Antonio entrò in casa madido di sudore, dopo aver scarificato il terreno del giardino, operazione necessaria per far crescere l’erba del prato più rigogliosa. “Pe’ stamattina basta così – disse alla moglie – perché so’ stracco. Domattina darò ‘r concime”.
“Vabbè, adesso riposete” rispose Barbara. “Buttete sur divano che te devi da ripijà”.
L’uomo invece entrò in cucina, dove la donna stava preparando il pranzo. “No Ba’, prima de riposamme devo da magnà quarche cosa. C’ho fame. Ce devo avé ‘na calata de zuccheri…”.
“Antò – replicò Barbara – ma tra ‘n po’ è ora de pranzo! Così te rovini lo stommaco…”.
“No Ba’ – insistette Antonio – io c’ho fame adesso. Famme ‘n panino. ‘N panino co’ la mortadella”.
Barbara sorrise ironicamente e rimase in silenzio. Antonio non capì e tornò all’assalto: “Mbè? Perché fai ‘sta faccia? Sbrighete a famme ‘sto panino che c’ho ‘na fame da lupo!”.
Barbara continuò con la sua ironia: “Guarda Antò che la mortadella ad’è pericolosa…”.
L’uomo strabuzzò gli occhi: “E perché? Mica sarà velenosa…”.
“No, no – riprese Barbara – anzi è de quella bona. Ma tocca de sta’ attenti a ‘ndo se pija…”.
“E ‘ndo l’hai da pijà…” ribatté subito l’uomo. “Dar frigorifero!”.
“Sì, Antò – continuò Barbara – io la pijo dar frigorifero e nun succede gnente. Mica fo come quelli du’ pori disgrazziati de operai de Correggio, che so’ stati sospesi dar lavoro pe’ avé magnato du’ fette de mortadella mentre staveno ‘n fabbrica…”.
“Scusa Ba’ – replicò Antonio incuriosito da quell’affermazione – perché ‘n fabbrica nun se pò magnà?”.
“Sì, ma hai da magnà la robba tua…” rispose laconicamente Barbara.
“Vabbè, famme capì. Perché nun c’ho capito gnente…” fu la richiesta di Antonio.
Barbara si mise seduta e cominciò la spiegazione: “Ad’è successo ‘n po’ de giorni fa in una fabbrica dell’Emiglia Romagna, ‘ndo se fanno li salumi. Du’ operai, durante la pausa pranzo, dato che c‘avevano fame e ‘r distributore automatico ad’era voto, se so’ presi du’ fette de mortadella e l’hanno messa ne li panini che s’erano portati da casa. E se li so magnati. Ma c’ereno le telecammere e l’azzienda se n’è accorta. Così l’ha sospesi dar lavoro…”.
“Nun ce posso crede…” commentò l’uomo sbigottito.
“No, c’hai da crede – rintuzzò la moglie – perché ad’è annata proprio così. La notizzia l’ha pubblicata ‘r Resto der Carlino”.
“E l’operai c’hanno detto?” chiese a qual punto Antonio.
“Che ereno fette de scarto…” rispose la donna.
“E l’azzienda c’ha risposto?” insistette Antonio, sempre più incuriosito.
“Ha risposto – continuò Barbara – che nun ad’era vero. Che c’ereno state ripetute segnalazzioni de gravi episodi che ad’erano successi drento lo stabilimento. E allora l’azzienda ha fatto ‘na serie de accertamenti che hanno fatto scoprì l’inghippo. Ha puro detto che la mortadella magnata da li lavoratori nun ad’ereno scarti de produzione, ma ‘ntere confezzioni de prodotti destinati a esse venduti. E che tutta ‘sta storia finirà ‘n Tribbunale”.
“Beh, a me me sembra ‘n esaggerazione” commentò Antonio. “Se poteva risorve tutto ‘n modo diverso…”.
“Tocca da vedé come so’ annate veramente le cose” replicò Barbara. “Perché un conto ad’è si quelli ad’erano scarti; e ‘n antro conto se ‘nvece nun ad’erano. E tocca puro vedé da quanto durava tutta ‘sta storia…”.
“Sì, sì – ribattè Antonio – perché si durava da parecchio… Come dice ‘r proverbio: tanto va la gatta al lardo che ce lascia lo zampino…”.
Barbara lo corresse subito: “Ma quello nun ad’era lardo. Era mortadella. E si ereno scarti, allora sai che te dico? Che semo arivati proprio a la frutta…”.
Antonio sorrise, concludendo: “No, quella nun c’era”.
Sinossi
“Avventure in città” era uno storico appuntamento quotidiano della Cronaca di Roma del Messaggero del secolo scorso, scritto da Giancarlo Del Re, giornalista del quotidiano romano, ma anche scrittore, umorista, sceneggiatore, paroliere e creatore di serie televisive.
Arnaldo Sassi, che con Del Re ha lavorato durante la sua permanenza romana dal 1979 al 1991, ha voluto riprendere a modo suo questa rubrica per rendere omaggio all’amico e collega e per rinverdire il ricordo di una delle più seguite rassegne giornalistiche pubblicate all’epoca dal Messaggero.
La vignetta di Avventure in Famiglia è stata realizzata da Francesca Maurizi di Arte in Bottega.



























