Presentato il Progetto di Indagini Archeologiche sul Colle del Duomo, per scoprire le origini della città di Viterbo

A partire da gennaio 2024 il Colle del Duomo di Viterbo, per la prima volta nella sua millenaria storia, sarà oggetto di un’ambiziosa quanto fondamentale campagna di indagini archeologiche e topografiche, fortemente voluta da sua eccellenza Orazio Francesco Piazza vescovo di Viterbo.

Il progetto, siglato con un accordo biennale, vede il coinvolgimento dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, rappresentato dall’Ing. Santino Tosini, i dipartimenti dell’Università della Tuscia DISTU e DISUCOM, rappresentati dal Prof. Giuseppe Romagnoli e dalla Prof.ssa Marina Micozzi, e di Archeoares snc, rappresentata dal Dott. Gianpaolo Serone, in partnership con il Dipartimento di Storia dell’Università Cattolica “Giovanni Paolo II” di Lublino (Polonia).

 

Contesto Storico del Colle del Duomo:

Il Colle del Duomo, come è noto, è il nucleo insediativo da cui si è sviluppata la città medievale di Viterbo: sorto verosimilmente tra il VI e il VII sec. d.C. come castrum per il presidio del limes longobardo-bizantino della Tuscia, è ben documentato dalle fonti (soprattutto i cartulari farfensi) tra VIII e IX secolo come importante centro amministrativo del territorio di Tuscania, ma mantenne una notevole rilevanza almeno fino al XII-XIII secolo, quando fu scelta come sede della prima cattedrale viterbese e dell’annesso complesso Episcopio-Palazzo papale. L’area, inoltre, è stata spesso indicata in letteratura come possibile sede di un insediamento etrusco.

Obiettivo del Progetto:

L’obiettivo è avviare un programma di ricerca che utilizzi metodi di indagine non invasivi, con particolare attenzione all’area del giardino alle spalle della Cattedrale e del Palazzo Vescovile. La zona, isolata dal resto della città negli ultimi anni del Quattrocento, offre un contesto privilegiato per acquisire informazioni fondamentali sulle origini di Viterbo.

Le attività, coordinate sul campo dall’Università degli Studi della Tuscia con la partecipazione di studenti e tirocinanti, si svolgeranno nel corso di diverse sessioni di lavoro nell’arco del biennio, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Etruria Meridionale.

 

Attività Pianificate sull’Area:

  • Telerilevamento tramite LIDAR (Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging), finalizzati alla costruzione di una carta archeologica;
  • Prospezioni geofisiche (con metodo geomagnetico e georadar), finalizzate ad individuare la presenza di strutture sepolte e di altre evidenze di interesse archeologico attraverso la misura delle variazioni di alcuni parametri fisici del sottosuolo;
  • Rilievi di dettaglio, anche tramite l’impiego di tecnologia laser scanner, degli edifici e degli ipogei presenti in particolare lungo il versante meridionale presenti nell’area
  • Lettura stratigrafica dei complessi architettonici presenti nell’area;
  • Carotaggi, ovvero il prelevamento di campioni di terreno, condotto allo scopo di esaminare la stratificazione del sottosuolo, fino alla quota del banco tufaceo.

 

Risultato Finale:

Il risultato finale sarà costituito dalla carta archeologica del Colle del Duomo, che costituirà il supporto indispensabile per le azioni di tutela e salvaguardia, oltre che la necessaria premessa per eventuali futuri progetti di scavo.

 

Prospettive:

Confidiamo che queste attività possano, in tempi brevi, offrire un contributo sostanziale al recupero della memoria storica delle origini di Viterbo, ancora troppo spesso confusa con leggende e tradizioni erudite non sufficientemente fondate. Si spera, inoltre, che le indagini possano proseguire ben oltre il biennio già concordato e con il coinvolgimento di altri enti operanti nel campo della ricerca e nella valorizzazione del patrimonio culturale.

Il progetto è stato presentato il 28 febbraio mattina, assieme al vescovo Orazio Francesco  Piazza e a don Emanuele Germani, il rettore dell’Unitus Stefano Ubertini, la soprintendente Margherita Eichberg, Santino Tosini dell’ufficio beni culturali della diocesi, Gianpaolo Serone di Archeoares onlus e i professori dell’Unitus Giuseppe Romagnoli e Marina Micozzi.

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