Daniela, Cinzia, Franca: insieme per la ceramica viterbese

Il borgo medievale di San Pellegrino, il simbolo di Viterbo, da diciassette anni è il regno di un laboratorio,che si adopera nel recupero della ceramica viterbese che ha ritrovato pienamente l’antica tecnica della “Zaffera”,una decorazione che trovava ospitalità in un ambiente più sapiente rispetto a quello della maiolica antica, alla quale la “Zaffera” si sovrappose nella sua fase matura e tarda.
Sono parte del Laboratorio Artistica: Franca Biritognolo, Cinzia Chiulli e Daniela Lai.

E’ Daniela Lai che ci fa rivivere il mondo fantastico e magico frutto della cultura medioevale.

Il Laboratorio ha messo insieme tre energie unite dalla condivisione
artistica. Ci racconti gli inizi
..
Ognuna di noi ha avuto una formazione artistica, che negli anni si è perfezionata attraverso corsi di specializzazioni in diversi settori.La nostra idea d’impresa è nata nel frequentare un corso di restauro specializzato. Le forze comuni sono sfociate in un progetto unico che ha visto il realizzarsi di un laboratorio di arti applicate. Il cordone ombelicale Viterbo, dove io sono arrivata che avevo quindici anni, mentre Franca e Cinzia ci sono nate. Era il 1999 ed eravamo delle giovani trentenni.

Il vostro progetto: com’è nata la ricerca sulla l’antica tecnica della “Zaffera”?
All’inizio il progetto era rivolto a voler recuperare il glorioso periodo ceramico medievale viterbese e la sfida maggiore era riuscire a risalire alla formula segreta del decoro in blu in rilievo denominato “Zaffera”. Ci sono voluti due anni circa di sperimentazione e ricerca per ridare vita a una ceramica che oggi è esposta nei maggiori musei del mondo per la sua eleganza, ricercatezza e limitatezza produttiva.

Artistica Laboratorio di Ceramica Studio d’Arte e Restauro è il vostro nome, come è organizzato il vostro laboratorio?
Il Laboratorio è attiguo al punto espositivo e di vendita, così il visitatore percepisce immediatamente che gli oggetti in esposizione sono realizzati in questo luogo. Ciò facilita la partecipazione a un processo di lavorazione per cui è possibile vederci in opera.Le personalizzazioni ci avvicinano al cliente con scambi e approfondimenti, che arrivano a concretizzare in maniera precisa ogni sua richiesta .

Avete ottenuto diversi riconoscimenti al vostro lavoro. Qual è stato quelloche vi ha più lusingato?
Sì è vero abbiamo ricevuto molti riconoscimenti, ma non c’è uno in particolare che ci abbia più compiaciuto, ognuno di essi in momenti diversi è stato molto significativo per il nostro percorso. Posso dire che la gratificazione maggiore è quando i bambini invitano i genitori a entrare da noi esclamando che quel laboratorio è più bello di un museo.

Chi sono i vostri committenti? Le vostre produzione vanno ad arricchire ambienti pregevoli, dove?
Ci sono tutti: locali, turisti italiani e stranieri e persone che arrivano di proposito richiamati da servizi televisivi o articoli ottenuti su riviste quali Gardenia, Ville e Casali , Bell’Italia.
Programmi televisivi: Sereno Variabile Rai 2, I Viaggi di Dove ,Botteghe italiane Sky.Il premio internazionale “Un Bosco per Kioto”, organizzato da Accademia Kronos consegnato alla Premier Merkel il cui apprezzamento ci è stato reso dalla sua segreteria personale. Il premio consisteva in un frammento di peperino smaltato e dipinto che rappresentava un albero con il mondo al centro, messo in vita dalle nostre sei mani.

Avete pure messo a punto una nuova tecnica di pittura…
Una sperimentazione rivolta all’utilizzo della pietra di peperino scolpita, cotta e intarsiata inserendo cristalli a spessore e ossidi puri. La pietra di origine vulcanica in cottura assume un tono rosso per la presenza ferrosa. Recuperiamo piccoli pezzi dando nuova vita ad un frammento che poteva essere materiale di scarto dando vita a frammenti d’autore. Pietra refrattaria che resiste a temperature basse e alte che aiuta nella scelta dell’utilizzo dell’opera. Può coesistere con l’inserimento dei cristallini un tempo infinito senza trasformarsi. Un processo che per noi è scoperta continua di cui non finiremo mai di stupirci.

Come è diviso il vostro lavoro,come v’integrate e quali sono i compiti di ognuna?
Siamo interscambiabili per una formazione artistica completa. Ma poi di fatto ognuna di noi ha la propria inclinazione: io sono da sempre sulla sperimentazione sulla verifica, sulla ricerca, Cinzia cura il dettaglio e le miniature e Franca si dedica al restauro. Tutte e tre dipingiamo in maniera imparziale, è la parte più gradevole, che però richiede una preparazione tecnica faticosa, specie quando gli smalti si addensano…

Il vostro laboratorio è aperto alla visita del turista, Qual è il pezzo che più attrae?
E’ la magia di tutte quante le nostre creazione poste insieme che danno un senso e una continuità all’intera produzione in un contesto storico che continua a fare “storia”. Ma sicuramente la scelta predominante è il piatto, fiore all’occhiello con il blu a rilievo, è orgoglio non solo viterbese ma italiano.

La stilista viterbese Benedetta Bruzziches organizza corsi di formazione, principalmente rivolti alle scuole, per non disperdere questa antica tradizione di sapienza delle mani. Anche voi fate formazioni ai giovani?
Nel 2000 abbiamo tenuto un corso della durata di sei mesi che ha formato “Deacoratori di Ceramica Aristica” riconosciuto a livello europeo. Dal 2001 abbiamo iniziato una collaborazione con la SYA scuola americana con sede a Viterbo che non si è mai interrotta. Si è appena concluso un corso di grande emozione per non vendenti con la Unione Italiana Ciechi. Ci sono poi corsi nelle scuole di vario livello e la meravigliosa esperienza di ospitare ragazzi che arrivano da diverse città italiane, che hanno scelto Viterbo come gita scolastica e che nel nostro laboratorio possono realizzare un manufatto ceramico in una lezione di poche ore.

Viterbo, San Pellegrino ciò che realizzate è frutto dell’ispirazione di quel luogo. Pensate che botteghe e laboratori debbano rimanere nei centri storici?
I centri storici rivivono solo grazie alla presenza di artisti e artigiani e alle loro botteghe che sono una dispensa di saperi e di eccellenze con le produzioni frutto di una manualità non duplicabile.

Il vostro progetto per il futuro?
E’ legato al futuro di questo paese, alle scelte che verranno attuate.Dovremo vivere di solo turismo..? Difficile immaginare una previsione cosi riduttiva. Oggi intanto speriamo e sogniamo una città più viva e un recupero culturale. Il nostro fulcro rimane il cuore di questa città pur tanto bella, ma ancora poco stimata.Ogni giorno riscaldiamo,alimentiamo un’attività fondamentalmente artigianale, frutto di un lungo lavoro, i cui motori più importanti sono la passione e la professionalità.

Solo l’importanza di una passione sopra ogni altra cosa poteva produrre creazioni così eccellenti.
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