Maria Teresa Muratore e il racconto breve: “Ma mamma che dici?”

di Maria Teresa Muratore

Era cominciato il nuovo anno, era il 4 gennaio quando Giovanna si svegliò con quella strana sensazione. Non che fosse proprio una superstiziosa ma alle dicerie che si tramandavano ci credeva.

Già quando era piccola le avevano raccontato che i sogni fatti durante le prime dodici notti di gennaio corrispondevano alle cose che sarebbero successe nei dodici mesi dell’anno, quindi da sempre stava attenta a questi dodici sogni, cercando di ricordarli al risveglio e di intrepretarli sperando che fossero di buon auspicio.

Quella mattina si destò ricordando improvvisamente il sogno della notte, specialmente dell’ultima parte, quella del primo mattino, che sembra proprio essere la porzione i cui sogni si avverano, e capì perché si sentiva un po’ strana.

Aveva sognato che era il giorno del suo compleanno, e questo ci stava perché era di marzo, e lei faceva un grande festa, e questo anche tornava perché era dal tempo del covid che la rimandava, ma la faceva a casa di sua nonna, un po’ almanaccata, con tanti mobili messi un po’ alla rinfusa, e questo era un altro richiamo alla realtà dato che da poco avevano dovuto liberare quella casa per venderla, e un po’ sembrava anche il laboratorio dove aveva lavorato, c’erano tantissimi amici, ma tutto un po’ improvvisato, tutti un po’ pigiati, si aggiungevano tavoli ma senza un ordine, apparecchiati alla bella e meglio, lei si preoccupava che il cibo non bastasse, salutava  destra e a sinistra un po’ confusa, a disagio, anche perché c’erano veramente tante persone e alcune non erano neanche amici ma conoscenti e non si ricordava neanche di averli invitati poi dovevano andare via tutti, perché in realtà si trovavano nel ridotto del teatro, e guarda caso era lì che da poco avevano organizzato una mostra, e doveva cominciare un saggio di danza ed ecco che arrivavano le piccole ballerine accompagnate dai genitori e sì, dovevano proprio sloggiare, e già non sapeva dove passare per riprendere la sua borsa ma poi riusciva a recuperarla.

Scendevano così tutti nel vicolo di sotto…e lei si ritrovava a casa di sua madre, usciva in giardino e poi fuori al cancello, forse a pulire, tagliare rose…intanto arrivava la sua amica Luisa che era venuta a trovarla e lei diceva “vieni, entra in casa” e lì si accorgeva di non avere le chiavi e di essersi chiusa fuori. Istintivamente suonava il campanello per farsi aprire e poi quasi contemporaneamente diceva “e chi mi apre che a casa non c’è nessuno?”

Invece si sentiva lo scatto e il cancello si apriva.

Allora, stupita, entrava.

E vedeva in fondo al corridoio sua madre che la guardava, era lei che le aveva aperto, stava in piedi, ferma, vicino al telefono ad aspettarla, lei diceva “mamma” come si dice esclamando contenti e la abbracciava, l’altra non sembrava particolarmente contenta di vederla, accettava l’abbraccio senza ricambiarlo. La cosa che la lasciava perplessa è che lei sapeva perfettamente che la madre era morta.

Allora che significava il sogno? Che la madre la aspettava di là? Che sarebbe morta? Forse per questo la mamma non era sorridente, perché le dispiaceva vederla arrivare così presto.

Così si svegliò con questa idea che sarebbe morta subito dopo la sua festa di compleanno. Non sembravano esserci altre spiegazioni.

Sempre perché si dice che se un sogno brutto si racconta non si avvera, provò a raccontarlo a suo marito ma non lo volle sentire, allora ciondolando verso la camera di sua figlia, un po’ sospesa, provò con lei che l’ascoltò e le disse “ma mamma che dici?

Alleggerita per cinque minuti, iniziò a vagare per casa immersa in questa sensazione di fine prossima annunciata. Oddio, proprio prossima no, mancavano ancora tre mesi. Pensò a tutte le cose che ancora poteva fare, ma sotto sotto, subdolamente, le venivano in mente quelle non fatte, infatti con dispetto un pensiero la attraversò: ecco, non sono stata in India. Infatti il viaggio che voleva fare in autunno era sfumato con la promessa di realizzarlo più in là. E qui la soddisfazione perversa e inutile che chi restava si sarebbe sentito in colpa per non averla accontentata. Ma si vergognò subito ad averlo pensato perché, poveri, avrebbero sofferto per lei invece e durò solo un attimo perché immediatamente dopo realizzò ma quando sarò aria, persa nell’etere, la vedrò l’India perché vedrò tutto, ne godrò diversamente, non ci saranno più limiti, argini, divieti. E allora una pace la pervase tutta. E poi farò in tempo a vedere la nipotina! La cui nascita era prevista prima della metà di marzo.

Sì, una pace la pervase, una serenità, una notizia che sapeva solo lei, consolante diciamo.

Si sentì leggera, come se le vicende della vita la toccassero di meno, non la angustiassero più.

Poi prevalse la sua parte scientifica, pensò se è così, che a marzo muoio, non dovrei fare sogni nelle prossime nove notti perché non ci sarò più da aprile in poi. Allora stette molto attenta a vedere se sognava ancora nelle notti successive. Un po’ sognò, e questo la confuse un po’, una volta sognò che qualcuno le voleva rubare il sogno che stava facendo o che litigava col sogno perché non voleva farlo e un’altra, forse era la notte successiva, che col cellulare cercava di contattare il marito ma comparivano solo pubblicità e non riusciva in nessun modo a comporre il numero e a raggiungerlo…forse anche questo era premonitore…niente, la sperimentazione dava risultati dubbi, divagazioni c’erano state.

Restò nell’incertezza e quando ogni tanto suo marito accennava alla festa che avrebbero fatto per il suo compleanno lei diceva, un po’ scaramantica “ma mi sa che la festa quest’anno non la voglio fare…!”

Foto cover: Fioreria RoseRosse Viterbo (https://www.facebook.com/fioreriaroserosseviterbo)

L’autrice

M.T Muratore

Maria Teresa Muratore, viterbese, figlia d’arte, biologa di formazione e professione, ha sempre mantenuto viva la passione per la scrittura. Ha pubblicato tre sillogi poetiche: Scartini d’amore (Alter Ego Edizioni, 2013), In terza persona (Augh!Edizioni, 2017), Io, gli altri, la vita, la morte (Transeuropa Edizioni, 2022). Due raccolte di raccontini: Astrazioni dal quotidiano; Alter Ego Edizioni, 2015-Pensieri Vaganti; Dialoghi edizioni, 2020. Ha aperto una pagina Facebook e Instagram “Le parole di Maria Teresa” dove legge passi dei suoi libri. Dal 2019 collabora con la testata online TusciaUp. Un lungo racconto delle cose ritrovate e perse (NOLICA Edizioni, 2021) è il suo primo romanzo breve.

 

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