Rossana Mari: la Tuscia è un mix tra colori eterei e vivi

La pittura di Rossana Mari si muove oggi tra le tonalità trasparenti a volte anche inaspettate degli inchiostri acquerellabili e il mondo affascinante del Terzo Fuoco su porcellana. Cinquantaduenne, vive da sempre a Montefiascone, la Tuscia un amore incondizionato e luogo d’ispirazione ideale per realizzare la sua arte.
“Ho sempre sognato di giocare con i colori, esprimere i miei sentimenti su tela o un foglio di carta, attratta dalle affascinanti trasparenze dell’acquerello. Ho poi conosciuto un modo diverso di “acquarellare”: gli inchiostri acquerellabili o Ecoline. Eccezionali! …Mi sono lasciata coinvolgere dalla loro versatilità. Sono un’autodidatta e l’esserlo ha alimentato il desiderio del perfezionamento sino all’esplosione artistica di oggi”.

Ma in realtà come nasce la sua passione e dove emerge il talento?
La particolarità della mia storia è di non aver mai smesso di disegnare, ho iniziato nell’adolescenza con la matita e il fatto di non aver poi perfezionato con lo studio quella che era una predisposizione per l’arte, chiamiamolo pure talento, mi ha spinta verso la tecnica dell’acquerello. Adopero gli Inchiostri acquerellabili, tecnica che ho scoperto nella tipografia in cui lavoravo, attraverso un libro di grafica. Non esistevano all’epoca nei negozi belle arti viterbesi, quindi li cercai a Roma. La loro irreperibilità (l’ho capito solo più tardi) era dovuta al fatto che venivano usati solo in grafica, ma non in arte. Era l’anno 1984. Iniziai da lì le sperimentazioni fatte con semplici bicchieri di acqua trasparenti, contagocce e solo colori primari più il nero. Avevo vent’anni, da allora la passione non si è mai attenuata…anzi, sono diventati il mio eterno amore.

Dicono che l’acquerello sia l’arte in movimento?
L’acquerello è una tecnica popolare per la sua rapidità e per la facile trasportabilità dei materiali, che lo hanno reso la tecnica per eccellenza di chi dipinge viaggiando e all’aria aperta. L’esecuzione è di per sé tecnica assai raffinata, dal momento che errori di esecuzione (quasi sempre dovuti alla scarsa manualità), difficilmente, e diversamente dalle altre tecniche pittoriche, possono essere corretti mediante la semplice sovrapposizione di altro colore. Infatti il colore è trasparente e non nasconde la stesura sottostante. Le Ecoline ancora più difficili, infatti essendo colori sintetici e non naturali non si possono assolutamente portare via o in qualche modo modificare.

Quand’è che le sue opere prendono forma e colori?
Nel 1984 inizio a dipingere con inchiostri acquerellabili in maniera del tutto autodidatta. Ed è così che gli allegri colori e le opere filtranti di luce prendono forma. Nell’86 nascono alcuni quadri paesaggistici dedicati al mio paese, Montefiascone. Ma è la mia prima figura umana che mi fa capire di avere fatto un salto di qualità: “Pausa” segna l’inizio del mio percorso artistico.

Quando iniziano per lei le prime apparizioni pubbliche, le prime mostre?
Le prime mostre iniziano “giocando” in casa nella mia Montefiascone negli anni ’90 e ’91, ottengono anche riconoscimenti, seguiranno delle collettive nel 2005-2006 e sono quest’ultime che iniziavano ad accendere in me il desiderio di salpare oltre i confini della mia cittadina, che profuma di lago. Andare oltre a piccoli passi ha significato partecipare alla Mostra di Pittura dedicata al Card. Barbarigo, svoltasi anche a Tarquinia e Roma. Nel 2007 Ostia Antica mi propone una collettiva e mi premia come “Migliore acquerello”. Interessante è anche l’incontro con il mio amico fotografo Angelo Bruno. Insieme ci divertiamo a far correre in parallelo la sua foto con la mia arte ed è insieme che decidiamo di aprire un laboratorio d’arte “La piccola Galleria” a Montefiascone. Lo scorso giugno il magnifico esordio a JuzzUp 2016 nel contesto di Caffeina Festival. Un palcoscenico di ampia visibilità.

E la pittura su porcellana a “Terzo Fuoco” come nasce?
Con il desiderio di formarmi su una specificità, riappropriandomi di conoscenze che quell’essere autodidatta poneva come limite più sulla persona che sull’artista. Nel 2004 frequento il corso di pittura su porcellana a “Terzo Fuoco” presso lo studio della Prof.ssa Di Mario. Ed inizio a trasferire la mia conoscenza e la mia intuizione sulle porcellane, che devo dire sono quelle che catturano l’interesse del visitatore nel mio laboratorio, in Via Butinale a Montefiascone.

Spieghi ai nostri lettori questa tecnica.
La prima cottura viene eseguita per cuocere l’oggetto grezzo di porcellana e dare la caratteristica durezza, la seconda cottura per applicare uno strato di cristallina che gli conferisce brillantezza. Dopo le prime due cotture si ha il pezzo bianco pronto per essere dipinto. In passato la pittura a terzo fuoco era nata per correggere e coprire eventuali difetti di fabbricazione, ma con il tempo tale decorazione si è evoluta sino a raggiungere standard molto elevati, realizzando dei veri capolavori conservati in musei di tutto il mondo. Oggi la pittura su porcellana, grazie anche ai molti materiali a disposizione, permette di creare opere molto varie e diversificate.

Montefiascone, la sua città, quali colori userebbe per dipingerla?
Questa domanda mi piace molto….perché me la sono già posta qualche anno fa, quando ho deciso fare un’opera che parlasse della “mia” Montefiascone. Doveva essere come una riverenza verso quella enorme cupola che da sempre ci sovrasta e contemporaneamente doveva parlare di quei vicoli nascosti e straordinariamente popolari che serpeggiano al centro, proprio sotto la basilica. Mi sono piaciuti sempre i contrasti: il sacro e il profano, la perfezione architettonica e le mura disconnesse delle casupole sottostanti. Quindi eterei colori leggerissimi per dipingere la grande cupola e i colori vivi ed irreali dei viola, rosa e neri per i vicoli sottostanti la basilica.
(“Le logge” Inchiostri acquerellabili 35 x 50 in foto di copertina)

I suoi progetti per il prossimo futuro…
In me oggi esiste un’esplosione senza freni, tutto quello che è stato trattenuto vuole emergere, non ci sono più limiti e confini. Il mio essere autodidatta spesso mi ha emarginata.
Mi guardo intorno. Tutte le proposte sono ben accette, la prima quella del Caffè Letterario di Viterbo, a cui mi sono associata e con cui svilupperemo una serie di appuntamenti che mi riproporranno alla platea viterbese. Sogno una maggiore diffusione della tecnica degli Inchiostri acquerellabili, a cui ci si può avvicinare a qualsiasi età senza riserve, perché tutto inizia come per me da una mescolanza di colori…

Lasciamo Rossana Mari nel suo laboratorio studio, una finestra su quell’arte che produce opere di pittura, realizzate con estrema cura, che si riconoscono per la naturalezza, per la grazia e l’armonia dei colori ad acqua, che si mescolano sulla carta, creando sfumature e soluzioni inaspettate. Una dolce sinfonia che racconta il suo mondo.

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