Elena Dominici, Presidente U.I.C.I., insieme per una Tuscia più vivibile anche per i non vedenti

di Nicole Chiassarini

Ogni giorno c’è chi si prende cura di tante cose, abbiamo sentito o letto tante storie di chi con costanza e passione cerca di rimettere in moto i meccanismi che rendono la Tuscia un territorio affascinante; c’è anche chi invece si occupa di chi questi posti li abita. Tra loro c’è l’U.I.C.I. (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) – sezione di Viterbo, una onlus che tutela e rappresenta i non vedenti della provincia, occupandosi di assistenza, qualificazione professionale, inserimento lavorativo, pensionistica, prevenzione e tanti corsi e laboratori. All’interno di un team di professionisti e di volontari sempre pronti ad aiutare, conosciamo Elena Dominici, presidente dal 2015 della sezione di Viterbo, accompagnata dal suo fedele e irresistibile compagno Mais, il suo cane guida. Non vedente dall’età di diciassette anni, è una donna con una grinta strabiliante, forte e solare, e ci ha raccontato la vita e i progetti intrapresi da questa splendida associazione presente nella nostra città dal 1971.
L’U.I.C.I. – sezione di Viterbo – al momento conta oltre 300 iscritti, tra chi aiuta questo progetto e chi, invece, cerca una seconda casa dove poter crescere e avere le stesse opportunità di chiunque altro. Con loro anche molti volontari del servizio civile, tanti ragazzi propensi a offrire molto più del dovere: “È quasi inevitabile non voler aiutare – ci racconta Elena -. In molti vengono a chiederci se possono fare qualcos’altro per noi, anche se questo significa dare più di quanto richiesto. Sono tutti molto attivi e presenti, aiutandoci nel migliore dei modi”. Una delle cinque associazioni storiche del territorio laziale, attiva da ormai cento anni sul territorio nazionale e sempre pronta con fundraising e giornate dedicate alla sensibilizzazione per la causa, una realtà forte, che Elena ci racconta con orgoglio. “In concomitanza con la giornata internazionale dei cani guida, il 16 ottobre 2020, verrà proposta una grande manifestazione con i nostri compagni. La prima tappa è dal carcere – attualmente io, in veste di fisioterapista, e Mais siamo stati i primi ad avere un contatto diretto con i detenuti di un carcere di massima sicurezza –, successivamente si passerà al centro storico, con una bella sfilata per mostrare a tutti il lavoro dei nostri cani guida, veri e propri compagni di vita”.
Ma i progetti, ovviamente, non finiscono qui. Infatti al suo interno, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti propone costantemente laboratori e progetti dedicati a tutti i soci, ma non solo anche con gli ospedali o con le scuole. Tra i tanti, anche con i ragazzi del Centro Regionale Sant’Alessio, i quali possono partecipare a laboratori volti a sviluppare sensibilità tattile e intellettuale; con i ragazzi delle scuole, soprattutto primarie, dove vengono proposte campagne con i cani guida per sensibilizzarne l’importanza anche in contesti scolastici con bambini affetti da cecità o ipovedenti; o con gli stessi insegnanti, come quelli di sostegno, per garantire il migliore approccio possibile.
Un ambiente talmente attento ai bisogni del prossimo da aver colpito anche Enrico Castellani, pittore italiano, considerato una delle figure di maggior rilievo dell’arte europea della seconda metà del Novecento, il quale nel 2014 ha realizzato e donato l’opera “Superficie pseudo-braille” alla sezione provinciale di Viterbo dell’U.I.C.I. e dal quale è nato un inedito laboratorio esperienziale di splendido valore culturale che ha coinvolto quaranta soci della Onlus. “Castellani si è distinto per il suo dono. È stato un momento particolare, una volta toccato il quadro dovevamo raccontare ciò che sentivamo – ha continuato Elena, con nostalgia. In molti si sono commossi immaginando e viaggiando nei propri pensieri. Da lì è anche nato il libro L’arte vista da noi – L’immagine tattile e la sua interpretazione percettiva, che mostra foto e le quaranta esperienze dei soci che hanno avuto modo di sentire il quadro e la cui presentazione è stata fatta proprio in onore di Castellani, in seguito alla scomparsa”. Un volume che fin da subito ha prodotto un grande scalpore, perché chi si impegna a leggere non solo percepisce la validità dell’opera, bensì può riscoprire il mondo dei non vedenti attraverso quelle interviste, quei racconti che non sono solo riferiti al quadro, ma all’intero percorso di ciascuno di questi quaranta soci.
Ormai non resta che mantenere i buoni propositi per questo 2020, mantenendo in piedi l’associazione, fare informazione e sensibilizzazione verso la condizione di cecità, ma anche per e con i ragazzi con Plurihandicap. “Al momento stiamo anche lavorando con l’amministrazione per rendere Viterbo, e tutta la Tuscia, una città accessibile per i ciechi – ha concluso Elena. È una città bellissima ed è giusto che le venga data la giusta importanza in quanto a volte ci ritroviamo ad avere difficoltà a camminare sui marciapiedi o ad attraversare le strade”.
Al momento il desiderio di tutta l’U.I.C.I. è di vedere realizzati i progetti per garantire la vita in città a un cieco o ipovedente che con tenacia ogni giorno decidono di uscire e passare delle splendide giornate, come di diritto. Una realtà concreta e un impegno costante che non possono essere ignorati, perché come ci ha detto Elena, mentre Mais stava accucciato a guardarla, “al non vedente sfugge il dettaglio, ma al vedente sfugge l’ovvio”.

Nella foto Elena Dominici

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI