L’ispettore capo Orlandini il primo agosto lascerà la Polizia di Stato per la meritata pensione

di Luciano Costantini

L’ispettore capo Felice Orlandini

Una vita trascorsa al servizio della Polizia di Stato e nella tutela del patrimonio storico ed artistico della Tuscia. Anche se nel caso di Felice Orlandini le due attività, meglio sarebbe precisare i due impegni, le due vocazioni, non sono mai stati separati, ma complementari, anzi sicuramente sovrapponibili. Perché operare per la collettività vuol dire anche lavorare per la conservazione della cultura che essa rappresenta e custodisce.

   L’ispettore capo Orlandini il primo agosto lascerà la Polizia di Stato, dove è entrato nel 1987, per raggiunti limiti di età. Insomma, andrà in pensione. “Vuol dire che avrò più tempo da dedicare alle mie grandi passioni, l’archeologia, la pittura, l’architettura, l’arte più in generale”, sottolinea. Più che passioni, quello di Felice è stato ed è un grandissimo amore, testimoniato dai riconoscimenti acquisiti nel corso degli anni, soprattutto per l’individuazione e il salvataggio di “pezzi” del patrimonio storico della Tuscia. A cominciare dai dipinti di palazzo Spreca, passando per il recupero del materiale di archivio del Comune di Ronciglione, l’inventario dei beni mobili e immobili della Asl di Viterbo, dei reliquari della diocesi di Civita Castellana, fino alla catalogazione dei reperti del monastero di Santa Rosa. E poi la collaborazione, intensa e preziosa, con lo studioso francese Vincent Jolivet nella scoperta e valorizzazione di siti archeologici di assoluto pregio, come Musarna, Rocca Scalina, la Tomba Lattanzi. Una serie infinita di operazioni in difesa e per il riordino di opere d’arte che hanno giustamente fatto meritare ad Orlandini l’ambita nomina di Ispettore Onorario per la Tutela e la Vigilanza dei Beni Culturali. Incarico più volte rinnovato. “E che intendo continuare ad onorare nel migliore dei modi per gli anni a venire”, assicura. Altro che pensione…buon lavoro.

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