Visto da noi: Piccole Donne, un dolce viaggio tra amore e legami familiari

di Nicole Chiassarini

Piccole Donne è il nuovo film della regista statunitense Greta Gerwig, riadattamento del romanzo classico di Louise May Alcott. La storia di quattro sorelle, Jo, Meg, Amy e Beth, durante la Guerra di Secessione che, con la versione di Gerwig, riesce a integrarsi perfettamente in un contesto più moderno. Un racconto in chiave personale, su donne, arte e indipendenza, perché per la regista è giunto il momento di smettere di scegliere tra matrimonio o solitudine.

Inizia tutto con la figura di Jo, una delle sorelle, di spalle. Qualcosa sta per nascere ed è il suo libro Piccole Donne, un romanzo sulla storia di quattro sorelle, le loro avventure e gli amori. Da qui i flashback che racconteranno i momenti salienti, mostrando con dolcezza la vita e l’indissolubile legame tra le quattro donne. La storia resta la stessa, la regista ha deciso di mostrarsi fedele alla trama principale del classico, ma con uno sguardo personale, inserendo temi che oggi più che mai rappresentano l’attualità, mescolandoli con la stessa biografia della scrittrice Alcott. Essere autrice, donna, forte e indipendente in un mondo dove sembra continuare a prevalere la figura maschile.

Non era facile affrontare la delicata sfida di riproporre un nuovo adattamento del celebre romanzo dopo ben quattro trasposizioni, ma la Gerwig non ha demorso, creando un prodotto fresco, una rilettura personale e originale dei romanzi della Alcott. La struttura del film è chiara e lineare, da subito si capisce l’intento della regista: la storia è già finita, ora non resta che scriverla. Modificando la linearità della narrazione, con salti temporali di molti anni, e reinventando il finale sia per “accontentare” un editore che pretende un matrimonio, sia per raccontare la realtà della scrittrice che morì da nubile convinta, offrendoci così una versione completamente femminista, senza rovinare il romanticismo del racconto, ma mettendo in primo piano il forte desiderio di autodeterminazione femminile in un contesto in cui la donna è quasi necessariamente portata a cercare un marito.

Jo, la protagonista e anima della Alcott, è la più ribelle, conscia di volersi opporre fino alla fine alle pressioni sociali della sua epoca; ma tutte e quattro le sorelle vengono rappresentate secondo diverse istanze appartenenti al genere femminile, come denuncia sociale da parte della regista e secondo il volere dell’autrice. Nella pellicola la tematica femminista si intreccia anche alla riflessione su arte, libertà espressiva, di pubblicazione, scelte autoriali e critiche, temi che Jo, Louise e Greta hanno dovuto affrontare nel corso della loro vita. Appare chiaro come sia forte il desiderio di riportare in vita i desideri di Louise May Alcott, mettendoli all’interno degli stessi sogni di Jo, ossia poter vivere per sempre con le proprie sorelle senza che nessuna di esse si sposi e vada via. Il legame è forte e chiaro, la Gerwig propone una versione molto moderna dell’affetto tra le sorelle, ricreando vivacità, freschezza e spontaneità tipica degli adolescenti attraverso giochi, litigi e balli sfrenati, molto più rock che Ottocenteschi.

Ma, oltre alle tematiche forti e femministe del film, anche la scenografia, fotografia e montaggio, contribuiscono alla bellezza della pellicola, offrendoci immagini incantevoli e inquadrature magnifiche, nonché abiti azzeccati. Ovviamente non manca un cast incredibile, con alcuni dei migliori attori della fresh Hollywood accanto a grandi Premi Oscar come Meryl Streep e Laura Dern. Saoirse Ronan (Jo March) è piena di grinta e fragilità, dando voce in modo superbo alla complessità femminile in un contesto di estrema difficoltà per le donne, Timothée Chalamet, imprescindibile in questo genere di film con la sua aria malinconica e decadente, ma anche Florence Pugh che propone una Amy carismatica e matura. Mentre Emma Watson e Eliza Scanlen mantengono un tono pacato, senza fare particolari scintille.

Piccole Donne di Greta Gerwig è un film ben riuscito, che ha reso attualissima un’opera di fine Ottocento rivista più volte, con l’aggiunta di modernità e freschezza. E le sette candidature agli Oscar 2020 confermano la teoria di molti: la pellicola, nel suo piccolo, con le sue tematiche forti e riflessive, merita un premio. Perché le donne non sono solo sentimenti, sono anche forti, artistiche e piene di passioni, una consapevolezza della regista in onore di tutto il mondo femminile.

Film visto venerdì 17 gennaio alle ore 22.30 presso la sala 1 Caffè Fida del CineTuscia Village.

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