Carovana Narrante: seconda tappa tra poeti, artisti e sognatori il racconto di un territorio

di Luciano Pasquini

L’energia la senti nell’aria fresca della mattina, quando il sole fa capolino tra i calanchi e lentamente dissolve la nebbia. L’appuntamento con la carovana narrante è presso “L’osteria del Gallo” in Loc. Calleno sulla strada che porta a Vaiano a due passi da Bagnoregio. Il proprietario prof. Pietro Gentili ora in pensione, è stato docente di Estimo presso l’istituto Agrario di Bagnoregio, oggi si dedica con successo alla cura dell’orto che lambisce il fabbricato, è uno degli storici del luogo, in cui l’infaticabile prof. Emiliano Macchioni con inossidabile pazienza, inguaribile passione, inamovibile tenacia, attinge per i sui vagabondaggi.
Scorrono i personaggi ormai famigliari: Realino Dominici genio loci sembra elettrizzato al pensiero delle rappresentazioni che terrà durante il percorso, lungo i calanchi. Una veste insolita quella che vestirà oggi che lo vede come “poeta in ottava rima”, con un testo inedito dai forti contenuti sociali. Il tempo di organizzare la giornata e subito si va al belvedere dove ci attende il resto della spedizione. La Carovana che per sua natura è interdisciplinare, vi regna l’entusiasmo, la cultura quella che puoi prendere e dare, per arricchire il tuo punto di vista, dove il vagabondaggio è lo strumento principe per costruire questa narrazione.
Il percorso odierno si snoda lungo il “sentiero delle lavandaie” da “Mercatello” agli orti di “Calleno”, veniva percorso un tempo dalle donne del paese di Bagnoregio per portare i panni a lavare al fontanile. Emiliano Macchioni apre con il programma del giorno e legge alcune poesie di Filippo Paparozzi vernacoliere del posto. Il saluto del narratore e attore Marco Rossi con la sua bella interpretazione, sul sentiero delle lavandaie mette la carovana sulla frequenza giusta. Al casolare del Castorino ci attende il poeta Realino Dominici con la sua poesia lo “Straccasomare in compagnia dell’asina “farfallina che funge da spalla. Lungo il percorso troviamo il tartufaio Rosario Baccello con il suo “lagotto” di nome Mia, ci spiega quanto sia importante il legame con il cane da tartufi, un legame che dura tutta la vita, e da un tovagliolo a quadri rosso e azzurro tira fuori alcuni tartufi “bianchi dei calanchi” che con il loro profumo ci fanno scoprire un mondo fino allora sconosciuto.
Il gruppo prosegue per la sorgente romana delle Fontane secche dove l’esperto Franco Profili illustra l’affascinante costruzione del manufatto per la captazione dell’acqua sorgi-va. Arianna Mocini del laboratorio di narrazione della CNA Viterbo-Civitavecchia spiega l’importanza e la varietà delle sorgenti con un dettagliato studio, si sofferma sulla storia del nome di Bagnoregio che deriva probabilmente da Balneum Regis in riferimento alla presenza di acque termali dalle particolari proprietà terapeutiche.
Al fontanile di Calleno Rita Medori ci consegna il proprio racconto di quando da giovane veniva a lavare i panni e intona così una canzone della sua gioventù, si commuove quando la voce non l’assiste sui toni alti, intervengono Marco Rossi e Realino Dominici che tengono alto il registro della rievocazione, con poesie in ottava rima e aneddoti curiosi sul fontanile.
Il tempo pare essersi fermato, dobbiamo affrettarci per raggiungere il podere di proprietà di Francesco Colesanti allevatore di vacche maremmane tenute libere nella valle sottostante. Il casale è situato in un paesaggio unico circondato da valli verdi tutto intorno, che incantano l’occhio del visitatore , il panorama è ingentilito da una chiesetta di campagna delle semplici e graziose forme architettoniche. Qui ci attende il professore Giandomenico Cortignani per la degustazione di vini prodotti dagli studenti dell’ITAS di Bagnoregio, mentre il prof. Bruno Cirica ci guida alla degustazione degli oli prodotti nella zona.
Una comunità quella dei calanchi, dove valori e tradizioni sopravvivono e dove l’uomo è al centro, consapevole della propria storia, qui in un passato non molto lontano la povertà regnava tra queste valli, ma ha generato una popolazione che ha saputo far tesoro del proprio passato. Pietro Catteruccia una vita da allevatore tra queste valli è un personaggio unico con gli occhi semplici di un bambino, nonostante i suoi ottantacinque anni, sfodera una possente voce tenorile, mentre canta delle belle ballate.
Un modello quello della “Carovana Narrante”, dove il viaggiatore viene immerso nella natura e nella storia del posto, esatta espressione che ben interpreta un turismo lento. Dove anche le persone nuove scoprono la capacità di allenarsi a sguardi differenti e, cosa che mi è cara, la Carovana Narrante esercita la non comune capacità di saper raccontare un territorio attraverso le sue storie che arrivano dritte al cuore e si fissano nella mente.

Un ringraziamento va al Comune di Bagnoregio e all’Istituto Agrario Fratelli Agosti di Ba-gnoregio e a Antonello Corrias che ha unito la bontà della cucina Sarda dei prodotti tipici della Tuscia.

 

 

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI