Bisenzio romana: un monumento funerario

Francesca Pontani

Veduta Monte Bisenzio sul lago di Bolsena

“Nessuno allora riconobbe il pericolo romano incombente su tutti: di qui gli indugi e le indecisioni, di qui la politica di attesa e di procrastinazione di una soluzione decisiva…” (Werner Keller, La Civiltà etrusca).

La Visentium romana
Contro i molti dati delle fasi più antiche dell’insediamento di Monte Bisenzio, le testimonianze sulla Visentium romana sono più limitate. L’area esatta in cui si estendeva il centro romano è oggetto di studio. In genere si ipotizza posizionato nella zona che comprende il Monte Bisenzio, i suoi versanti e la pianura sottostante. Comunque verosimile è l’occupazione del versante sud-ovest del Monte: qui sono stati raccolti frammenti di tegole e di ceramiche a vernice nera, datate tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale. Su questo lato del colle la fase storica di epoca romana è poi documentata da tratti di basolato, forse una strada di collegamento, e, presso la Chiesa di Sant’Agapito, dai resti di strutture ritenute dallo studioso Angelo Pasqui nel 1886 “le fondazioni di Bisenzio romana”.

Un monumento funerario in opus caementicium
Verso nord-ovest i limiti dell’area urbana romana potrebbero essere stati naturalmente segnati dal Fosso Spinetto: ed è proprio qui, nell’area pianeggiante di contrada Giardino, che vediamo i resti di un mausoleo.
Si tratta di un monumento funerario in opus caementicium della tipologia a torre, una forma di sepolcro diffusa in Oriente, soprattutto a Palmira, giunta qui in Italia attraverso prototipi ellenistici dell’Asia Minore.
La tipologia a torre aveva un impatto scenografico sul territorio: doveva rendere ben visibile anche da lontano il monumento funerario.

Inquadramento storico
Dopo la caduta di Roselle (294 a.C.) e Tarquinia (281 a.C.), nel 280 a.C. con la conquista romana di Vulci e del suo territorio per mano del generale Tiberio Coruncanio, si conclude un intenso periodo di guerre che Roma aveva intrapreso contro le grandi città etrusche, per avere il controllo di una vasta area estesa dalla costa tirrenica alla Val Tiberina. Poi con la disfatta di Volsinii e la fondazione di Volsinii novi (Bolsena) Roma si assicura definitivamente l’egemonia dell’area tra il Paglia e il Tevere.
In questa concitata fase storica il territorio appartenente alla metropoli di Vulci, pur dipendente da Roma, mantenne comunque una certa autonomia fino alla fase di generale municipalizzazione italica, in particolare con Vulci che continua a controllare sia i territori nell’entroterra tra Arrone e Fiora, sia quelli gravitanti sulla sponda occidentale del lago di Bolsena.
Per quanto riguarda Bisenzio forse inizialmente continuò a gravitare sotto il controllo di Vulci, mentre più tardi, in età augustea, divenne municipio, forse sulla base della legge Mamilia Roscia.

COME ARRIVARE
Superato Capodimonte seguire la Strada Provinciale 8 con direzione Valentano e poi prendere la stradina a destra (SP 114) che costeggia Monte Bisenzio, scendendo verso il lago. In fondo alla discesa, a sinistra, in un campo di proprietà privata è visibile il monumento funerario.

Bibliografia
Debora Rossi, Il territorio di Visentium in età romana, in Daidalos 13, Viterbo 2012, pp. 289-310.
Debora Rossi, Visentium. Carta archeologica del territorio compreso nelle tavolette del F. IGM 136, I NE “Gradoli” e I SE “Capodimonte”. Tesi di dottorato di Ricerca in Topografia Antica- XXII Ciclo,Università del Salento, Lecce 2011.

 

Francesca Pontani – www.francescapontani.it – Archeologa del comitato scientifico del Museo Archeologico delle Necropoli Rupestri di Barbarano Romano. Egittologa, conoscitrice di lingue antiche come i geroglifici, la lingua sumerica e accadica, la lingua etrusca, lavora nel mondo del web. Nel blog e sul canale YouTube ArcheoTime sono visibili le sue camminate archeologiche on the road. Innamorata della comunicazione e della scrittura, guiderà i lettori di TusciaUP nella conoscenza del nostro territorio attraverso Tour di Archeologia in Tuscia.

Il 1° marzo, prossimo articolo, andremo a  Civita Castellana.

il monumento funerario

 

Foto di Francesca Pontani

 

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