La app “Kill Bill” creata da due giovani viterbesi per facilitare gli ordini al ristorante

di Donatella Agostini

Una delle cose che ci mancano di più, in questo lungo periodo di lockdown, è senz’altro quella di mangiare fuori. Per farlo dovremo aspettare almeno fino al 1° giugno – andamento dei contagi permettendo – mantenendo sempre le buone regole di distanziamento sociale. Per limitare ulteriormente le occasioni di contagio in ambito ristorativo è nata l’app “Kill Bill”, ideata da due ragazzi viterbesi, Francesco Maria Ioppolo e Marco Pellegrini, attualmente in fase di sperimentazione. L’app, che sarà in pochi giorni disponibile per le piattaforme Android e IOS, utilizza un QR Code, presente sui tavoli del locale. I clienti lo scansionano con il proprio smartphone, accedendo in questo modo al menu, e possono fare l’ordine, che giunge sul device in dotazione al cameriere di sala. Quest’ultimo lo controlla e lo passa alla cucina, dove viene stampato e utilizzato dai cuochi. Quando i piatti sono pronti arriva una notifica sugli smartphone dei clienti, che possono alzarsi e andare a ritirare quanto ordinato, in totale autonomia e senza contatti con altre persone, per poi consumarlo tranquillamente al proprio tavolo. I vantaggi: la riduzione dell’utilizzo di mascherine e guanti, almeno in un momento di totale relax e piacere come quello conviviale; il cameriere può gestire la sala in tutta sicurezza dalla propria postazione; la presenza di un menù digitale infine evita la continua sanificazione di quelli tradizionali cartacei. L’app potrebbe avere ulteriori potenzialità, come quella di profilare i clienti in base ai loro gusti, e suggerire così piatti virtualmente di loro gradimento. Kill Bill ha già sollevato positivi riscontri tra i ristoratori, ansiosi di poter riaprire i propri locali, nel pieno rispetto della tutela della salute dei propri clienti. Ioppolo e Pellegrini hanno deciso di offrire gratuitamente l’utilizzo dell’app per tutta la durata delle misure restrittive. Se tra qualche tempo, recandoci al ristorante, vedremo i commensali ciascuno con il proprio smartphone accanto, sapremo che non si tratta di cattiva educazione, ma di un modo smart e innovativo per tutelare la propria salute.

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