Scheletri, autovelox e fantasmi: l’insolita Celleno teatro d’arte per la Biennale di Viterbo

Paola Maruzzi

“Viaggiare, pensavo fosse cosa da vivi! Mai mi sarei immaginato di trovare quello che ho trovato qui a Celleno. Dopo alcuni rilevamenti scientifici nella Tuscia, ho scoperto che mentre il turismo dei vivi si appassiona alla cittadina di Orvieto, a Villa Lante e soprattutto a Civita di Bagnoregio, sembra che gli spiriti e i fantasmi preferiscano il Borgo-Rudere di Celleno“.
Sono le parole che l’artista Samuele Vesuvio affida al tale professor Bollito Misto Oliva, evidente caricatura del noto critico, per introdurre la sua installazione “Autovelox per spiriti d’artista”, e che fanno da filo conduttore alla mostra itinerante visitabile fino al 20 ottobre presso il Borgo Fantasma di Celleno. Per la prima volta, nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, la V Biennale d’Arte Contemporanea di Viterbo varca i confini e sbarca ad Orvieto, Tolfa, Lubriano, Grotte di Castro e Arlena di Castro proponendo una serie di interessanti collettive.
Sotto la direzione artistica di Laura Lucibello, la sezione di Celleno denominata “Materia, Antimateria” si snoda attraverso i ruderi del castello, a due passi dall’abitazione di Enrico Castellani, il celebre pittore scomparso nel 2017 all’età di 87 anni e a cui si deve la riqualificazione del borgo.
Profili femminili metallici, strani essere che essere spuntano dalla terra, teste sorridenti in bianca terracotta, coccodrilli arrampicati, una luna “insonne” che oscilla senza tregua: addentrasi tra le macerie di Celleno è un po’ come compiere un dissacrante viaggio a ritroso nel tempo che, con le sue tinte tetre e grottesche, culmina con la celebrazione della vita.
Gli artisti coinvolti sono Francesco Maria Bianchini, Paolo Buggiani, Alessandro Calizza, Rosario Formicola, Isa Doganieri, Bruno Melappioni, Federico Paris, Flavio T. Petricca, Marco Piantoni, Ozge Sahin e Samuele Vesuvio.
L’Evento Biennale rientra nel calendario di importanti giornate per l’Arte: la Giornata del Contemporaneo di AMACI (13 ottobre) e le Giornate del FAI (13-14 ottobre) con l’apertura del Castello e l’esposizione dei ritrovamenti archeologici che confermano la sua origine etrusca (IV-III sec. A.C.) come insediamento sulla storica via di comunicazione tra Orvieto, Bagnoregio e Ferento.

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