Giuliana Natali, presidente dell’associazione SoliS: “Il volontariato è nella mia anima”

di Maria Teresa Muratore

Giuliana Natali

Ho conosciuto l’associazione di volontariato SoliS di cui Giuliana Natali è presidente l’8 marzo scorso, in occasione della festa della donna, quando sono stata invitata a leggere delle mie poesie e un pensiero di Papa Francesco, nella cappella di Villa Rosa.               

Giuliana è una sintesi di senso materno e spirito imprenditoriale, come Nina della favola del Gatto Mammone, dove vede che c’è bisogno corre in soccorso, si organizza e organizza “la squadra”, pronta a prendersi cura dei più fragili, si rimbocca le maniche e si mette al lavoro.

L’ho incontrata nella sede dall’ Associazione, nel complesso della Casa di Cura Villa Rosa ed è qui che ci racconta la storia.

La fondatrice fu Suor Piera che la volle fortemente, nacque nel 1997 come onlus, con un grande progetto:  portare beneficio localmente a Villa Rosa dove i volontari lavoravano con i pazienti tutti i giorni ma anche in giro per il mondo: nelle Filippine aprì un centro per bambini bisognosi tuttora esistente, in Cina aprì due case per malati mentali quando la Cina non riconosceva la malattia mentale e questa è stata una cosa grandissima, le due case si chiamano proprio Villa Rosa.

Come è arrivata alla carica a Presidente?

Suor Piera, prima di morire mi chiese di sostituirla. Io ero in un momento particolare, di cambiamento della mia vita perché mio marito stava andando in pensione e quindi sarebbe “tornato a casa” lui che il lavoro lo aveva portato sempre fuori, ma non ho potuto dirle di no e Suor Piera poi è come se “fosse intervenuta” perché mio marito, completamente al di fuori di queste dinamiche e anche un po’ ateo, un giorno venne in associazione e vedendomi in difficoltà con delle pratiche burocratiche si mise al computer per risolverle e da quel giorno è una presenza essenziale per l’organizzazione.

E poi?

L’Associazione è diventata un terzo settore, un OdV (organizzazione di volontariato), non operiamo più così al largo spettro, all’inizio erano stati fatti dei progetti importanti, aperto uno sportello anche all’ospedale per i diritti della donna quando ancora neanche se ne parlava; oggi dopo varie vicissitudini l’associazione è andata un pochino a smarrirsi, in questi due ultimi anni stiamo cercando di rimetterla in moto ma con tante difficoltà, il Covid in particolare ci ha chiuso le porte come in tutte le RSA, gli ospedali e le cliniche, i volontari non sono più potuti entrare a Villa Rosa.

 E come avete ovviato?

Abbiamo come punto d’incontro formato un gruppo di preghiera che si ritrova tutti i martedì, perché comunque la nostra è un’associazione anche religiosa, i volontari hanno sofferto del distanziamento perché sono affezionati ai pazienti e questo non poter fare qualcosa per loro è stato nocivo. In questi anni abbiamo lavorato intensamente nel ripristinare tutte le pratiche burocratiche per riavviare la collaborazione con diverse persone, ed ora pian piano stiamo riprendendo le attività.

Con quali programmi?

Iniziando dalla biblioterapia e dai corsi di disegno per i pazienti che vengono in associazione, un bene per loro perché uscendo dalla struttura, entrando nella nostra sede sempre all’interno del giardino, respirano un senso di libertà, scoprono la condivisione di spazi e tempi, hanno ripreso a disegnare riferendo le loro emozioni, commentano le letture riuscendo a tirare fuori cose importanti.  Siamo felici di ricominciare anche con l’ausilio di altri volontari.

Come siete strutturati all’interno dell’Associazione?

Siamo una decina  di volontari e ci occupiamo anche delle altre case delle suore che sono ad Ascoli ed Albese confrontandoci nella progettualità che  in genere loro ci propongono e noi ne studiamo la fattibilità, come quello appena partito il primo per Albese: riguarda un gruppo di pazienti che vanno da soli a fare una gita a Genova, il nostro apporto è organizzativo  dai biglietti per il treno, alla visita all’acquario, al ristorante. Ad Ascoli stiamo collaborando ad un progetto di musicoterapia, i pazienti suonano i tamburelli, lo xilofono, e altri piccoli strumenti musicali con l’intento di accompagnare il coro durante i canti della domenica.

Cosa prevedete di fare a breve termine?

Vorremmo prima di tutto che l’associazione si possa riprendere da tutti i punti di vista, i pazienti a Villa Rosa sono molti e hanno bisogno della presenza di una figura esterna al di fuori dell’apparato medico che li faccia riappropriare della reintegrazione sociale.

Quali sono le attività messe in campo?

Con il coinvolgimento di altri volontari vorremmo allargare gli interessi degli ospiti dell’Istituto, abbiamo notato che già con la lettura e il disegno sono felici, abbiamo anche preparato “un appuntamento al cinema” settimanale da svolgere sempre in loco non appena la struttura ci darà il nulla osta. Non abbiamo trascurato l’informatica: abbiamo avuto una donazione  per 5 computer e alcuni giovani ospiti hanno fatto un corso di formazione  con la psicologa e adesso vorremmo utilizzarli per stimolare la loro fantasia mediante l’utilizzo di programmi di grafica; sempre per un  desiderio di Suor Piera fu costruita una cioccolateria messa a disposizione di Villa Rosa dove adesso i pazienti fanno dolci che poi condividono in allegria, a fine dei corsi venne realizzato un ricettario e i corsi furono seguiti anche dai pazienti del Ceis.

Comunque il segnale di una buona ripartenza.

Il nome dell’associazione è SoliS che  significa solidarietà e servizio, da onlus è diventata terzo settore, organizzazione impegnata nel volontariato. L’associazione è stata fondata il 4 dicembre del 1997 proprio  delle suore del Sacro Cuore di Gesù Provincia Italiana. E nello spirito della solidarietà e del servizio viviamo le nostre esperienze  con i nostri amici pazienti di Villa Rosa

Alla presidente chiediamo come è entrata nell’associazione?

Andiamo indietro nel tempo: circa una ventina di anni fa, vidi un manifesto al liceo che frequentava mio figlio con l’avviso di un corso di volontariato a Villa Rosa, il corso si sarebbe tenuto durante le vacanze di Natale, questo mi  dava un po’ di problemi “addio vacanze di Natale” mi dissi però mi iscrissi lo stesso, durava tre giorni poi un questionario ti chiedeva se volevi proseguire e quindi di tre giorni in tre giorni sono andata avanti per sei mesi e alla fine  sono state evidenziate le diverse realtà che si vivevano a Villa Rosa,a  me è stato chiesto se volevo andare all’Hospice in cui poi sono rimasta 17 anni ,di esperienza intensa, passando poi su richiesta a psichiatria.

Quali erano i vostri compiti all’Hospice?

Inizialmente il sostegno sia ai malati che ai familiari, i malati percepivano il bisogno di vedere una faccia diversa, la vista di un volto nuovo significava riprendersi il loro vissuto, si distraevano  e si dimenticavano delle sofferenze . Quando tornavo a casa dopo una giornata intera passata coi malati terminali mi portavo appresso le loro afflizioni …Mi è dispiaciuto molto lasciare quel reparto.

La figura delle suore è una presenza dominante?

Le suore sono state le fondatrici della Casa di Cura Villa Rosa, nomi impressi nel ricordo: Suor Piera con Suor Annamaria e Suor Mariella che allora era la provinciale. Suor Piera è stata una figura importantissima per la struttura ospedaliera contribuendo attraverso la sua visione manageriale alla sua trasformazione da Villa nel suo nascere a presidio ospedaliero specializzato che ha visto germogliare strutture come l’Hospice . (Sarà Suor Mariella, memoria storica dell’Associazione in quanto cofondatrice e ora Madre Superiora di Villa Rosa a fornirci in un articolo successivo la narrazione sulla storia della congregazione).

 

Giuliana, con la sua voglia di donarsi all’altro, esprime una carica indescrivibile. Si vede, guardandola e ascoltandola, col suo sorriso autentico e lo sguardo franco, che c’è una luce profonda nei suoi occhi che la illumina e la fa bella, è la forza della gratuità, il dono aperto al futuro.

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Per tutti i volontari che si vorranno unire:

Associazione “Solidarietà e Servizio” Onlus
Viale Francesco Baracca n. 21 – 01100 Viterbo
Tel.: 0761-328352 / 0761-347190
E mail: info@solidarietaeservizio.it

 

Solis, Associazione Solidarietà e Servizio ha aggiornato il suo indirizzo.

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