Grilli al sale e larve caramellate? Studenti Unitus in fila per l’assaggio

Rossella Cravero

Grilli al sale o larve caramellate? Se siete pronti a gridare orrore, vi dovrete ricredere. Assaggiando ad occhi chiusi potreste avere difficoltà nel distinguere una chips con farina di grillo rispetto a quella di un comune aperitivo. Gli studenti della Tuscia non si sono fatti scappare l’occasione: hanno aderito al test di assaggio con un entusiasmo tale da cogliere di sorpresa gli stessi organizzatori che hanno chiuso il reclutamento in meno di tre giorni, dopo aver lanciato l’invito sulle pagine Facebook dei Dipartimenti. Una settantina di universitari tra i 18 e i 35 anni, in modo volontario, si sono prenotati e hanno dato il loro giudizio sugli alimenti a base di insetti.

«Quello che si vuole capire con il test è se, al di là dell’inclinazione personale, questi prodotti vengano graditi al momento dell’assaggio, quale sia la preferenza tra dolce e salato, e se ci sia una risposta diversa tra quelli in cui l’insetto è visibile o meno», ci spiega Clara Cicatiello ricercatrice del Dibaf. «Il progetto è nato dopo un lavoro fatto con il professor Nicola Lacetera per una tesi di Laurea. Una studentessa era interessata a vedere se il consumo di insetti potesse prendere piede in Italia. Era l’anno dell’Expo, fu preparato un questionario in cui si chiedeva a circa 200 persone se sarebbero state favorevoli al consumo di alimenti a base di insetti. La risposta fu positiva. Da qui abbiamo prodotto un articolo scientifico che ha avuto un notevole successo in termini di citazioni».

«La ricerca sulla sostenibilità delle produzioni alimentari è tra la principali attività del dipartimento- aggiunge Andrea Vitali ricercatore del Dafne – Bisogna inoltre ricordare che da un anno è in vigore una normativa europea sul Novel Food che inquadra gli insetti come possibile nuovo alimento. L’Europa si è mossa dal punto di vista legislativo, anche se questo decreto non è stato ancora recepito dai diversi Stati, ci sono specie di insetti e relativi prodotti in fase di validazione che potranno un giorno essere commercializzati. I ragazzi che oggi li stanno assaggiando qui da noi come test, potranno tra qualche anno trovarli negli scaffali dei supermercati”.

Marzia, 23 anni studentessa di Agraria, ci conferma che è stata la curiosità a portarla all’assaggio. «Durante un seminario avevo avuto modo di vedere la farina di insetti e mi ero detta che l’avrei voluta provare. Ora ce ne è stata l’occasione. E’ stato meglio di quello che credevo. Personalmente preferisco il salato. Ma di sicuro vedo in questo cibo una risorsa per il futuro».

Oggi in Italia non è ancora autorizzata la vendita. Una sola società vende prodotti online di questo tipo, ma la sua sede legale è in Inghilterra. I destinatari di queste barrette e snack, venduti soprattutto nel Regno Unito, sono persone che per motivi di sport o salute necessitano di una dieta altamente proteica. Gli insetti sono comunemente consumati da oltre 2 miliardi di persone nel mondo, e il loro valore nutrizionale è molto alto rispetto ad altre fonti proteiche. Le farine di insetti rappresentano una possibilità di ridurre la dipendenza dalla soia come fonte proteica per l’alimentazione
zootecnica. Allo stesso tempo, l’allevamento degli insetti è molto più efficiente rispetto a quello degli animali da carne, perché convertono meglio i vegetali in proteina e rilasciano meno emissioni nocive per l’ambiente. Si sta quindi studiando in che modo sia
possibile utilizzare gli insetti come alimento per gli animali e per l’uomo, per soddisfare la crescente domanda di proteine in modo sostenibile. Il nuovo regolamento, recentemente emesso dalla Commissione europea (EU 2015/2283) denominato novel food ha l’obiettivo di rivedere, chiarire e aggiornare le categorie di alimenti che costituiscono nuovi
alimenti. Tra le nuove categorie vengono inclusi anche gli insetti interi e le loro parti.

 

 

LEGGI QUI INFORMATIVA AL PANEL DI ASSAGGIO

Informativa_INVIATA 20.05

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