Viterbo e Roma capitali italiane della sete

fontanella di via delle piagge

Caldo soffocante e assenza di piogge, dopo laghi e corsi d’acqua stanno compromettendo anche le riserve d’acqua sotterranea del Centro-Nord Italia, proseguendo un deficit pluviometrico, che si protrae dall’anno scorso e che conferma  i caratteri di una siccità endemica in territori, dove serviranno anni per riequilibrare il bilancio idrologico: lo segnala l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, in base ai dati del report settimanale.

L’’Osservatorio sulle Risorse idriche,  segnala anche l’eccezionale deficit di piogge sul Lazio con le province di Roma e Viterbo definite «capitali italiane della sete»: il lago di Bracciano è sceso di 36 centimetri rispetto allo scorso anno, quello di Nemi di 96, mentre il lago di Turano cala di un centimetro al giorno. Nettamente inferiori alla media restano le portate del fiume Aniene, mentre quelle di Liri e Sacco sono ai minimi dal 2017. E la siccità ormai sembra infinita.  La mancanza di piogge sta compromettendo anche le riserve d’acqua sotterranea del Centro-Nord. Sul Lazio è eccezionale il deficit pluviometrico. Sono tornati sostanzialmente in linea con gli anni scorsi, invece, i livelli del Tevere.

Nella vicina Umbria, dove è piovuto pochissimo, i laghi di San Casciano e di Chiusi permangono a livelli minimi, mentre il bacino di Corbara è sceso di 58 centimetri in 7 giorni.

Il quadro è allarmante la siccità sta intaccando anche le risorse idriche sotterranee.
«Questa non è “la nuova normalità”. La crisi climatica continuerà a intensificarsi e a peggiorare, finché metteremo la testa sotto la sabbia e daremo priorità al profitto e all’avidità rispetto alle persone e al pianeta. Stiamo camminando come sonnambuli verso il bordo del precipizio». Lo ha scritto martedì su Twitter l’attivista climatica Greta Thunberg commentando un post del meteorologo Scott Duncan sulle temperature «roventi» registrate in questi giorni in Europa occidentale.

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI