Erasmus, Giorgia Fabbri: quel pieno e quel vuoto che ti portano lontano

di Giorgia Fabbri

Dall’inizio dei corsi le giornate sembrano scorrere molto più velocemente. Certe volte volano via senza che io abbia il tempo di viverle e di rendermi conto di cosa stia succedendo. Io, Carla e Alessia viviamo ogni momento delle nostre giornate insieme e trascorriamo le serate con i ragazzi svedesi. Tra una lezione e l’altra arriva anche il giorno della visita a Dalarna, la contea in cui si trova Falun. Così conosciamo meglio la città dove viviamo, i suoi artisti, le sue tradizioni e leggende. Visitiamo la famosa miniera di rame di Falun e le storie che la riguardano, leggendarie e non.

Ogni tanto la solitudine si fa sentire, in quei pochi giorni che passi da sola, quando tutti devono studiare e tu non hai così tanti impegni. Così inizi a riflettere su quello che sta succedendo intorno a te, realizzi il grande cambiamento che la tua vita sta affrontando, ti rendi conto di quanto in così poco tempo tu sia cambiata e forse anche un po’ maturata e ti senti anche un po’ triste, perché tutto questo spaventa, eccome. In quei momenti da sola per un attimo ti sembra di non avere più stabilità e probabilmente è proprio così: sei stata catapultata in un paese completamente diverso dal tuo e per la prima volta nella tua vita non hai più vicino tutte le persone che ti hanno accompagnato in tutti questi anni.

Ed direttamente dall’Italia arrivare mamma e papà con un carico di cibo italiano (finalmente!). Dalla Svezia partiamo per visitare Copenaghen: nonostante il tempo non ci assista, il porto di Copenaghen è un tripudio di colori, con tutte quelle case colorate sulla riva. Mentre il centro della città sembra tutto identico e grigio, il porto dà colore anche alle giornate di pioggia. Poi è la volta di Christiana, la città dentro la città. Un quartiere di Copenaghen dove si vive indipendentemente dalle regole dello Stato. Anch’essa piena di colore ma… forse un po’ troppo selvaggia.

Riparto due giorni dopo alla volta di Stoccolma. Finalmente è arrivato quel momento del viaggio, sto per rivedere Tom, il mio ragazzo. Stoccolma è bellissima, il perfetto equilibrio tra metropoli e paese. La particolarità di essere dislocata in varie isole la rende veramente affascinante e bella da vedere anche sotto la pioggia (menomale, perché per quattro giorni continua a piovere ininterrottamente). Ritorniamo poi a Falun ma, dopo qualche giorno è ora per Tom di tornare a casa.

È in quel momento, quando vedi tutti venire a trovarti per poi andarsene di nuovo, che ti senti veramente solo e triste. Certo, ti fai molti amici in Erasmus, ti diverti molto. Ma non conosci realmente nessuno. Ecco, quando vedi qualcuno che ti sta particolarmente a cuore e poi devi lasciarlo andare di nuovo sapendo che passerà molto prima di rivederlo, ti senti di nuovo un po’ vuoto.

 

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