La Provincia per il PNRR, Romoli: “Una opportunità che non può essere perduta, avanti con i progetti”

di Luciano Costantini

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Non è certificato, ma assai probabile che le risorse siano quantitativamente più consistenti dei programmi. Nel senso che i soldi messi a disposizione dalla Ue sono tanti, i progetti pochi. E dunque difficilmente i soldi potranno essere tutti spesi nei tempi programmati. Il rischio, assolutamente realistico, emerge al termine di una giornata che l’amministrazione provinciale di Viterbo dedica al Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). In particolare, allo stato dell’arte nella Tuscia. Il quadro che ne esce non è esattamente entusiasmante perché molti Comuni non sono stati o non sono ancora in grado presentare progetti seri e fattibili e soprattutto perché quel mostro che si chiama genericamente Burocrazia è pronto ad annientare, comunque a frenare, gli sforzi di tante amministrazioni. ”I miracoli – avverte il consigliere regionale, Enrico Panunzi – fanno parte del libro dei sogni. Qui se non si procede all’assunzione di persone tecnicamente qualificate si corre il rischio di veder naufragare ogni iniziativa di ripresa. Per la piena attuazione del Pnrr la priorità sono le risorse umane che danno gambe ai programmi”. “E il Pnrr – sottolinea il presidente della Provincia, Alessandro Romoli – è una opportunità che non può essere perduta”. Nella sala Benedetti di palazzo Gentili sono presenti alcuni sindaci che hanno raggiuto, beati loro, almeno un primo obiettivo, quello di veder approvati i progetti delle loro amministrazioni. Per il traguardo finale dipenderà dai tempi e dai lacci e lacciuoli della Burocrazia. Il sindaco di Valentano, Stefano Bigiotti, presenta i suoi dodici interventi, tra i quali il sistema di digitalizzazione all’interno della Rocca Farnese e il potenziamento del Polo Industriale con una scuola di artigianato. Finanziamento di 1 milione e seicentomila euro. Il primo cittadino di Bassano Romano, Emanuele Maggi, si dice orgoglioso del Polo per l’Infanzia “Zero-Cento”. “Zero – spiega perché – non avevamo un euro e neppure un’area per immaginare un nuovo asilo e cento perché la struttura sarà al cento per cento ecosostenibile”. Finanziamento di tre milioni e 630.000 euro. Tre milioni circa a Civita Castellana per diversi progetti, illustrati dal vice sindaco, Claudio Parroccini: riguarderanno interventi per la “rivoluzione verde e la transizione ecologica”, lavori al tempio di Ottaviano, la sistemazione di scuole e la creazione di un teatro. Tanti soldi, venti milioni, per la riqualificazione urbana, turistica, socioeconomica e digitale per il borgo di Trevinano, frazione di Acquapendente di 146 abitanti. La sindaca, Alessandra Terrosi, non nasconde la propria soddisfazione per aver ottenuto dall’Europa anche altri finanziamenti per interventi contro il dissesto idrogeologico (900.000 euro), a favore della scuola per l’infanzia (130.000) e il potenziamento del sistema di raccolta e riciclo dei rifiuti urbani (130.000). Anche l’Ater, per bocca del suo direttore generale Fabrizio Urbani, presenta il piano delle ex Case Popolari. L’Europa ha messo a disposizione complessivamente 32 milioni: 15 soltanto per il salvataggio e la riqualificazione dell’ex ospedale di San Simone e Giuda che sta cadendo letteralmente a pezzi. Diventerà un collegio per studenti universitari, gestito da donne che hanno avuto un’esistenza non esattamente fortunata. Altri soldi per interventi su 78 alloggi del capoluogo, 5 a Castiglione in Teverina, 12 a Sipicciano e 12 a Corchiano.

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