Livia Soffi: dai banchi del Ruffiini a ricercatrice al Cern

“Studia perché il sapere ci rende liberi”, questa probabilmente la frase che ha rappresentato il motore e allo stesso tempo il rifugio dei tanti anni di studio che ho trascorso lontano da Viterbo, la mia città.
Così, comincia il suo racconto Livia Soffi, viterbese di nascita, e orgogliosamente viterbicola (così si dice di coloro con più di 5 generazioni nate nel territorio, no?) .
Livia è cresciuta e ha studiato a Viterbo fino agli anni del liceo per poi trasferirsi a Roma, dove ha completato gli studi universitari alla Sapienza, per laurearsi con lode nel 2011 in fisica nucleare. Ha conseguito un dottorato di ricerca nel 2014 e da circa due anni è stata “adottata” dall`università americana di Cornell, nello stato di New York, come ricercatrice post-dottorato. Alle dipendenze dell`università di Cornell, Livia lavora al CERN di Ginevra, dove ha sede il più` grande acceleratore di particelle del mondo. Qui Livia collabora con l`esperimento CMS che è uno dei 4 grandi esperimenti che analizzano i dati raccolti dalle collisioni di particelle che avvengono all`interno dell`acceleratore.
“Qui al CERN acceleriamo particelle al fine di riprodurre le condizioni che si sono verificate al momento della nascita dell`universo e cerchiamo di capricci un po’ di più riguardo a quello che è successo quando noi ancora non eravamo su questa terra. Ci piace pensare che un giorno potremo rispondere a domande del tipo “Di cosa è costituita la materia che ci circonda?”, “Come è nata la vita?”, “Quanto è grande l`universo e quale è il suo futuro?”. Si sa, i fisici sono curiosi, e questa probabilmente è la loro qualità principale. Io questa curiosità l`ho imparata al liceo, tra i banchi del Ruffini, al sicuro dentro le mura della mia città. All`università poi ho imparato che questa curiosità è sì bellissima, ma si spegne facilmente se non è alimentata costantemente da tanto, tantissimo, studio. Qualcosa che però spesso passa inosservato in tutto questo percorso, sono le guide che abbiamo avuto, gli esempi. Gli insegnanti viterbesi sono una ricchezza e una risorsa che ci mette ai primi posti nel mondo, benché raramente la gente se ne renda conto. Viterbo dovrebbe essere molto orgogliosa dei giovani che forma e che spedisce all`estero a fare ricerca. Basti pensare che dal liceo Ruffini, attualmente siamo in 3 a lavorare al CERN e tanti, tantissimi altri che conosco, lavorano i molti altri centri di eccellenza, in Europa e negli States.”
E riguardo a Viterbo Livia ci dice:
Viterbo è una città bellissima che porto sempre nel cuore ovunque vada. Nel mio salotto si erge orgoglioso e fiero un poster gigante della Macchina di Santa Rosa. E a chiunque passa a trovarmi, non risparmio il racconto con tanto di video su Youtube.
Il lavoro che faccio mi spinge spesso molto lontano da casa, ma non perdo mai l`occasione per tornare, quando posso.
“E quando lo faccio mi piace passeggiare per le vie della mia città, andare a salutare il leone di peperino a Piazza del Comune, il mio preferito perché frutto del lavoro di uno dei miei nonni, moltissimi anni fa.
Mi piace mangiarmi un gelato gigante da Chiodo e fermarmi a chiacchierare con la gente che incontro per dirgli quanto è buono quel gelato e quanto non se ne trovino di uguali altrove. Come tante altre cose.
Qui a Ginevra dove vivo, la vita è accelerata, non solo le particelle. A volte manca la tranquillità della vita viterbese e la compagnia della gente. Purtroppo però non c`è spazio per la nostalgia e bisogna pertanto rimboccarsi le maniche e continuare sulla propria strada.
A proposito di strada, Livia ha recentemente ricevuto un importante riconoscimento dall`Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) per la migliore tesi di dottorato conseguita nell`anno 2015, premio Marcello Conversi, dedicato a un importante fisico della storia italiana scomparso.
“Questo premio mi rende ovviamente molto felice, ma lo penso più come un riconoscimento di gruppo per tutti gli sforzi fatti per arrivare fin qui, non solo miei, ma anche dei miei famigliari e delle persone che mi sono state vicine negli anni, compresi i miei insegnanti”.
Non è certamente il punto di arrivo, ma solo l`ennesima tappa per prendere fiato. E per il futuro?
“Mi piacerebbe far conoscere in modo più approfondito ai viterbesi, e soprattutto ai giovani, il lavoro che sto facendo, e che cosa succede da quello che io chiamo “il lato sbagliato delle Alpi”. Sbagliato, perché a casa si sta oggettivamente meglio, ma comunque all’avangardia in tema di scienza e ricerca. A conti fatti, penso che il futuro sia qui, o in qualche posto simile, e gli studenti che iniziano ora ad affacciarsi al mondo del lavoro, devono conoscere tutte le possibilità che la vita gli offre, per poter fare la propria scelta in modo libero e consapevole, e possibilmente scegliere il meglio. Quest’anno abbiamo iniziato un interessante progetto con il Liceo Ruffini composto da una serie di seminari tenuti da ex-studenti che ora svolgono il ruolo di ricercatori in fisica in vari laboratori/università d’avanguardia sparse per il mondo. E’ stato un progetto molto interessante a cui gli studenti hanno risposto con grande interesse e che contiamo di ripetere anche il prossimo anno. Mi piacerebbe che iniziative di questo tipo fossero molto più frequenti e che la città e i cittadini si rendessero conto della grande, grandissima ricchezza che hanno e che la sfruttino di conseguenza”.
Livia conclude con un ringraziamento tutti i viterbesi che non gli hanno mai fatto mancare il loro affetto anche a distanza.
“Quelli come me vengono spesso chiamati cervelli in fuga. Sappiate che alcuni di noi non stanno fuggendo, stanno solo aspettando da lontano il momento giusto per tornare. Dal lato giusto delle Alpi”.

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