Paolo Berti, l’artista silenzioso amico di Vespignani

di Sara Grassotti

È pensabile superare la propria individualità nel gesto artistico, ma tutto nasce come?

Paolo Berti vive e risiede a Soriano nel Cimino, dove è nato. Sono gli anni ’70, quando la vena artistica inizia a manifestarsi nel suo studio nella cittadina della Tuscia, respirando l’aria sana dei Cimini e acutizzando l’introspezione nell’andamento lento della provincia viterbese. Lo incontriamo nella sua GalleriaViva, quella che viene definita una nicchia dell’arte, dove puoi trovare il quadro inaspettato ma anche sue opere espresse nella forza dei colori con quei chiaroscuri che raccolgono in alcuni casi la semplicità di piccoli soggetti, come la bianca colomba che perde la palma della pace (mai così attuale). Una pittura che merita di essere scoperta. Per chi vi entra, Paolo Berti l’artista è una garanzia, ti accompagna in punta di piedi nel suo mondo, dove la voce del narratore e i personaggi ritratti diventano quasi parte di sé.

Riprendiamo il filo e gli rivolgiamo direttamente la domanda: ma tutto nasce come?

La ricerca di una specializzazione si concretizza nei primi anni ’80 con la frequentazione  dei Corsi liberi di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti “Lorenzo da Viterbo”.  E’ in questi anni che conosce Renzo Vespignani, di cui diventa amico, e dal 1982 al 1985 ne segue gli insegnamenti artistici. Iniziano le prime mostre e la cospicua produzione  con più di duemila opere, tra olii, acquerelli, grafica seriale, e in parte acquisite da collezioni private italiane ed estere e sedi istituzionali.

Negli anni ’90 una esperienza imprenditoriale come concessionario Volvo per Viterbo e provincia, insieme all’amico e concittadino Antonio Tempesta. Un mondo che si accorge subito non fare per lui e nella vita, per essere in equilibrio con quello che si è, si deve fare la propria scelta e Berti l’ha fatta.

Il dopo sono i suoi veri inizi. La pittura di Paolo Berti è un rincorrersi di forme e colori, in continuo movimento ed evoluzione, attraverso i movimenti fluidi dei pennelli e dei toni. Sue opere sono in collezioni private, pubbliche e museali. Esperto d’arte contemporanea, è il direttore artistico dell’Esposizione Nazionale delle Arti Contemporanee – Premio Centro.

Ha all’attivo numerose Mostre Collettive e diverse Mostre personali. Nel 2007 pubblica una raccolta di componimenti “Poesie di una notte”. Nel 2020 per i tipi del Premio Centro pubblica “Il libro strano dell’Arte”. Le sue opere appartengono a due tecniche diverse ma ambedue si richiamano al “Simbolo” per la lettura delle composizioni pittoriche. Ha collaborato con Carmine Siniscalco, Giorgio Di Genova, Robertomaria Siena, Alexander Jakhnagiev, come direttore artistico e artista.

Il suo impegno non volta lo sguardo al sociale grazie a un percorso ben delineato come educatore (tra i primi 9 nel nostro paese), con esperienze vissute nelle carceri italiane, significativa quella nella casa-lavoro di Soriano nel Cimino sino alla sua chiusura nel 1989, nella struttura soggiornarono i detenuti che stavano per terminare la loro pena e avevano bisogno di essere iniziati a un percorso riabilitativo (anche attraverso l’insegnamento di un mestiere e lo studio) fu così che al suo interno venne allestita una scuola d’arte.

L’arte – sottolinea Berti – ci dà e ci insegna tanto. In sua compagnia possiamo vivere esperienze uniche. Attraverso l’arte, ci connettiamo con il mondo, con gli artisti, con l’umanità”.

Il percorso dell’artista Berti persegue sapienti dettami culturali e creativi, indicati nel ‘900 dai grandi maestri, ricercando sempre il significato dell’agire in arte e il ruolo di questa nella contemporaneità. Innumerevoli le mostre dirette e curate nel panorama nazionale, collettive importanti con Tommaso Cascella, R. Monachesi, Cesare Berlingeri, Luigi Moriggi, Reitulainen e altri; nel 2009 è al Kunstart di Bolzano e a Madrid con una personale. Con la collettiva “Roma –Cairo, colori e profumi”, patrocinata dall’Ambasciata d’Egitto, nel luglio 2009, vince il Premio Romart. Partecipa con sue creazioni alle celebrazioni per il decennale della morte di Fabrizio de Andrè, nella Tuscia. Una sua icona rappresentante San Francesco, su legno del XVIII secolo è collocata presso la chiesa della Madonna del Poggio di Soriano. La tela “In coena domini” è collocata nel Duomo di Soriano. Alla presenza di Maria Falcone viene collocato un doppio ritratto di Falcone e Borsellino, presso la Sala Consiliare di Soriano nel Cimino. Dopo la “Trilogia dei Ricordi”, un suo ciclo artistico del 2009 “Inumana Ragione” è esposto a Palazzo Orsini a Bomarzo, a Roma all’Istituto De Merode di Piazza di Spagna a Roma, oltre all’Istituto La Rosa Bianca di Cavalese e ad altre sedi.

Nel 2010 fonda e dirige artisticamente l’Esposizione Nazionale Arti Contemporanee, di cui è ancora direttore artistico, apponendo a tutti gli eventi, nel corso delle sei edizioni che si sono susseguite, la sua firma autoriale. Nel 2011 incontra gli artisti dell’Anacronismo italiano Ferri, Dante, Didimo e Di Stasio. Come curatore, è fulcro di riferimento e di condivisione di percorsi comuni per centinaia di artisti di tutta Italia. Alcune recenti  Collettive di cui gli è stata affidata la cura sono la Mostra di Arte Contemporanea, nell’agosto 2015 ad Arezzo come presidente di giuria, l’Eresia della Pittura del 2013, Beyond The city Walls 2011 e 2012 insieme a Fabio Weik, la Collettiva per i 500 anni dell’Orlando Furioso, con il ruolo di direttore artistico e artista espositore, curando inoltre due mostre dedicate alle xilografie originali di Dosso Dossi e Gustavo Dorè, insieme a Stefano Liberati e Giorgio Di Genova.

Nel 2017 dirige e partecipa alla mostra dedicata al Paesaggio italiano a Firenze e Mostri e mostruosità di oggi, insieme a Giorgio Di Genova e Tiziana Todi (Catalogo edizioni Premio Centro).

Arriviamo ai nostri giorni. Nel maggio 2021 l’apertura della piccola GalleriaViva, nel cuore del paese dei Cimini, in via Santa Maria al civico 24, dove una qualità esuberante e tante vite artistiche si intrecciano tra colori e tele. La galleria ospita in permanenza le opere dello stesso Paolo Berti e quelle di Evandro Muti, ma tanti grandi autori si susseguono, interessanti i due autoritratti di Carlo Vincenti, in arte Vescovi, e di Jacovelli.

L’ultima chicca è stata la rassegna Collettiva Nazionale ”PPP da cento anni” con 52 artisti presenti, preparata dal Premio Centro presso la GalleriaViva per il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (12 marzo – 3 aprile 2022). Un significativo successo e una dedica al grande Pasolini che questi luoghi li ha scelti per viverci sino alla sua morte.

Il futuro di Paolo Berti è aperto, ma se oggi la nozione di progresso ci appare così inadeguata è anche perché – rispetto a qualche decennio fa – alcuni dei quadri guida che ci aiutavano a orientarci sono saltati mettendo in discussione quella certezza nella continuità tra ieri, oggi e domani che è indispensabile ai singoli uomini e alle culture per rispondere ai grandi interrogativi del presente.

Kant osserva che “il bello commuove ed esalta ed il sublime alletta e rapisce”.

Paolo Berti, uomo e artista, ne delinea il quadro perfetto e Soriano con i suoi tesori rappresentati da: Faggeta – patrimonio Unesco, Palazzo Chigi Albani, le cascate di Torre Castello è la cornice ideale.

 

 

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