Il confine tra Sophia e Mania: se ne parla al Colasanti

Parlare del rapporto tra la filosofia e morte significa trattare l’evoluzione stessa del pensiero occidentale dall’antichità ai nostri tempi. È un percorso immane ed estremamente lungo che Claudia Fileni e Maria Letizia Mariotti cercheranno di riassumere nell’incontro del Mercoledì del Colasanti. L’appuntamento è per mercoledì 8 aprile alle 16,00 presso la Galleria d’arte Angela Consoli in via Garibaldi 35 a Civita Castellana.

La filosofia, com’è noto, è sorta nelle colonie greche dell’Asia minore tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a. C. attraverso il tentativo di elaborare una visione razionale del mondo, in aperto contrasto col sapere mitico-fantastico. Essa ha cercato sin dall’inizio di riflettere sui grandi temi dell’esistenza non più attraverso racconti irrealistici ma attraverso rigorose osservazioni e chiari procedimenti logici. Per i greci studiare la Physis significava indagare non solo i meccanismi della struttura “materiale” del mondo ma comprendere come in essa si manifesti una Forza vitale ed una Coscienza universali. Il mondo antico, e non solo quello greco, era convinto infatti che solo attraverso quella suprema condizione dello spirito, in cui la coscienza umana si congiunge e “riconosce” nel divino, si consegue il vero fine della filosofia, cioè appunto, la Sofia. La Sofίa è dunque l’intuizione mistica del divino. Per acquisire la Sofίa bisogna che la coscienza sappia separarsi dal sensibile ed il primo grado di tale separazione è proprio la vita morale, la quale comporta un effettivo distacco dalle pulsioni e dagli istinti del corpo-materia. In tal modo essa può provare quell’esperienza che la tradizione misterica indicava come “manìa”, entusiasmo.

Dopo il viaggio al confine tra Sofia e Mania, l’appuntamento con il Mercoledì del Colasanti tornerà mercoledì 15 aprile con la conferenza “Dalla pagina allo schermo: Vercors, Cocteau, e Melville” che sarà tenuta da Flavia Conti.

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