Quello che non ti dicono di Mario Calabresi, “Una storia che mi è venuta a cercare”

di Sara Grassotti

«Buonasera dottor Calabresi, la leggo con piacere perché sono legato a lei dalla perdita di una persona cara a causa del terrorismo. Mi chiamo Piero Masolo, sono prete missionario del Pime in Algeria. E nipote di Carlo Saronio, rapito e ucciso il 15 aprile 1975».

L’autore lo ha ripetuto in tutte le sue presentazioni. Comincia con un messaggio WhatsApp spedito da Algeri la storia che è diventata il nuovo libro di Mario Calabresi. Una storia che, per sua ammissione «mi è venuta a cercare» che il giornalista e scrittore – già direttore della Stampae di Repubblica ama raccontare, quelle storie di vita  che non puoi evitarle decidendo di guardare altrove anche se sei una firma e hai una storia importante. Il libro di recente pubblicazione (è uscito il 20 ottobre), si intitola “Quello che non ti dicono”, è un libro che lo scrittore Calabresi non aveva cercato, che non era previsto e nemmeno immaginato. Uscito in era di pandemia con molto più tempo di permanenza a casa, si presta per una lettura piacevole, per chi lo ha letto risulta essere davvero  interessante, si caratterizza con una scrittura fluida essenziale come Calabresi sa fare, aiutato dal suo essere prima di tutto un giornalista sostenuto dalla sensibilità dell’uomo “curioso del mondo e di chi lo abita” che sa analizzare scoprire, capire situazioni che mescolano idealità, illusioni, violenza e dolore che hanno pure caratterizzato la sua storia . Per chi lo recensisce un libro che è venuto da se in una mattinata, curiosando in libreria.

Sinossi

Era annunciata una mareggiata, fin dal mattino le onde avevano cominciato a crescere, non faceva caldo, d’altronde la primavera era iniziata solo da un mese. Carlo aveva insistito perché tutti portassero il costume, promettendo la prima nuotata dell’anno.

Carlo Saronio è giovane ingegnere della borghesia milanese che si avvicina alla sinistra extraparlamentare. Il 14 aprile 1975 viene rapito dal Fronte armato rivoluzionario operaio e ucciso il giorno stesso. La famiglia, ignara, paga ugualmente il riscatto. È il padre di padre Masolo a consegnarlo. «In famiglia se ne parlava poco. O niente. Ho pensato che… quello che non ti dicono… te lo vai a cercare», dice il missionario, che non ha mai conosciuto di persona lo zio, ma di cui ha voluto sapere.

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