creare un museo della memoria attraverso gli oggetti esistenti prima dell’avvento dell’industria o che hanno convissuto con la rivoluzione industriale”.

Una concezione del tutto nuova per un museo…

“Assolutamente sì. Tanto è vero che è stato inserito nei musei della Regione Lazio, tra quelli demo-antropologici”.

Avete avuto aiuti nell’allestimento?

“Lo stabile, come ho detto all’inizio, è di nostra proprietà. In principio abbiamo avuto qualche contributo dalla Regione, come museo privato. Piccole somme, che però sono servite ad esempio a comperare le vetrine. Anche le collezioni sono nostre. Quello che mancava lo abbiamo reperito per lo più andando in giro per mercatini. Siamo riusciti a realizzare quattro sezioni: il ferro, il legno, la ceramica e la pietra. Insomma tutto quello che contribuiva all’allestimento di una città. Oggi però, abbiamo un vero e proprio museo della memoria”.

Un lavoro immane…

“Beh, sì. Cominciato, come ho detto prima, nel 1990. Il museo ha avuto la sua inaugurazione ufficiale nel 2008, un anno dopo la morte di mio marito. Nel frattempo io mi ero trasferita dalla Sapienza all’università della Tuscia e oggi abito a Vetralla. Adesso sono in pensione”.

Bene. Parliamo adesso dell’attività del museo…

“Devo dire che funziona molto bene, anche grazie all’aiuto degli studenti che hanno dato una mano a finire i lavori di allestimento”.

Cosa ci si svolge?

“Soprattutto conferenze e presentazione di libri, nonché seminari legati all’università. Poi facciamo un grande lavoro con le scuole”.

Quando è aperto?

“Questo, purtroppo, è un problema irrisolto. Quando il museo era privato c’erano dei giorni fissi di apertura. Ora non riusciamo più a farlo, nonostante ci sia una convezione tra l’Università e il Comune, che doveva incaricare la Pro-Loco per tenerlo aperto, magari il sabato o la domenica. Ma qui sono subentrati altri tipi di problemi…”.

Però adesso c’è una novità…

“Sì. Ci saranno delle aperture ad aprile e maggio. In particolare nei giorni 17 e 24 aprile, nonché il 2, l’8, il 15 e il 22 maggio. Il museo sarà aperto dalle 10 alle 13. Sarà poi possibile la visita in occasione degli eventi dalle 15,30 alle 19 nei giorni 21 e 22 aprile, 5, 9, 26 e 30 maggio. Comunque è possibile rimanere sempre aggiornati sugli eventi del Sistema Museale di Ateneo attraverso al nostra pagina Facebook (Sistema Museale dell’Università della Tuscia) o sulla nostra pagina Instagram (@unitus_sma). E per il prossimo anno l’Arci ha promesso un suo impegno”.

E nel frattempo?

“Nel frattempo c’è un progetto della Regione, con un cospicuo finanziamento, per mettere in rete il museo. Questo consentirà senza dubbio una maggiore conoscenza. Poi ci sono le conferenze”.

Di cosa si parla?

“Il tema di quest’anno è come gli eventi archeologici siano in grado di cambiare la storia. Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 21 aprile: Mirella Serlorenzi, della Soprintendenza speciale di archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, parlerà del ‘Giardino degli dei’, ovvero degli scavi degli Horti Lamiani sul colle Esquilino. Altri appuntamenti sono fissati per il 5 maggio, con Francesca Zagari che parlerà sulle ultime acquisizioni sul Campidoglio medievale; per il 19 maggio, con Giancarlo Pastura che illustrerà l’architettura e il ruolo delle chiese altomedievali nella Tuscia; infine per il 26 maggio, con la sottoscritta che racconterà Ferento al tempo dei Longobardi”.

Chi frequenta questi incontri?

“Vengono diverse persone del posto, ma anche dai centri vicini, compresa Viterbo. Ci sono gli habituè, gli studenti e molte guide turistiche, desiderose di arricchire le proprie conoscenze”.

In conclusione, c’è altro?

“Sì. In occasione della giornata dei musei, organizzata dal Touring club per il prossimo 22 giugno, il museo sarà aperto al pubblico”.

 

È possibile visitare il Museo della Città e del Territorio di Vetralla su prenotazione telefonando al numero 3932127125.
Via di Porta Marchetta, 2 – Vetralla (VT)

Museo della Città e del Territorio di Vetralla

Museo della Città e del Territorio di Vetralla

Museo della Città e del Territorio di Vetralla-1

Museo della Città e del Territorio di Vetralla-2

Museo della Città e del Territorio di Vetralla-3

Museo della Città e del Territorio di Vetralla-4

Museo della Città e del Territorio di Vetralla-5

Museo della Città e del Territorio di Vetralla-6

 Enrico Guidoni ed Elisabetta De Minicis fondano il Museo della città e del territorio, esperimento museale attivato nella cittadina di Vetralla, dal 2008 è parte del Sistema Museale di Ateneo dell’Università della Tuscia a cui è stato donato.
COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI