Vincenzo Mirto: un pellegrino tra vocazione e accoglienza

di Nicole Chiassarini

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Presidente dell’Associazione Amici della Via Francigena Viterbo APS è uno dei Custodi della Tradizione di Ospitalità. Lo incontriamo in un assolato sabato pomeriggio.

Vincenzo Mirto, 58 anni, è il cuore pulsante dell’Associazione Amici della Via Francigena Viterbo APS, una realtà che conta 25 soci attivi e che, sotto la sua guida, ha appena celebrato la quinta edizione della Settimana del Pellegrino. Questo appuntamento, nato nella storia della “Città dei Papi”, rinnova la secolare tradizione di accoglienza rivolta ai viandanti e ai pellegrini che percorrono la storica Via Francigena. Mirto non solo coordina l’associazione, ma incarna egli stesso lo spirito del pellegrino, trasformando la sua passione in una vera e propria missione di vita.

Ne ripercorriamo gli inizi da Napoli a Viterbo

Originario di Napoli e con una carriera militare alle spalle, Vincenzo Mirto è anche diacono permanente, ordinato il 28 febbraio 2008. Diacono e Pellegrino (da cui nasce l’acronimo Diagrino). L’arrivo a Viterbo risale a trentasei anni fa, quando vinse il concorso alla Scuola sottufficiali. Il suo cammino verso l’accoglienza pellegrina nasce però da un incontro casuale con un anziano pellegrino diretto a Roma da Canterbury, che gli chiese informazioni per mettere un timbro sulla credenziale del pellegrino. Da quella semplice domanda nacque in Mirto il desiderio di approfondire il mondo dei cammini.

 Che lo ha portato dove?

Vivendo allora nell’ antico quartiere di San Pellegrino, frequentatore della parrocchia di Santa Maria Nuova, ho incontrato don Angelo Gargiuli, parroco e figura guida mi ha introdotto in un universo fatto di spiritualità, accoglienza e condivisione. Da quel momento, il cammino diventa per me una dimensione esistenziale: dapprima ho realizzato discrete passeggiate e piccoli itinerari dal 2000, poi dal 2006, ho percorso cammini più lunghi come quelli di San Francesco, la Via Lauretana, la Via di San Benedetto e, soprattutto, la Via Francigena, percorsa più volte con Roma come meta finale.

Quali sono stati i suoi cammini più significativi?

Il pellegrinaggio, per me, è una chiamata interiore che invita a lasciarsi alle spalle la quotidianità per abbracciare un’esperienza straordinaria. Il mio primo cammino di Santiago de Compostela sulla Via Francese rappresenta una svolta, tanto che ne ho tratto il mio primo manoscritto, “Il coraggio di partire. Memorie di un pellegrino itinerante”, seguito poi dal secondo manoscritto “Racconti sul cammino”, scritto dopo l’esperienza sul Cammino Portoghese.

L’Ospitale del Pellegrino un sogno realizzato che si concretizzerà in accoglienza?

Dal desiderio di accogliere nasce l’Ospitale del Pellegrino in via San Pellegrino 49, a Viterbo, situato in un antico palazzo di proprietà parrocchiale. Insieme al parroco Don Mario Brizi, abbiamo dato vita a un luogo dove i pellegrini possono sentirsi accolti da chi ha vissuto la stessa esperienza: “Pellegrini che accolgono altri pellegrini”. Oggi l’ospitale dispone di ventitré posti letto, è aperto da marzo a settembre e chiude nel periodo invernale, quando mi rimetto di nuovo in pellegrinaggio percorrendo nuovi cammini.

Che tipo di accoglienza riservate?

L’ospitalità offerta è sobria e autentica: una doccia, ristoro e una notte di riposo, riservata solo ai pellegrini certificati con credenziale e attrezzatura propria. Per chi lo desidera, amministro anche la Benedizione del Pellegrino della Bisaccia e del Bordone, perpetuando una tradizione spirituale antica.

 Da Presidente dell’Associazione che cosa per lei è cambiato?

Da ideatore a presidente dell’Associazione non è cambiato il mio servizio che rimanequello di accogliere con rispetto e umanità.

 L’anno 2025 accoglie i Pellegrini di speranza. In che modo si distinguono?

Il 2025, Anno del Giubileo, vedo un incremento di pellegrini mossi dalla fede, non semplici turisti ma viandanti in cerca di un senso profondo nel cammino verso Roma. Quest’anno, oltre alla credenziale del pellegrino, viene consegnata anche quella del Giubileo e sono state intensificate le Benedizioni del Pellegrino e la catechesi, a riprova che il cammino non è solo fatica fisica, ma percorso spirituale.

 Chi cammina in generale sulla via Francigena?

Coloro che credono nei valori del Cammino e che desiderano contribuire allo sviluppo e alla promozione della cultura del viaggio a piedi, nel rispetto dei suoi valori. Persone che condividono le proprie esperienze, il proprio entusiasmo ed Amore per il Cammino nella speranza. Sulla Via Francigena si incontrano giovani che approfittano delle ferie estive e adulti o pensionati che dispongono di più tempo. Non mancano camminatori di 70, 80, persino 89 anni, e famiglie intere provenienti dalla Francia con bambini piccoli al seguito, a testimonianza di una realtà sorprendente e variegata. Sulla Via Francigena si incontrano giovani che approfittano delle ferie estive e adulti o pensionati che dispongono di più tempo. Non mancano camminatori di 70, 80, persino 89 anni, e famiglie intere provenienti dalla Francia con bambini piccoli al seguito, a testimonianza di una realtà sorprendente e variegata.

Viterbo e la Via Francigena tra Tradizione e Futuro.Qual’è la prospettiva?

La tappa Viterbo-Roma rappresenta l’ultimo tratto verso la tomba di San Pietro, un percorso di oltre 100 km molto sentito dai pellegrini. La Settimana del Pellegrino ha acceso i riflettori sull’interesse proveniente da fuori città, mentre a livello locale resta ancora del lavoro da fare per coinvolgere maggiormente la comunità e le associazioni. Occorre tempo e impegno, ma la strada è tracciata. Personalmente finché avrò l’opportunità e la forza non demorderò.

Un suo Messaggio per  i Viandanti

A conclusione di ogni incontro, mi rendo conto che molti pellegrini sono spinti da un desiderio interiore di ricerca, un senso profondo che li spinge a camminare e dal volto di molti di loro leggo l’espressione: “In fondo, non serve avere la fede per camminare. Ma è difficile non ritrovarne una — in sé, negli altri, o semplicemente nel passo successivo.

Un invito ad andare oltre i propri limiti, a scoprire la bellezza del viaggio, la luce dell’incontro, la memoria condivisa e la forza della speranza”.

 

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via Francigena Viterbo-Roma

 

la sede di viterbo in via dei pellegrini
La sede di Viterbo in via dei Pellegrini

 

particolare di un affaccio camera
L’affaccio di una delle camere
camera doppia
Camera doppia
lavagna di appunti per i pellegbrini
Lavagna per gli appunti per i pellegrini
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