Quando il talento incontra il coraggio, al Teatro Unione la finale della X edizione del Premio Fausto Ricci

di Barbara Aniello*

Raina Kabaivanska

“Che cos’è il talento?” – chiedo incredula a Raina Kabaivanska, stupita nel trovarmi al cospetto di una delle più belle voci del nostro secolo, approdata a Viterbo in qualità di Presidente della giuria del Premio Ricci. “Il talento è qualcosa con cui si nasce, che non si può acquisire con lo studio, qualcosa che non ti fa staccare gli occhi dal cantante, come in una sorta di ipnosi, mentre si muove sul palco”. E aggiunge: “Possiamo lavorare per ottenere una bella voce, ma non avere questa qualità magnetica di attrarre lo sguardo e l’udito dello spettatore. Preferisco una voce sporca, capace magari di commettere degli errori, a una bella voce priva di talento”. Sarà forse questo l’ingrediente segreto che domenica 16 ottobre guiderà la giuria nel selezionare tra i 118 aspiranti giunti a Viterbo da tutto il mondo – Messico, Cina, Australia, Europa e Stati Uniti – il protagonista? In palio un ruolo nei Pagliacci di Leoncavallo, vero e proprio capolavoro della lirica verista, una delle più rappresentate e rappresentative opere, emblema del nostro bel canto italiano. “Vivere al di fuori dalla realtà, sperimentare la felicità, la rabbia, l’eroismo. Illudersi di far parte di un mondo pieno di passioni, dove si muore per amore o si uccide un tiranno: questo è il teatro d’opera”, ci rivela la regina della musica, capace di tener testa in passato, per il suo grande temperamento, persino a Karajan. Il direttore artistico, Fabrizio Bastianini, riecheggia l’intervento del soprano, affermando che la musica allunga letteralmente la vita. Il tempo vissuto e il tempo percepito durante una rappresentazione sono asimmetrici. Ascoltare vuol dire immergersi in un mondo “altro”, in una dimensione che va “oltre” quella fisica, umana, materiale. Giuliano Nisi, direttore organizzativo è lieto di annunciare che la produzione circuiterà tra teatri non solo della Tuscia, ma anche della Sardegna e Sicilia. L’assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi, che per via del suo ruolo amministrativo ha generosamente rinunciato a prendere parte alla giuria del concorso, sottolinea la grande opportunità per dei giovani esordienti di affrontare il debutto in un ambiente protetto come quello di uno spettacolo di concorso. Cimentarsi per la prima volta con tutte le variabili del teatro d’opera – le luci, il pubblico, il costume, la regia – è una grande chance e, al tempo stesso, un’enorme sfida. Conclude Vincenzo Ceniti, console del Touring Club di Viterbo, ricordando come sia nata nel 2012 l’idea di intitolare un Premio lirico al grande baritono Fausto Ricci, viterbese di nascita e famoso in tutto il mondo, tanto da esordire al Colon di Buenos Aires. Una prova, questa, che unisce le eccellenze di ieri e di oggi, in una delle più belle e creative città d’arte d’Italia, Viterbo, le cui chiavi , speriamo di conferire presto a Raina Kabaivanska, l’ultima regina della lirica mondiale.

 

locandina Premio Ricci

 

*Violoncellista, musicologa e storica dell’arte

 

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