La dieta senza glutine può far male ai non celiaci? Le risposte della nutrizionista

La celiachia è una patologia autoimmune, causata dall’ingestione di glutine presente in grano, orzo e segale. Attualmente non esiste una terapia farmacologica per questa malattia, la quale viene curata semplicemente escludendo il glutine dall’alimentazione quotidiana. Una volta eliminato il glutine dalla propria alimentazione, il processo infiammatorio si spegne e la mucosa intestinale torna normale.

Purtroppo la celiachia viene diagnostica solo in una piccola di soggetti celiaci, quindi la maggior parte lo sono ma non sanno di esserlo. Tra le cause del ritardo diagnostico vi è uno scorretto utilizzo dei test diagnostici.

Un esempio è l’utilizzo del test genetico, il quale fornisce una indicazione sulla predisposizione alla malattia celiaca ma, solo il 3% dei soggetti geneticamente predisposti poi effettivamente sviluppa la patologia. Utilizzare questo test come auto-diagnosi è quindi assolutamente scorretto. Risulta invece molto utile nel caso in cui sia stata diagnosticata la patologia ad uno stretto famigliare, in quanto è un test con elevato valore predittivo negativo. Quindi, una sua negatività, assicura l’assenza di celiachia.

Un altro elemento che causa un ritardo nella diagnosi della patologia è la spontanea esclusione di alimenti contenenti glutine dalla propria alimentazione, in assenza di diagnosi di celiachia. Gli alimenti gluten-free vengono definiti più salutari e spesso sono utilizzati quotidianamente anche dalle persone non celiache.

Tuttavia, il test di prima scelta per la diagnosi della celiachia è il test “anticorpi anti-transglutaminasi IgA”. Un test che però si negativizza in seguito ad una dieta priva di glutine protratta per qualche settimana. Questo significa che nei soggetti veramente celiaci, una alimentazione senza glutine adottata spontaneamente prima di sottoporsi al test diagnostico validato scientificamente, può portare ad un “oscuramento” della diagnosi. Il soggetto, quindi, eliminerà in maniera non corretta il glutine, con un ritardo nella diagnosi e un peggioramento della sintomatologia. Il mio consiglio è quello di rivolgersi sempre a professionisti del settore, il fai-da-te non è mai indicato in questi casi.

Perché la dieta gluten-free è ritenuta salutare?

L’eliminazione di prodotti contenenti glutine dalla propria alimentazione ed un successivo benessere anche in soggetti non celiaci, può essere la spia di un disturbo gastrointestinale che sarebbe opportuno indagare al fine di porre un rimedio ai sintomi.

Scegliere alimenti senza glutine in assenza di una diagnosi accertata di celiachia, non è assolutamente consigliabile e può far aumentare anche il rischio di obesità e patologie cardiovascolari.

In seguito a numerosi studi, infatti, è stato dimostrato che il pane senza glutine ha una concentrazione di grassi superiore rispetto a quello tradizione e un contenuto di proteine tre volte inferiore. Stessa situazione vale per i biscotti gluten-free, i quali hanno meno proteine e più grassi rispetto a quelli normali. Anche la pasta senza glutine ha un contenuto proteico inferiore rispetto alla pasta tradizionale.

Tutto ciò può causare un impoverimento della dieta con conseguente aumento di peso. Rischio accettabile nel caso di celiachia diagnosticata ma ingiustificabile negli altri casi.

In conclusione, sconsiglio l’utilizzo di prodotti glutine free a tutti coloro che non ne hanno una reale necessità. Eliminare i cereali contenenti glutine dalla nostra alimentazione quotidiana, significa privarsi di carboidrati complessi, fibre, vitamine e minerali.

Alimenti senza glutine: la lista completa

 

*La Dottoressa Gemma Moscioni,(nella foto di copertina) Biologa Nutrizionista,  laureata in Biologia cellulare e molecolare presso l’Università degli Studi della Tuscia (110 cum laude), perfezionata con Master Universitario di II livello in: “Nutrizione personalizzata, basi molecolari e genetiche”, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata (110 cum laude). Ha sviluppato competenze riguardanti la Nutrizione personalizzata e la Nutrigenetica, focalizzandosi sul ruolo che gli alimenti hanno nell’espressione genica dell’individuo.
Attualmente lavora come Biologa Nutrizionista a Viterbo e provincia e affianca alla libera professione l’insegnamento dell’educazione alimentare. Si occupa di problemi del disturbo alimentare nell’adolescenza.

Studio: Viterbo – via Friuli, 18
Contatti: 329 536 6678
www.biologamoscioni.it

 

 

 

 

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