Un folto pubblico ha riempito venerdì pomeriggio l’aula 5 del Dipartimento Dafne dove si è tenuto l’evento finale di Innesta, progetto di agricoltura sociale realizzato grazie a un finanziamento della Regione Lazio.
Particolarmente seguite e apprezzate sono state le testimonianze di imprenditrici e imprenditori agricoli che nel corso del 2022 hanno ospitato nelle loro aziende i 24 destinatari, adulti in condizioni di fragilità personale o di marginalità sociale. Mario Profili della Fattoria di Lucciano (Civita Castellana), Marcella Santoni de La Treccia (Proceno), Lorenzo Caponetti dell’agriturismo Casa Caponetti (Tuscania), Claudia Calvaresi de La Romanella (Viterbo). Hanno inoltre portato la loro testimonianza Giandomenico Cortignani, per l’azienda agraria dell’Istituto Omnicomprensivo F.lli Agosti di Bagnoregio e Vincenza Basta, educatrice della cooperativa sociale Il Pungiglione che ha parlato anche a nome delle altre due cooperative sociali che hanno partecipato al progetto: gli Aquiloni e Avvenire.
Tutte le imprese agricole intervenute hanno ritenuto di essere considerate anch’esse tra i beneficiari, avendo oltre che dato molto avuto dal loro coinvolgimento nel progetto.
Con interesse è stata raccolta la proposta di Roberto Petretti, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Viterbo, di istituire come Ordine uno sportello di accompagnamento alle realtà di agricoltura che le rafforzi anche da un punto di vista tecnico-agronomico
A nome dei soggetti pubblici sono intervenuti Saverio Senni, del Dipartimento DAFNE dell’Università della Tuscia che ha sottolineato l’importanza, sovente trascurata, della disseminazione, ruolo svolto dal Dafne nell’ambito di Innesta. Federica Ghitarrari della Camera di Commercio Rieti-Viterbo, ha poi presentato il nuovo marchio Tuscia Viterbese “Social Green” destinato alle imprese agricole coinvolte in agricoltura sociale mentre Marco Marcelli, direttore dell’UOS Disabile Adulto della ASL di Viterbo ha ribadito come questi progetti siano fondamentali per cercare di portare a compimento la formazione umana, prim’ancora che professionale, di uomini e donne con difficoltà di entrare autonomamente nel mercato del lavoro.
Il progetto è stato anche seguito nei mesi, e in modo volontario, da Magazzino 120, associazione fotografica di Viterbo che ha donato un corposo numero di emozionanti scatti fotografici che hanno consentito di realizzare un libro, della cui stampa si è fatta carico Alicenova e altre cooperative sociali partecipanti a Innesta, e che è stato distrubuito ai presenti.
Il compito di allargare lo sguardo oltre la Tuscia è stato in conclusione affidato a Francesca Giaré del centro di ricerca CREA-PB, che ha collegato Innesta ad altre progettualità simili in corso nel Lazio e tra le quali sono stati già avviati scambi per condividere le buone pratiche agricole di inclusione sociale.
Al termine dei lavori è stato proiettato il cortometraggio “Un senso di libertà. Voci dell’agricoltura sociale” di Marco Leopardi e realizzato dal Dafne. Il filmato, visibile in chiaro su You Tube, continuerà a testimoniare sul web la qualità umana, ambientale e sociale dell’agricoltura sociale e della Tuscia come luogo privilegiato anche di queste pratiche.
(a cura di Saverio Senni, per conto del Dipartimento Dafne dell’Università della Tuscia)


























