Eccolo qui: il coleottero giapponese è già tra noi!

di Massimiliano Gualdi

coleottero giapponese

Sta già facendo parlare di sé e non certo in termini rassicuranti. Il suo nome scientifico è Popillia japonica, ma gli agricoltori piemontesi lo conoscono ormai come il flagello verde metallico che sta devastando vigne, frutteti e colture intensive. Originario del Giappone, questo coleottero fitofago ha trovato terreno fertile in Italia, complice il cambiamento climatico e l’importazione di vegetali via mare, tanto per cambiare

Dove colpisce?
Dalla sua prima comparsa nel 2014 nel Parco del Ticino, la Popillia ha esteso il suo raggio d’azione. Oggi infesta il Canavese, la collina torinese, il Ciriacese e persino le zone montane, dove è stata avvistata durante le ondate di caldo tra giugno e luglio.

Le colture più colpite sono:

– Vite: fino al -40% di produzione
– Pesche e prugne: -30%
– NOCCIOLE: -25%
– Mais: -15%

É Un rischio per tutta l’Italia
La domanda che preoccupa ora i tecnici agrari come me e gli imprenditori agricoli è: quanto tempo ci vorrà prima che il coleottero raggiunga aree sensibili come il Viterbese e l’Irpinia, dove i noccioleti rappresentano un pilastro dell’economia agricola locale?
Le colture intensive sono particolarmente vulnerabili, e l’espansione del coleottero potrebbe avere ripercussioni gravissime su scala nazionale.

Un nemico da conoscere
La Popillia japonica è facilmente riconoscibile per la sua livrea verde brillante con riflessi metallici. Gli adulti si nutrono di foglie, fiori e frutti, mentre le larve attaccano le radici, compromettendo la vitalità delle piante. Il ciclo biologico si adatta perfettamente al clima padano, rendendo difficile il contenimento.

Serve una strategia integrata per la lotta contro questo insetto invasivo, un approccio multidisciplinare: monitoraggio costante, interventi fitosanitari mirati e collaborazione tra enti locali, agricoltori e tecnici. È fondamentale agire ora, prima che la Popillia diventi un problema strutturale per l’agricoltura italiana ,per tante famiglie della tuscia e per molte aziende.

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