Pour un oui ou pour un non, all’Unione due grandi manipolatori della parola

di Luciano Pasquini

Pour un oui ou pour un non

Che dire da spettatore amante di teatro se non che il nostro Teatro Unione ha regalato al pubblico domenica pomeriggio un altro momento eccelso di questa stagione di prosa. Umberto Orsini e Franco Branciaroli. Due mostri sacri del teatro italiano insieme in Pour un oui ou pour un non, commedia francese di Nathalie Sarraute. Sul palco sono l’essenziale. Come la scenografia che si compone di tre grandi librerie, bianchi con volumi altrettanto bianchi ma densi di parole che ne fanno il senso di questa commedia. A dirigerli un altro grande nome, Pier Luigi Pizzi, anche traduttore della pièce. I personaggi quarantenni immaginati dall’autrice sono qui degli ottantenni con il peso di una vita vissuta addosso, nel bene e nel male segnati da esperienze, eventi e cambiamenti che portano stampati sul volto. Un testo che si colora di maggiore complessità, tracciando un rapporto a più livelli, impregnato di conoscenza e fiducia e forgiato dal tempo. Un’ora e dieci di puro piacere in cui Orsini e Branciaroli sono interpreti competenti singolarmente e in coppia, in una messa in scena semplice ma efficace. Del resto, quando si ha un buon testo e due animali da palcoscenico a recitarlo, non serve altro. Un teatro dell’Unione riempito da fedelissimi e amanti della prosa, peccato l’assenza di un pubblico giovane. Bisognerebbe sollecitarlo e formarlo, cominciando dalla presentazione dei progetti e stagioni teatrali alle scuole, una pratica efficace in cui, di concerto con referenti delle amministrazioni comunali, vengono descritti i progetti culturali della città direttamente ai giovani. Un’idea per la prossima stagione. Intanto godiamoci questa, che a ragion del vero ci offre delle grandi emozioni. Pour un oui ou pour un non, quel nonnulla che si può semplicemente tradurre con “Per un sì o per un no” che lascia una porta aperta. Sempre.

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