L’Archivio Centrale dello Stato, con sede a Roma nel quartiere EUR, presenta Lettere in Memoria, la nuova opera monumentale di Lorenzo Marini dedicata al valore culturale e simbolico della scrittura come traccia dell’identità collettiva. Realizzata appositamente per l’istituzione, l’opera si sviluppa su un formato di 6 metri per 2,50, un grande campo visivo attraversato da 240 lettere che compongono un paesaggio tipografico stratificato e vibrante.
In linea con la ricerca dell’artista — da anni impegnato nello studio dell’estetica alfabetica e delle forme comunicative — Lettere in Memoria propone un dialogo tra passato e presente attraverso la metafora della lettera come deposito di conoscenza, memoria e trasformazione.
L’opera si articola in due sezioni complementari: la parte sinistra, le lettere archiviate, è la sezione, più chiara e quasi sbiadita, evoca il sedimentarsi del tempo. Le lettere si fanno leggere e sospese, rimandando alla lunga stratificazione di documenti, epoche e linguaggi conservati dall’Archivio Centrale dello Stato. È la memoria istituzionale del Paese che emerge nella sua delicata permanenza. La parte destra, il presente da archiviare, è la seconda metà dell’opera, più viva e colorata: rappresenta il contemporaneo, le storie in corso, le narrazioni che devono ancora essere accolte e registrate. Qui la lettera diventa energia, urgenza, movimento verso il futuro.
Attraverso la compresenza di 240 lettere diverse, provenienti da molti alfabeti, Lorenzo Marini rende omaggio alle sedimentazioni culturali custodite dall’Archivio: dalle scritture storiche ai caratteri moderni, dalle tracce manoscritte ai linguaggi digitali. Un archivio non è soltanto un luogo di conservazione, ma un organismo dinamico che custodisce la memoria e allo stesso tempo prepara il terreno alle generazioni che verranno.
A sottolineare questo dialogo tra responsabilità civile e visione artistica, Marini dichiara:
«È un onore come artista esporre all’Archivio di Stato ed è un privilegio come cittadino celebrare il ruolo culturale di questo scrigno della memoria permanente.»
Lettere in Memoria diventa così un ponte visivo tra ciò che è già parte della storia e ciò che ancora non lo è; un invito a riflettere sul ruolo dell’archiviazione come gesto culturale, civile e identitario.
Lorenzo Marini è un artista italiano che vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York. Sviluppa la sua poetica sotto il grande maestro Emilio Vedova, dopo aver studiato Architettura all’Università di Venezia. Il concetto di spazio e la ricerca del visual ideale diventano il paradigma della sua pittura. Le sue prime apparizioni pubbliche come artista hanno avuto luogo a Miami poi a New York. Subito dopo, nell’autunno del 2014, la Provincia di Milano gli ha dedicato una grande antologica, in cui ha presentato vent’anni di lavori. Dopo personali presso lo Spazio Oberdan di Milano, e musei di Padova e Firenze, cui vanno aggiunte presenze ad Art Basel Miami, nell’ottobre del 2016 ha tenuto a battesimo, presso il Palazzo della Permanente di Milano, la “Type Art”, movimento di cui è caposcuola. Questa nuova corrente, in cui riscopre il colore, può essere definita come l’esaltazione dello studio dell’alfabeto e in particolare delle font dei caratteri grafici. Alla Biennale di Venezia, dove ha esposto presso il padiglione Armenia, ha presentato un’ulteriore evoluzione della TypeArt che diventa scultura .
Nel 2017 crea il Manifesto per la Liberazione delle Lettere, presentandola a Parigi alla Sifrein Galerie. E sempre nello stesso anno viene invitato in Cina alla Biennale Internazionale a Hohhot.Nel 2018 vince il premio Mobius Award Los Angeles per Typevisual. Nel 2021 espone a Siena, 5 installazioni e 30 opere, al complesso Museale Santa Maria della Scala e vince il premio AVI per la mostra di arte contemporanea più visitata dell’anno.
Nel 2023 espone a Palm Beach e Los Angeles e la sua Raintype viene descritta dai media americani come la più amata tra le installazioni presentate.
Nel 2024 viene invitato a Seoul da Art Continue Gallery ed è l’unico italiano ad esporre a World Art Fair 2024 e nello stesso anno espone alla Biennale di Venezia.
Nel 2025 espone alla Biennale d’Arte per la sostenibilità Cop30 in Brasile e nello stesso anno espone un’opera permanente alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea a Roma.
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