Maria Ida Governatori, il ricamo l’arte nello spazio finito di una tela

di Carolina Trenta

La scuola di ricamo “L’ago di Capodimonte nasce nel 2009 con l’intento di recuperare l’arte del ricamo un tempo diffusa nel territorio, infatti sino a non molti anni fa non era insolito vedere le nonne che ricamavano ai bordi delle vie nei vicinati. Nell’autunno 2023 la scuola è diventata un’associazione culturale, il cui statuto ha come punti fondanti il ricamo, la beneficenza e la socializzazione. Cruna e ago sono così diventati un’opportunità per aiutare i più bisognosi, promuovere la riscoperta del lavoro fatto a mano e un mezzo di socializzazione in grado di facilitare condizioni di scambio e di comunicazione di esperienza fra generazioni diverse.

Ai vari corsi e laboratori giungono appassionate del ricamo dalle zone limitrofe e dalla bassa toscana, incuriosite dall’allestimento del presepe ricamato. Abbiamo raggiunto la presidente dell’associazione culturale “L’ago di Capodimonte”, Maria Ida Governatori, per capire meglio cosa si celi dietro alla sua attività.

Un tempo eravamo abituati a ricercare le maestrie del ricamo nelle religiose degli antichi conventi, oggi la contemporaneità ci riserva sorprese di prossimità perché il ricamo è una preziosità che non deve essere recisa.

Ci racconti come tutto è cominciato. Il via nel suo caso l’ha dato la passione per il ricamo?

Quando il comune di Capodimonte mi ha proposto di fondare una scuola di ricamo nel borgo ricamavo già da diversi anni e i miei lavori erano pubblicati su riviste del settore diffuse a livello nazionale. All’inizio ero molto titubante perché l’idea non mi entusiasmava troppo ma alla fine cedetti perché avevo capito che a questo progetto ci tenevano veramente e perché in esso vedevo la possibilità di aiutare il prossimo. Il devoluto degli eventi organizzati dalla scuola di ricamo va sempre ad associazioni che concretamente aiutano persone in difficoltà.

Come sono andati gli inizi?

All’apertura della scuola le allieve erano poche, ma tutte molto volenterose. Dopo aver insegnato loro un po’ di tecnica e prodotto i primi lavori chiamai la rivista di ricamo “Rakam”, con la quale organizzammo una mostra coinvolgendo altre scuole provenienti da tutta Italia. Quella fu la prima edizione de “Il gioco dei fili”, la mostra di beneficenza che ogni anno realizziamo in estate e alla quale teniamo moltissimo.

 Chi sono le “ricamelle”?

Le “ricamelle”, sebbene inizialmente fossero anche bambine, oggi sono donne di età compresa perlopiù tra i 40 e i 90 anni. Si tratta di signore che provengono dalla Tuscia, dalla bassa Toscana, da Roma addirittura, ma molte sono concittadine amiche di Marta e Capodimonte.

Come si sviluppano i laboratori?

La scuola è aperta tre giorni a settimana: il lunedì vengono le più esperte, il venerdì le principianti e il mercoledì organizziamo il “giorno ricreativo”, durante il quale si svolgono lavori da destinare al mercatino di beneficenza, si imparano nuove tecniche e si fa merenda tutte insieme, ognuna porta qualcosa. Quello che si è creato è un gruppo molto affiatato, ci vediamo con piacere anche fuori dagli orari di lezione.

Vengono insegnate solo le tecniche di base o c’è spazio anche per qualcosa di più ricercato?

Organizziamo corsi di ricamo che vanno dagli sfilati al reticello, dal ricamo classico al punto antico fino al punto pittura, senza tralasciare il ricamo d’Assia. Spesso si sperimentano nuove soluzioni che partono dagli schemi tradizionali per passare ad interpretazioni e rielaborazioni personali, come ad esempio gli amigurumi che oggi vanno tanto di moda anche tra i più giovani.

La vostra fucina creativa dov’è situata?

I locali della scuola sono a Capodimonte, in via Roma, 30. Oltre ad essere uno spazio di apprendimento è anche un luogo di incontro, di socializzazione, di formazione, di trasmissione del sapere, una fonte di ispirazione. Ci tengo a precisare però che anche il lavoro a casa ha il suo significato, serve per padroneggiare al meglio le tecniche, ce lo ha insegnato anche la pandemia.

Ci sono stati momenti di criticità in cui avete dovuto sospendere il vostro laboratorio?

Il periodo della pandemia ci ha  imprigionate sognando la normalità, ma le nostre passioni ci hanno aiutato a superare quel momento che pareva non finire mai. Come tutte le altre scuole abbiamo dovuto chiudere, ho avuto paura che il gruppo si disperdesse e che le allieve si dimenticassero tutto quello che avevano appreso. Pertanto, ho organizzato il lavoro a distanza come un grande ripasso: ognuna doveva realizzare il disegno di una farfalla con la tecnica che preferiva. Da quel periodo così buio ne sono usciti dei runner da tavola stupefacenti!

Oggi l’attività è ripresa nella consuetudine. Avete richieste di lavoro preziose e quale è stato quello che vi ha rese più orgogliose?

Noi non lavoriamo per privati, le nostre creazioni sono ad uso personale o per beneficenza. Mi piace ricordare due eventi le cui protagoniste erano delle coperte bellissime: una è stata fatta in onore della mostra che aveva come tema “chi ha visto il vento?”, le altre invece erano al centro della manifestazione benefica “copriamo la Piaia per scaldare chi ha freddo”. Chi voleva poteva mandarci una coperta lavorata per coprire la Piaia di Capodimonte: abbiamo ricevuto donazioni da tutta Italia, è stata un’emozione bellissima.

Il mercatino di beneficienza e il presepe artistico sono gli eventi che vi hanno caratterizzato nelle appena trascorse festività natalizie. Nel presepe aggiungete ogni anno personaggi nuovi, o viene realizzate ex novo?

Il presepe gode oggi il massimo apprezzamento da parte dei visitatori . E’ completamente realizzato a mano su progetto e disegni delle stesse “ricamelle”, ricco di ricami e intarsi particolari. Nove gli appuntamenti in cui è stato rappresentato (8/9/10, 16/17, 30/31 dicembre, 6/7 gennaio) che sono stati segnalatori  dell’alto gradimento e ciò mi rende estremamente orgogliosa. Quest’anno il presepe è stato ampliato con dei personaggi di Capodimonte: il pescatore, il ceramista, la lavandaia, i pastori, il macellaio, l’oste e il fabbro.

Si guarda alla edizione 2024-2025…

Per il prossimo anno ho molte nuove idee, ma voglio mantenerle nascoste ancora per un po’ perchè sorpresa deve essere!

Una delle ricamelle ha definito il ricamo “il sussurro di donne centenarie nel cuore di una donna moderna”. Mai definizione può rendere al meglio il significato dell’associazione “L’ago di Capodimonte”.

 

Se volete saperne di più: www.ricamoacapodimonte.it

 

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