Tuscia in pillole. L’Adolescente di Cardarelli e Greco

di Vincenzo Ceniti*

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Sei l’imporosa e liscia creatura
cui preme nel suo respiro
l’oscuro gaudio della carne che appena
sopporta la sua pienezza. (da “Adolescente” di V. Cardarelli)

Vincenzo Cardarelli l’ha immortalata e sognata così, come una perla rara, irraggiungibile. Emilio Greco l’ha plasmata nella creta e palpeggiata nel bronzo come avrebbe fatto quell’uomo che un giorno l’avrebbe profanata (inconsapevole del bene che gli è toccato).   

I due si incontrano a Tarquinia. Cardarelli nei volti della gente, negli odori dell’aria, al cimitero, nel libro di pietra sotto un cipresso, lassù nel  Belvedere a lui dedicato. Alla Ripa come direbbero quelli del posto, dove le case lasciano il posto alla Maremma, con prati e granaglie distesi fino ai ruderi dell’antica Civita. In quel libro di pietra è vergata la dedica alla sua città, carica di mestizia e rassegnazione. “Qui tutto è fermo, incantato nel mio ricordo. Anche il vento”.

Greco è di fuori, ma a Tarquinia non è un intruso che si fa sentire e vedere nella silhouette dell’adolescente imprigionata nel bronzo di una statua, a fianco di palazzo Vitelleschi (in corso V. Emanuele), realizzata nel 1979 e donata alla città il 13 ottobre 1990 proprio in ricordo di Vincenzo Cardarelli. L’opera è conosciuta col motto  “Memoria dell’Estate” (per noi è l’Adolescente) a immaginare un  “Sole a picco” su vasti spazi a grano, un tempo  percorsi da bifolchi alla guida di bovi aggiogati.

L’”Adolescente” di Emilio Greco è un’opera di rara raffinatezza (poco meno di due metri e mezzo di altezza), forgiata nelle fonderie di Pietrasanta, che ha le innocenti movenze di una giovane, fissata nell’attimo irripetibile di una provocante torsione. Per Tarquinia, già straripante di tesori etruschi e medioevali, è un ulteriore asterisco, come lo sono a Collodi il monumento a Pinocchio e la Fatina, a San Pietro quello di papa Giovanni XXIII e a Orvieto le porte del Duomo, tutte per mano e ingegno di Emilio Greco.”Tutta la vita – confesserà – ho sognato di poter realizzare un’immagine pura e incontaminata, come l’Adolescente senza riuscirvi. Era una mia folle presunzione pensare di poter raggiungere tale livello, tale valore assoluto con la scultura”.

Ci piace credere che l’afflato con Tarquinia si nutra di radici robuste, non solo per la stima che Greco aveva di Cardarelli “Amo la sua poesia, più di quella dei suoi contemporanei italiani da Montale a Ungaretti, da Quasimodo a Saba”. Ma anche per le comuni storie di una infanzia povera e difficile nelle rispettive città di origine, distratte e ingrate.

Due lignaggi affini ma diversi. Uno del profondo sud, come Catania, nera di lava, l’altro di Tarquinia, l’antica Corneto, bianca di macco. Uniti da un passato nobile che inorgoglisce la memoria. Le opere di Greco, certamente tra i più grandi scultori del Novecento, sono custodite in mille collezioni, non solo d’Italia ma anche all’estero, come l’Ermitage di San Pietroburgo e il Puskin di Mosca. Notevole il “Greco Garden” nel mega-museo all’aperto di Hakone in Giappone. Nella sua città natale di Catania glielo hanno dedicato uno con sue litografie e acqueforti. Va ricordato che la donazione di Emilio Greco dell’Adolescente alla città di Tarquinia si è resa possibile anche per l’intervento finanziario della Regione Lazio.

Cardarelli Vincenzo
Vincenzo Cardarelli
Emilio Greco
Emilio Greco

Nella foto cover, particolare della scultura di Emilio Greco a Tarquinia

 

L’autore*

ceniti

Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.

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