“Anna”, il film diretto e interpretato da Monica Guerritore nei panni dell’immensa Anna Magnani

di Rosella Lisoni

Monica Guerritore e Tommaso Ragno, Anna-Foto di Carlo Benincampi
Monica Guerritore e Tommaso Ragno, Anna

Monica Guerritore torna alla grande al cinema, riconquistando il suo spazio e lo fa con una prova da regista, attrice e cosceneggiatrice, regalandoci un film intenso, emozionante, libero e sincero sulla vita dell’immensa Anna Magnani.

“Anna” è il primo film girato sull’attrice che rappresenta il simbolo della città di Roma, apprezzata e amata in tutto il mondo.

L’incipit del film si concentra sulla notte del 21 marzo 1956, notte in cui la Magnani vince l’Oscar come miglior attrice per il film La rosa tatuata. Notte che Anna trascorrerà tra i vicoli di Roma, dando da mangiare ai suoi amati gatti, tra le memorie che la abitano, i dolori che la attanagliano, le speranze che la spingono a proseguire la strasa, senza mai arretrare.

Una donna, un’attrice, una “diva del popolo” in cammino, alla ricerca di se stessa e di un posto in cui dimorare senza scendere a patti con la società conformista, falsa e priva di scrupoli nella quale si trova a vivere e con la quale deve fare i conti: Carlo Ponti, Camerini, Pasolini.

Una società tutta al maschile che la vuole piegare, dominare, manipolare alla quale abilmente Monica Guerritore contrappone dolci, poetiche, ma anche determinate figure di donne: Carol Levi, la prostituta felliniana, Suso Cecchi D’amico, quasi a fare da contraltare allo strapotere maschile di quegli anni.

Accanto a lei gli amici di una vita: lo storico collaboratore Ferruccio Ferrara, il suo agente, Suso Cechi D’Amico, Carol Levi, Antonello Trombadori che la accompagneranno durante la sua ascesa fino agli ultimi istanti di vita.
Il suo grande e travagliato amore: Roberto Rossellini, “un’impronta nel cuore che vive anche quando il tempo ha cancellato tutto il resto”, il figlio Luca, il dolore che non passa mai, ma che, per guarire dalla poliomielite, non smetterà mai di lavorare: “non c’ho ‘na lira, tutti i soldi che ho servono per curare Luca”, la dolce e saggia domestica che terrà con sé fino agli ultimi istanti di vita, inoltre i suoi adorati animali, il cane, i suoi gatti.

Poi c’è Roma, la sua amata città, che la avvolge, la protegge. Nei suoi vicoli trova riparo, dà sfogo al suo dolore, pensa a voce alta, si confida, incontra quel mondo semplice e vero, la sua gente, la gente del popolo che ha sempre amato e con la quale festeggerà durante la notte dell’Oscar, con un brindisi felice nella sua casa nel cuore di Roma.

Anna è un film forte, con molti flash back, quasi omaggio a un cinema che non c’è più, con innumerevoli primi piani sul volto della Guerritore che mirabilmente si indentifica con la protagonista, con uso di ralenti che, anziché disturbare l’armonia del film ,rimandano ad altro, creando brevissime pause all’interno dell’economia filmica e di un tessuto narrativo appassionato e appassionante.

 

Foto di Carlo Benincampi

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