Ruggeri alla Piazza di Caffeina: “scrivere può salvarti la vita”

Cristiano Politini

Enrico Ruggeri ha aperto gli archivi della sua vita a Caffeina a un pubblico ammaliato dalle storie e dagli aneddoti della sua vita di artista. Il lunedì di Caffeina, nella stupenda cornice di a Piazza San Lorenzo, ha accolto un Ruggeri emozionato e più vibrante che mai, per la presentazione del suo ultimo lavoro dal titolo “Sono stato più cattivo”.Un racconto di storie e di esperienze di vita vissuta su e giù dal palco, dai primi passi fino alla consacrazione tra i grandi della musica. Le tappe della vita di Ruggeri vengono scandite dal passare dei decenni e l’eclettico artista spiega come sia possibile associare la sua crescita ai periodi degli anni sessanta, settanta e ottanta, legandoli alle influenze musicali di quegli anni.

Ruggeri espone al giornalista Giorgio Renzetti la sua passione per il rock decadente di David Bowie e Lou Reed e la voglia di suonare e formare band negli anni della scuola, con lo scopo unico di condividere passioni e suonare con il sorriso stampato in faccia. La musica è una costante che lo ha accompagnato nella vita e che gli ha consentito sempre di trasmettere qualcosa agli altri: la sua “missione” è iniziata con il Punk, un genere musicale che permette a tutti di suonare, basta avere qualcosa da dire e un messaggio da lanciare; successivamente gli eventi lo hanno portato sul palco dell’Ariston fino ad arrivare alla pubblicazione di canzoni diventate pietre miliari della musica italiana. Ruggeri negli anni è stato un’artista a tuttotondo che si è mosso anche verso altre forme di arte come la televisione, la radio e la scrittura. Ciò che non ha mai cambiato, però, è il suo modo di “essere Ruggeri”, fermo sulle sue idee e sulle sue convinzioni, che negli anni gli ha regalato molte gioie e gli ha consentito di creare rapporti positivi nel mondo della musica con i colleghi musicisti, ma soprattutto con i tecnici e gli operatori che lavorano per i concerti.
L’artista ha anche affrontato il tema dei giovani e del loro rapporto con la musica. I ragazzi di oggi, hanno un approccio “aggressivo” e di competizione verso la musica, spesso sotto l’influenza dai Talent Show. Di speranza, però, per la passione musicale ce n’è ancora e Ruggeri è riuscito a coglierla un po’ anche a Viterbo, durante la cena prima dello spettacolo. Infatti, alcuni ragazzi stavano suonando dei pezzi dei Led Zeppelin, in una piazza del festival, e Ruggeri è rimasto piacevolmente sorpreso dall’accaduto, tanto da raccontare l’esempio sul palco.

Riflessioni semplici sulla vita di tutti i giorni e sul cambiamento della società di un Enrico Ruggeri che non ha mai volato in superficie che per questo ha affascinato e incantato anche il pubblico di Piazza San Lorenzo, il quale ha avuto il privilegio di ascoltare la vita di un artista che ha sempre seguito le sue passioni e i suoi amori, in ogni momento del suo cammino musicale e non solo tracciando un percorso di artista a tutto tondo, ha pure appena compiuto 60 anni.

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