Ma che musica maestro! Il violinista che ama Vetralla

di Arnaldo Sassi

Luigi De Filippi

Ma che musica maestro! No, non c’entra Raffaella Carrà, né la fortunatissima sigla della Canzonissima del 1970, ma il fatto che a Vetralla abita e vive Luigi De Filippi, uno splendido 67enne, violinista e direttore d’orchestra, nonché compositore. Il quale, dopo una carriera alquanto significativa, si è innamorato della Tuscia e ha deciso di stabilire proprio qui il suo buen retiro.

“E’ successo una ventina di anni fa – racconta – quando dalla Calabria dovevamo trasferirci al centro Italia. Ma decidemmo di evitare Roma, perché la consideravamo troppo caotica per i nostri gusti. Visitammo la Tuscia e ci piacque molto. Così ci stabilimmo a Fabrica di Roma, dove rimanemmo per un paio d’anni. Poi traslocammo a Caprarola, altro centro affascinante, soprattutto per il suo palazzo Farnese, dove ci siamo anche sposati, nella chiesa di Santa Teresa. Ma ci mancava una cosa: gli olivi. E allora, nel 2012, decidemmo per un nuovo trasferimento qui a Vetralla, dove si sente anche l’odore del mare e gli olivi sono dappertutto”.

Una vita tutta in musica quella di Luigi De Filippi…

“E’ vero, perché mio padre era musicista. Lui componeva musica soprattutto per la televisione. Adattava le colonne sonore a vari programmi. Lavorò molto per la Rai e poi anche per Mediaset. Anche mia madre era amante dell’opera. Io sono cresciuto in questo ambiente e così per me fu naturale appassionarmi a questa attività, senza alcuna forzatura da parte dei miei genitori”.

E allora che successe?

“Che andai al Conservatorio di Santa Cecilia e feci il corso di violino. Anche se il pianoforte è stato sempre il mio strumento predominante. Poi, una volta diplomato, cominciai a lavorare come violinista e mi dedicai soprattutto al jazz e alla musica contemporanea. Poi però intrapresi la strada della musica classica”.

Bene. Parliamone…

“Beh, la mia attività è stata molto proficua nel corso degli anni. Cominciai col Teatro dell’Opera di Roma, dove divenni primo violino; poi il teatro La Fenice di Venezia, i Mozart Players di Londra e l’Orchestra Flanders di Anversa. A Londra debuttai come direttore con i London Mozart Players, e mi esibii come direttore solista alla Queen Elizabeth Hall, alla Royal Festival Hall e al Barbican Centre di Londra, al Concertgebouw di Amsterdam, al Palau de la Musica di Barcellona. Nel 2007 suonai come solista all’Auckland Festival (Nuova Zelanda) e ho diretto l’opera di Antonio Salieri “Prima la musica, poi le parole” presso la Minoritenkirche di Vienna, la chiesa per cui Salieri ha scritto tutta la sua musica sacra”.

De Filippi è anche il violinista del trio di pianoforte Voces Intimae, un ensemble di spicco che ha suonato in tutta Europa, ha fatto tournée negli Stati Uniti e in Cina ed è tra i testimonial culturali ufficiali della Repubblica Italiana.

E adesso qual è la sua attività?

“Insegno in un Conservatorio, ma sto per andare in pensione. Ma dal 2014 sono entrato a far parte, come direttore musicale, dell’associazione Operaextravaganza, gestita da una signora finlandese che si chiama Susanna Ohtonen e da suo marito. Hanno anche un teatro all’aperto, che si trova proprio qui a Vetralla, all’inizio dell’Aurelia bis, e svolgono varie attività, riscuotendo un buon successo di pubblico”.

In che consistono queste attività?

“Beh, nel corso degli anni abbiamo messo in scena varie opere, come ‘Il barbiere di Siviglia’ ed ‘Elisir d’amore’, poi però è arrivato il Covid e ci siamo dovuti fermare”.

Adesso però l’attività è ripresa…

“Durante il Covid ci siamo posti un problema: come ricominciare. Abbiamo pensato che dovevamo fare qualcosa di nuovo. E qualcosa di nuovo abbiamo fatto, anche se è stato il caso ad aiutarci”.

Cioè? Si spieghi meglio…

“Proprio nel teatro all’aperto trovammo in terra una lastra di marmo del 1808. La pulimmo a dovere e riuscimmo a leggere una scritta, nella quale papa Pio VII ordinava che fosse costruito un ponte proprio nella piccola valletta che si trova all’inizio dell’Aurelia bis. Abbiamo cominciato a ragionare: Pio VII nel 1809 fu portato in Francia da Napoleone e allora ci venne l’idea di realizzare un racconto storico in musica, partendo proprio da Vetralla. Ovviamente i personaggi principali erano Pio VII, Napoleone e la sorella Elisa Bonaparte, nonché Nicolò Paganini, che era il suo direttore musicale. Un racconto storico, farcito di fantasia, andato in scena nel 2021, che ha riscosso un buon successo”.

E quest’anno, invece?

“Abbiamo fatto un ‘pasticcio d’opera’, ossia un’opera nuova, basata su arie conosciute, con un nuovo canovaccio, sia letterario che musicale. Tutto questo, tra l’altro, mi ha dato modo di tornare alle mie origini, cioè di tornare a fare il compositore, dopo tanti anni vissuti da violinista”.

Cosa le riserverà il futuro?

“Andare avanti in questa attività. Almeno finché c’è qualche neurone che gira. Certo, Vetralla è un posto piccolo, ma ci sono soci dell’associazione che vengono anche dall’estero. Insomma, abbiamo una bella colonia di stranieri…”.

E allora torniamo a parlare di Vetralla…

“Io e mia moglie ci troviamo bene, anche se di vetrallesi ne conosco pochi e c’è qualche ostacolo da superare: spasso il romano viene visto un po’ come un alieno. Ma basta rompere il ghiaccio e si può vivere in grande serenità”.

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