Alla ricerca del sarcofago perduto: nuove ipotesi sulla sepoltura di Alessandro IV

di Barbara Aniello

giampaolo Serone ph massimiliano capo

È da tempo che Gianpaolo Serone, archeologo, imprenditore e ricercatore in ambito turistico e culturale si dedica allo studio e all’approfondimento degli edifici ecclesiastici e delle sepolture medievali di Viterbo. Questo specifico filone di ricerca lo ha condotto anche sulle tracce di Alessandro IV e della sua “presunta” perduta sepoltura. Innamorato da sempre del nostro territorio, Serone si occupa, sia come divulgatore che come ricercatore scientifico, di Viterbo, incentrando la sua attenzione soprattutto sulla topografia e architettura medievale. Abruzzese di origine, Gianpaolo approda a Viterbo ai tempi dell’università, laureandosi in Beni Culturali. Per la sua vocazione storico-artistica, ha declinato la sua carriera imprenditoriale con istanze diverse, provenienti dall’editoria e dalla divulgazione. In tal modo si è speso da sempre per far conoscere le bellezze del nostro incomparabile territorio: è socio fondatore di Artisplendore Italia, di Archeoares e responsabile del marchio editoriale Edizioni Archeoares. La presenza di un sarcofago etrusco riutilizzato nel cimitero medievale della cattedrale di S. Lorenzo a Viterbo, era nota fin dal 1998 anno in cui fu riportato alla luce durante i lavori per la realizzazione del Museo del Colle del Duomo, inaugurato nell’anno giubilare del 2000. Il sentore di un’anomala preziosità di questo sarcofago era stata notata qualche anno dopo da Gianpaolo Serone, che già ne aveva opportunamente annotato la tipologia, cosiddetta Holztruhen, la copertura a tetto displuviato e abraso e le tracce di pittura rossa sul blocco unico, lineare, ricavato dal peperino. L’anomalia consisteva proprio nell’atipicità dell’esemplare rispetto ad altri sarcofagi del tipo a loggette emersi negli scavi. Spinto da una felice intuizione, Serone ha indagato circa questa apparente “incoerenza” con il contesto, approfondendo il reperto, l’importanza del quale lo ha indotto a seguire la pista del riutilizzo e del recupero dello stesso per un destinatario eminente. Da un’analisi più approfondita è risultato che la sua collocazione fosse in corrispondenza della cappella di San Protogenio e Compagni, presente nel transetto destro della chiesa. Proprio questa era infatti l’area destinata alla sepoltura di papa Alessandro IV la cui tomba, ritenuta scomparsa, ha alimentato l’indomabile fantasia di molti. Come spesso succede, invece, il sarcofago era sotto gli occhi di tutti, camuffato da reperto etrusco, certamente distinguibile e indiscutibilmente più prezioso, dipinto di rosso e con un’aria “retrò” rispetto al contesto. Le fonti iconografiche e bibliografiche hanno confermato l’evidenza spaziale ed archeologica e prudentemente Gianpaolo Serone ha avanzato la stupefacente ipotesi che il sarcofago etrusco fosse effettivamente quello ri-utilizzato per la sepoltura del pontefice, morto nel 1261. A riprova della fondatezza delle ipotesi di Serone è giunta la conferma da parte di Arte Medioevale, rivista eminente di categoria scientifica “A”, della pubblicazione delle sue conclusioni. Un importante arbitraggio di professori guidati dall’Università La Sapienza ha letto e approvato il saggio di Serone, accettando di pubblicarlo nel numero del 2023. Così un importante tassello mancante nella ricostruzione della nostra Viterbo medievale troverà finalmente la sua collocazione in un affascinante puzzle storico-archeologico, sempre foriero di interessanti scoperte ed inesauribili curiosità. Serone restituisce così Viterbo ad un panorama meritatamente internazionale. Fieri ed orgogliosi lo ringraziamo.

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Foto cover di Massimiliano Capo

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