Il prof.Giulio Maira protagonista del webinar dell’Unitus: la cultura non si ferma

di Giulia Benedetti

Prof.-Giulio-Maira

“La scienza è un po’ come un fiume, che avanza nonostante gli ostacoli” questa è solo una delle inestimabili perle di saggezza pronunciate dall’illustre  Giulio Maira professore e neurochirurgo, il quale ha tenuto questo pomeriggio una coinvolgente lezione a distanza dal titolo:  “Intelligenza umana e intelligenza artificiale: la sfida sociale della cognizione”, in collaborazione con l’Università degli studi della Tuscia.

Tramite la piattaforma Zoom Meeting per studenti, professori e ricercatori dell’Unitus è stato possibile condividere ricerche, riflessioni e spunti suggestionati dalla lettura dei due recenti testi del professor Maira, ovvero Il cervello è più grande del cielo (2019) e L’età della mente (2020), entrambi editi da Solferino.

Il focus della conferenza è stato l’oggetto di studio che ha reso famoso il dott. Maira, ovvero il cervello, un organo tanto complesso quanto straordinario, e il suo rapporto con le recenti tecnologie.

“Immaginate una notte piena di stelle, l’universo con le sue miriadi di galassie. Adesso immaginate di portare tutte quelle stelle nella vostra testa e di metterle in connessione: ecco il nostro cervello.” Un lessico semplice, chiaro e soprattutto incisivo, che si pone l’obbiettivo di arrivare ad un pubblico ampio e curioso, a cui Maira ha spiegato le principali modalità di funzionamento dell’organo.

“Il cervello incamera informazioni legate alle diverse esperienze di ognuno. Saranno, quindi, i più piccoli dettagli a plasmarlo e a renderlo un’entità unica. In pratica, possiamo modificarlo e migliorarlo lungo tutto l’arco della vita.”

Plasticità, etica, emozioni, creatività, ma soprattutto pensiero che può essere distinto in istintivo e razionale. Una peculiarità, quest’ultimo, che l’uomo ha cercato di riprodurre trasmettere all’intelligenza artificiale, facilitando i vari compiti.

“La nostra vita, la gestione e la raccolta dell’elevata quantità di dati non sarebbero possibili senza l’intelligenza artificiale. Il numero dei nostri neuroni non può oltrepassare un certo limite, siamo condizionati dalle dimensioni fisiche del nostro cranio, a differenza delle macchine. Da questo punto di vista non possiamo competere”. Spiega Maira. “Tuttavia, vi sono elementi caratterizzanti degli umani che i computer ancora non possiedono: la memoria selettiva, l’impulso a trovare qualcosa di nuovo, la capacità di emozionarci, infine la coscienza. La saggezza e l’intelligenza non sono un semplice accumulo di informazioni, ma la capacità, partendo da una mole di dati, di riuscire a pensare una prospettiva più ampia sulle cose.”

Argomentazioni che, attraverso le pagine dei due testi, hanno stimolato le riflessioni dei professori dell’unitus Stefano Ubertini, Chiara Moroni, Alessandro Sterpa, Fabio Pacini, Mario Pireddu, Andrea Zingoni e Anthoine Harfouche. Il risultato è stato un dibattito che è riuscito a toccare numerosi argomenti di interesse scientifico ed etico: dal libero arbitrio al machine learning, dall’intelligenza collettiva al rapporto con la bioetica.

Uno scambio di opinioni che ha puntato i riflettori sull’effettiva influenza che l’intelligenza artificiale ha sulla nostra vita e sull’impatto che avrà nel futuro. Un’analisi che, afferma Maina “non può essere lasciata alla macchina. Sarà l’uomo che sarà sempre alla fine di tutto. La conoscenza dei computer non è altro che un prodotto della mente umana.”

 

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