La chiesa di San Rocco a Viterbo aperta per il Touring Club

“Aperta per noi”. L’invito è stato raccolto sabato scorso (15 aprile) da un folto gruppo di soci e  simpatizzanti Touring, riuniti dal console Vincenzo Ceniti  per una visita in esclusiva all’ex chiesa sconsacrata di San Rocco a Viterbo (zona Crocetta), grazie alla disponibilità del proprietario Carlo Montalboldi.

Animati dalla voglia di conoscere e di sapere, una ventina di persone sono entrate con evidente curiosità all’interno dell’ampia navata, già utilizzata negli anni del dopoguerra per destinazioni improprie, come palestra pugilistica (con tanto di ring) dove si è allenato anche Giggetto Male’ campione italiano del pesi leggeri  nel 1949. Ma anche a falegnameria e officina di fabbro, come testimoniato da alcuni parenti, presenti nel gruppo, di quegli artigiani anni Cinquanta  “Per me – ha detto Lina Meucci nipote del falegname Cifola che lavorava lì dentro – rivedere questi ambienti è stata una grande gioia che mi ha riportato indietro negli anni”.

La visita era riferita alla conferenza precedentemente organizzata dal Touring Club, presso la Fondazione Carivit, sul pittore Francesco Romanelli. Il relatore Marco Zappa, che ha fatto da guida al gruppo – ha ricordato che il pittore viterbese, già affermato nella metà del Seicento al Louvre di Parigi,  in uno dei suoi ritorni nella città natale, eseguì tra l’altro una tela per l’altare maggiore di San Rocco con l’Assunzione (oggi a palazzo dei Priori) e una serie di affreschi nella parte absidale sulla vita della Madonna, che oggi, pur coperti da una patina di incuria, potrebbero  essere recuperati con facilità, a differenza di altri che sono andati invece perduti. Ulteriori degradi si sono potuti tuttavia evitare grazie ai rifacimenti del tetto e della facciata eseguiti dal proprietario Montalboldi.

Zappa ha anche segnalato la presenza nella chiesa di altri pittori viterbesi come Angelo Pucciati (conosciuto per il grande affresco nella controfacciata del Santuario della Quercia). Secondo Alessandro Marini-Balestra – presente alla visita – la figura settecentesca che appare in un affresco a destra dell’abside, potrebbe essere di Domenico Corvi. Certamente gli stucchi barocchi dei tre altari (quello centrale e i due laterali) costituiscono una  novità per Viterbo, difficilmente riscontrabile altrove. Di raro interesse documentaristico, alcuni stemmi di nobili famiglie viterbesi che frequentavano il primitivo oratorio, su cui poi è stata innestata  la chiesa. La data della costruzione si fa risalire alla metà del Cinquecento, in seguito ad una epidemia di peste che colpì la città di Viterbo. Per questo venne dedicata a San Rocco, la cui confraternita operante al suo interno si adoperava per la cura dei malati e la sepoltura dei morti.

“Visti i consensi di questa iniziativa – ha commentato il console Touring Ceniti – abbiamo in programma altre visite nei prossimi giorni, come quella alla chiesa dell’ex Tribunale in piazza Fontana Grande sempre a Viterbo, dove Marco Zappa sta realizzando un Giudizio Universale”.

Touring Club

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