Metamorfosi, terza classificata, una rosa che si arrampica per 27 metri sino alla Santa

Si è appena chiusa la mostra al Teatro dell’Unione che esponeva i 14 bozzetti giudicati idonei  al concorso d’idee per il nuovo modello della Macchina di Santa Rosa, quella che sfilerà nel Giubileo 2025,per cinque anni dal 2024 al 2028.

Metamorfosi porta la firma del team di cui è capofila l’architetto Alfredo Giacomini, si è  posizionata nel podio al terzo posto.

Oltre 500 persone hanno visitato la mostra, chiaramente la vincitrice  Dies Natalis  firmata dell’architetto Raffaele Ascenzi è quella rimasta più sotto i riflettori.

Vi presentiamo in veste integrale la relazione tecnica di questa Macchina il cui gruppo ideatore racchiude l’esperienza e l’estro di un architetto qualificato come Giacomini e la freschezza del suo giovane team: Arch. Elisa FochettiArch. Marcella Del SignoreIng. Claudio Fochetti.

Una rosa che si arrampica sino a raggiungere la Santa è l’idea intorno alla quale si sviluppa il progetto.

Metamorfosi è una Macchina luminosa in cui sono evidenti i riferimenti alla figura di Rosa e alla sua città: il peperino, la fontana, la rosa, il fuoco, il leone, quest’ultimo simbolo originario di Viterbo.

Il basamento è costituito da un blocco in peperino nei cui fianchi, scalpellati, si intravede la vasca circolare della fontana di Piazza Dante, detta anche di San Giovanni in Zoccoli, la quale fu costruita in totale autonomia dagli abitanti della contrada, molto probabilmente nel 1268, pochi anni dopo la morte della Santa.

Nella Macchina la roccia grezza in peperino che ingloba la fontana è un chiaro riferimento al “non finito” di Michelangelo e al suo rapporto con Viterbo e con la nobile poetessa Vittoria Colonna, ospitata nel convento di Santa Caterina di Piazza Dante.

L’illuminazione. L’intera struttura è considerat  illuminata con luce a Led bianca e a fiamma viva.

Il colore rosso della fiamma viva rappresenta il legame della Santa col fuoco: a Vitorchiano, per convertire un’eretica, Rosa si getta su un falò uscendone indenne e a Viterbo, circa un secolo dopo la sua morte, in occasione dell’incendio della cappella in cui venivano custodite le sue spoglie, il fuoco, pur distruggendo l’urna e le vesti, lascia intatto  il  corpo.

I lumini in vetro rosso a fiamma viva, posizionati esternamente per l’intera altezza della ramificazione, alluderanno inoltre alle rose, simbolo della Santa.

Sul piano superiore del basamento, nella parte anteriore, sono posizionati due leoni simbolo originario della città di Viterbo; un bassorilievo con leone e palma è realizzato su entrambi i fianchi del basamento, gli stessi lati  accolgono un gruppo di “Pellegrini in cammino” ispirati ai dipinti medievali del Mitreo di Sutri. Tutti i bassorilievi sono illuminati da luce radente.

Nella parte anteriore del basamento sono presenti due simboli riferiti al Giubileo del 2025 Pellegrini di  Speranza e all’Unesco poiché la Macchina di Santa Rosa è stata riconosciuta  dal 2013 Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

La statua di Santa Rosa, con la croce e la rosa in mano, è posta a coronamento della Macchina.

Sia il basamento che la parte in elevazione sano pensati con una struttura portante a traliccio, non visibile estrnamente, in lega di alluminio tubolare di differente sezione in funzione delle azioni sollecitanti ed al fine di alleggerire l’intera struttura. L’alluminio è stato scelto oltre che per la sua rigidezza anche per la sua resistenza, inoltre è al 100% riciclabile. Il basamento ha una buona rigidezza al fine di distribuire il carico in maniera uniforme ai facchini sottostanti. La struttura portante in elevazione è idonea a sopportare sia il carico verticale sia quello orizzontale dovuto alle accelerazioni a cui sarà sottoposta durante il tragitto con particolare riguardo al confronto tra la frequenza delle sollecitazioni e la sua frequenza naturale allo scopo di evitare pericolosi fenomeni di risonanza.

La parte ramificata è costituita da tre distinti elementi con struttura interna a tronco di piramide a base triangolare sezionata in tre parti e assemblate mediante piastre bullonate alla struttura portante interna.

La realizzazione delle pareti della base è prevista  con stampa 3D a base di resina FR  ignifuga autoestinguente.

L’intera parte ramificata, di colore bianco, sarà ottenuta con stampa 3D in PC-ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene) materiale certificato UL94 V0 (ignifugo e autoestinguente) rinforzato con fibra di vetro.

La struttura ha un’altezza di 27 metri dalla spalla dei facchiniun peso complessivo di 45,50 quintali.

Il sistema di cablaggio dell’impianto di illuminazione e le sorgenti luminose sono nascoste alla vista; l’energia elettrica è ottenuta con batterie di accumulo e con eventuale gruppo elettrogeno di adeguato dimensionamento.

 

Ideatori:

Arch. Alfredo Giacomini (capogruppo)

Arch. Elisa Fochetti

Arch. Marcella Del Signore

Ing. Claudio Fochetti

ideatori Metamorfosi

 

Metamorfosi (render fotorealistico)

Una Macchina che guarda in alto, all’altezza di una città che vuole volare“. Questo volevamo ha ribadito la sindaca Chiara Frontini. E vincitore e vinti hanno eseguito.

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI